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Sabato 27 gennaio 2018

La faccia scocciata che si vedeva lontano un chilometro.

«Devo beccare una oggi presto, tardiamolo 'sto calcetto».

«Si certo, nove tardano perchè te devi vedere una. Dai coglione. Poi te la vedi dopo, o ha il coprifuoco alle cinque di pomeriggio?».

«Ovvio che no».

«Mi stavo preoccupando. Finisce che ti arrestano se vai con le duemilacinque».

«Te non hai di sti problemi, vai solo con una duemilauno, la tua mano destra».

Colpito nell'orgoglio l'avevo buttata in caciara sulla masturbazione, poi avevamo finito quelle ore inutili chiusi li dentro. Mi stupivo come l'Alberghiero da diverse persone che conoscevo fosse classificato come "scuola nuova" quando in realtà stesse cadendo a pezzi, scrostato, sbeccato, ammuffito, puzzolente di anni di soffritti. Quando in cucina facevano il soffritto sembrava di stare in un condominio di cingalesi, altro che eccellenza nella ristorazione.

Al calcetto avevo giocato da dio, sembravo CR7 ma più in forma del solito, era stato un riflesso incondizionato: la Cate che saltava nelle reti, come gli undicenni, e che ogni tanto ci buttava uno sguardo. Persino il turno in porta, sembravo Alisson. Poi però quando eravamo usciti si era messa a parlare con Mattia, e quando dico parlare è riduttivo: spiccionavano, e mi faceva strano. Un attimo prima era una bamboccia al parco giochi, un attimo dopo si faceva intortare.

Non solo si faceva intortare, ma dal mio migliore amico.

"(Dille qualcosa per fare colpo! Dille qualcosa per fare colpo!) Mandami la foto delle tette" era il meme con la foto di loro due che parlavano, che gli aveva subito spedito Pyrex, diligentissimo nel rubare scatti in giro e trasformarli in meme. Ed avevo setacciato i due profili trovando il like di lei a quella storia assurda delle onde sulle cozze fatta da Mattia prima del footvolley.

Avevo messo assieme i pezzi e mi ero sentito salire qualcosa, come se lui mi avesse dovuto avvisare prima di provarci, una sorta di gelosia.

Ma avevo lasciato stare, io con lei non avevo nulla a che fare, era la protagonista di una fantasticheria, una ragazza ancora completamente fuori dai giochi e se ne sarebbe accorto anche Mattia, mi dicevo.

A casa avevo aperto la cartella della Caselli e mi ero dedicato a me stesso, mi serviva.


Sabato 27 gennaio 2018

Scoccia ammetterlo ma ero stato smentito del tutto: nel giro di una settimana Mattia e la Cate si erano messi poi insieme, abbastanza insieme perchè lui continuava ad avere un sacco di tempo da dedicare a non fare niente, lo sport che gli riusciva meglio del calcio, e lei continuava a stendere costumi bagnati ed avere la luce della camera da letto accesa. Pochi sapevano che stavano assieme, e molti di questi pensavano che non sarebbe durata molto, tra cui io. Con Simo ce lo eravamo detto diverse volte nei giorni subito successivi.

«Non c'entrano un cazzo l'uno con l'altra».

«Avrà delle doti nascoste».

Ognuno di noi, a frasi del genere faceva le sue considerazioni mentali, più o meno sapendo quali faceva l'altro, nel frattempo osservavamo come andavano quei due e ci sembrava che, come dire, la coppia fosse più o meno sempre su quel primo scalino. Qualche foto scialba su Instagram, qualche storia fatta di vuoto cosmico mentre avevamo superato gennaio e poi San Valentino.

Si, potete anche rompermi le palle dicendo che tutte le storie Instagram dei ragazzi sono vuote bla bla bla, ma chi deve capire, quando parlo di vuoto, mi capisce. Spiccionavano meglio due ragazzini di prima media. Una volta al volo avevo visto un whatsapp di lei che scriveva "non sono pronta" e immaginavo bene su che argomento non si sentisse pronta.

Quasi per ripicca, avevo iniziato a scambiare qualche messaggio con la tipa ucraina delle tette, si chiamava Jesykha o una cosa del genere, tutto sommato era una tipa insicura pur avendo un sacco di potenziale. Il problema era che a spigliatezza stava in quarta elementare, e poi non sopportavo di vedere quintali di commenti in cirillico sotto i suoi post e le sue storie da parte di tipi che sembravano usciti direttamente dai video russi delle gare di schiaffi.

Eh, non sono razzista, quello che dico è oggettivo, ho le prove, andate a vedervi il suo profilo e mi darete ragione.

Guarda cosa giraWhere stories live. Discover now