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Lunedi 9 aprile 2018

«Non mi fido di te, non mi fido di nessuno di voi».

Alesia mi aveva dato questo buongiorno il lunedì dopo. Arrivando sotto casa della Cate alle otto meno un quarto, amichevole come uno shinigami.

«Non sei te quella a cui devo ispirare fiducia» le avevo detto marcando un tono di superiorità che forse era sembrato più un gnegnegne.

«Se scopro che la stai prendendo in qualche modo per il culo, o che hai dei secondi fini o che so altro, ti faccio picchiare da mio fratello. E se glielo chiedo io, lui lo fa».

Su questo avevo pochi dubbi, suo fratello aveva tre anni in più di me, e sembrava uscito da Educazione Siberiana era grosso come un autobus a due piani e se doveva picchiare picchiava, non avevo mai visto uno così rabbioso su un ring di MMA. Al solo pensiero di finirgli sotto mi era venuta voglia di dire una preghierina.

Ma nonostante questo fattore piuttosto importante, non mi andava di essere messo al muro da una che in quanto a secondi fini ero sicuro potesse raccontarmi qualcosa di interessante.

«Alesia, sul serio, hai rotto il cazzo. Lo so che ti sto sulle palle ma mi hai tirato dentro sta cosa con tutti i tuoi sbraiti. Se stavi zitta a quest'ora eravate te e la Cate a farvi la strada di qui a scuola a tirare merda su tutti e invece siccome devi sempre dire e dire, ci sono pure io»

Finalmente aveva chiuso il forno e ascoltava.

«E ti dirò di più, cocca mia».

«'Cocca' a chi? 'Cocca' lo dici a quelle che ti mettono le emoji perchè ancora non sanno l'alfabeto!».

Ok, lo ammetto, l'aveva piazzata bene, avevo sorriso nonostante il colpo basso

«Ritiro il 'Cocca' ma questa cosa te la devo dire da amico, giuro».

«Wow, amicone proprio».

«Prendimi sul serio, cazzo! Smetti di flammare su questo argomento su qualsiasi post su qualsiasi social, che non fai altro che tenere accesa l'attenzione su questa cosa».

Le avevo evitato la notizia che i loro due indirizzi Instagram erano in bella vista nel bagno delle terze accompagnati da "lesboshow x CA$H «insulti ANCHE GRATIS". Evidentemente l'impressione che avevo avuto io ce l'avevano avuta anche altri e non si erano fatti remore di metterlo per iscritto.

«Non posso smettere, è questione di far capire alla gente che sta sbagliando».

«Ma non sono Instagram e Thiscrush i posti dove capire ste cose, su! Gliele spieghi di persona o le capiscono perché le vivono sulla pellaccia».

Avevo detto quello che dovevo dire e, quasi a disagio, avevo scampanellato a casa della Cate che ancora non si era fatta vedere. La madre aveva detto che ancora non si sentiva bene, sarebbe tornata l'indomani e noi due coglioni, delusi, eravamo partiti per andare a scuola, peraltro a piedi, cosa che non avrei mai fatto di testa mia.

Alesia sembrava invece su un letto di spine, i suoi occhi vagolavano in giro e le mani torturavano le fibbie dello zaino facendole roteare e frustandoci l'aria.

«Sul serio, Mattia dico, come fai a giustificarlo?».

«Non lo faccio. Ha sbagliato, è stato un coglione».

«Le ha detto "mi dispiace ma non ci posso fare niente" e ha chiuso, è un mostro».

«Ale ma santo cielo, spedirsi foto è una cosa che fanno un sacco di tipe e di tipi, spedirsi foto zozze tra maschi lo fanno quasi tutti i ragazzi. È stato un coglione, non un mostro, perché anche le sue foto sono in giro nei telefoni delle tipe, solo che per lui non è un problema».

«Ma sei scemo? Vuoi mettere un maschio con una femmina?».

«E che differenza fa, sentiamo».

«Che è scritto nelle teste sessiste di tutti che la ragazza che si mostra è troia, il ragazzo che si mostra è intraprendente. La ragazza che flirta con più di uno è troia, il ragazzo che flirta con più di una è un boss, uno da stimare. Cazzo, ti pare non ci siano differenze?».

Ero rimasto senza argomenti.

«Anche se molti e molte sono ipocriti perché magari lo fanno anche loro, comunque la roba non passa così spudoratamente da decine di telefoni, e forse da centinaia, e poi diventa anche meme. Caterina è su centinaia di telefoni. Centinaia, hai capito? Centinaia di maschi, che le vedono il seno, che le vedono... che cazzo Daniel arrivaci da solo!» aveva fatto una pausa semplicemente per dare una perentoria frustata a un palo della luce «E quando dico maschi non dico solo quelli come te, che forse al limite veramente se lo dimenticano tra un mese, stupidi come siete. Parlo di maschi adulti, di pornomani, di gente che colleziona materiale di quel genere, lo scambia per averne altro dello stesso tipo».

Pedopornografia. Una delle parole più ricorrenti riguardo i rischi delle immagini in rete, ci avevamo pure fatto un progetto l'anno prima riguardo la legalità.

Io avevo portato il Calcioscommesse.

«Noi abbiamo quindici anni, non venticinque, siamo perfette per degli schifosi del genere. Ma a voi cosa vi frega in fondo. Sarebbe bello se qualcuno di voi ritrovasse delle sue foto in qualche sito di incontri ellegibiti, con tanto di commenti sotto. Pagherei per vedervi in faccia mentre li scorrete e li leggete. Lo potrei fare io direttamente di caricare le foto che ancora riceve la Cate ogni tanto, ma non lo faccio perché siete persone e per le persone ci vuole rispetto, anche se mille volte questo rispetto non lo portate alle ragazze. Lei per prima».

Aveva proprio detto ellegibiti, che non avevo nemmeno capito subito. Non gay e nemmeno cose tipo finocchi o froci, proprio LGBT. Quel percorso comunque era finito, era stato un supplizio sotto il bombardamento di quella invasata che diceva ellegibitì. Pyrex le aveva dato uno sguardo e poi mi aveva salutato.

«Bella Dani, ottima scelta le primine con le seconde in fase di espansione, stai diventando un ometto».

«Lascia stare che a lei piacciono le stesse cose che piacciono a te».

«Me la spieghi poi, che tra sette secondi suona. Sei arrivato al pelo».

Per tutta la prima parte della mattinata ero stato nel mio mondo, ragionando delle parole che aveva detto la Ale, di quel 'noi' che aveva detto riferito a lei e alla Cate, mi ero fatto i film su loro assieme a farsi cose, immaginando lei con i suoi capelli castani scuri tutti scomposti, chinata sulle intimità dell'altra e ok, tutto il resto. Avevo seguito zero, avevo una faccia assente tanto che pure Mattia aveva chiesto se avevo iniziato a drogarmi.

«Drogo tua cugina e poi la monto. Coglione».

«Non ricominciare con mia cugina che sono a posto. Comunque sul serio, sembri Walking Dead, dormi la notte al posto di segarti».

«Ho dormito male, starà cambiando il tempo».

L'avevo liquidato così poi pure con Pyrex non avevo approfondito la storia dell'arrivare a scuola con Alesia.

Guarda cosa giraWhere stories live. Discover now