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Vacanze di Natale 2017

Mattia non aveva perso tempo, durante le vacanze di Natale si era spostato da quelle che erano le sue due punte al suo nuovo obiettivo. Era discreto, non faceva il mitragliatore di like ma gestiva la cosa in maniera oculata.

I mitragliatori mettono cuori ovunque nei profili delle tipe, specialmente in quelli dove si vede un po' di carne. Di solito sono post dove le tipe filosofeggiano sulla loro libertà di essere come credono e sul fatto che se ne fottono dei giudizi degli altri, ma passano quarti d'ora a scegliere lo scatto giusto per raggiungere il massimo indurimento di pisello senza sconfinare apertamente nella zoccolaggine.

Io potrei avere anche il fisico di CR7 ed essere un filosofo che Aristotele vieni a spicciarmi il garage, e non arriverei mai a un decimo di like di certe foto dove semplicemente chiappe e tette regnano, e se ti va bene l'unica concessione alla tecnica fotografica è il filtro automatico bianconero.

Sulle stories e le dirette non parlo nemmeno, lì è semplicemente la morbosità di chi spera di vedere qualcosa della tipa di turno, i messaggi sono più o meno da quarantenni, magari da quelli che usano Facebook perché è un social "giovane".

Sì certo, e io ho l'intelligenza tattica di De Bruyne.

Mattia e Pyrex la sapevano più o meno come me, di 'ste cose avevamo parlato tante volte. Non che fossimo immuni a certi fisici da social, ci mancherebbe! Ma tutto il sottobosco che andava dalle belle non fighissime alle chiatte inconsapevoli era il nostro pane da commento e la nostra cartina al tornasole sulle teorie che muovevano l'immagine sui social.

D'altronde lo scambiare immagini hot con le tipe era una cosa che praticamente facevamo da sempre, da quando avevo avuto in mano il cellulare nell'estate tra la seconda e la terza media. I siti e le app di messaggeria anonima, i profili fake già più difficili da gestire, i modi per aggirare i parental control e tutto il resto erano arrivati non molto più tardi perché uno con un amico più grande che lo sa fare si trovava sempre.

Abbiamo avuto la fase dei siti hard, ma alla fin fine non era durata nemmeno moltissimo, dopo un po' ci annoiava, ed in generale ci si annoiava a vedere tutte 'ste situazioni improbabili, spesso si faceva semplicemente un compulsivo passaggio da video a video, con continue trimmate per cercare qualcosa di interessante.

Si rimaneva delusi quasi sempre, meglio quello che ottenevi dalle amiche o dalle compagne: era più vero, meno scontato, c'era del lavoro per guadagnarselo, c'era dell'orgoglio a mostrare i risultati agli amici. Era per quello che avevamo "fondato" il gruppo, per condividere quelle vittorie da ragazzetti, ma nello stesso tempo per proteggerle perchè tre mesi senza telefono me li ero dovuti fare io causa un paio di screenshottate mandate in giro e scoperte dalla tipa che aveva il dente avvelenato perchè tra noi era finita poco dopo. Era ancora l'epoca in cui scambiavo le immagini con le ragazze perchè alla fine pensavo di mettermici insieme, lo scambio per il gusto di scambiare era arrivato dopo.

Quella volta mia mamma si era incazzata molto dopo aver parlato telefonicamente con i genitori della tipa, mi aveva fatto una gran tiritera sul corpo delle donne, da non trasformare in oggetto, da non ridurre a un pezzo di carne ma da rispettare.

"E le foto del mio pisello che ha chiesto in cambio sono oggetti o santini di Padre Pio?" le avrei voluto rispondere, ma mi ero morso la lingua, perchè veramente un sacco di ragazzi e ragazze lo fanno, e quelli che non lo fanno semplicemente non si sentono all'altezza di farlo. Io mi ritenevo sufficientemente bellino e sufficientemente attrezzato sotto per mandare in giro foto mie, e alla fine della fiera non le estorcevo, non le rubavo, le facevo semplicemente vedere a qualche amico che nel giro di qualche giorno le avrebbe cancellate, perchè andava così: era questione di qualche giorno, un po' di divertimento.

E poi lasciamo stare, proprio mia mamma che si guardava le storie di quelli che su Uomini e Donne si inventavano i più assurdi modi per diventare dei personaggi, troieggiando con tutti quelli che passavano a tiro e poi parlando di confusione, di scelte difficili, di rispetto per le decisioni altrui.

Mio padre aveva fatto la parte di quello che doveva riprendermi, come se fosse una parte che doveva recitare controvoglia, tanto me l'aveva raccontato mille volte che andava a spiare il bagno delle femmine durante le ore di educazione fisica, e poi che cazzo mai doveva riprendermi, tanto passava a Cervia tre mesi in un anno, tra un cantiere e l'altro, e lavorando con tecnici ed edili figurati cosa poteva passargli per il cellulare, altro che gruppo whatsapp del calcetto.


Venerdì 12 gennaio 2018

La Cate giocava col cane in giardino.

Ma giocava sul serio, lo trattava come una specie di bambino dell'asilo nido, gli faceva vedere i libri che leggeva. Ci passava il poco tempo in cui era a casa, era spesso in piscina a Ravenna, faceva nuoto.

Era bianca, capelli mori tenuti semplicemente con una coda di cavallo, non era alta, parlava poco, girava poco, usava poco i social, pareva che la sua migliore amica fosse sua cugina o seconda cugina, che abitava sopra di lei, una giuggiolona che stava finendo le medie ed i cui genitori avevano assecondato la passione per l'equitazione.

Il suo profilo Instagram debordava di foto di acqua increspata, acqua immobile, bolle, luce riflessa in piscina, trampolini, calottine, bordovasca, quello di sua cugina di cavalli, presi da davanti, di lato, di dietro, di sbieco, in stalla, in pista, sul prato, cappellini da cavallerizza, giacche da cavallerizza, stivali da cavallerizza, selle, staffe.

Non guardavo praticamente mai il profilo della Cate perchè semplicemente era inutile farlo, era deludente, poteva essere il profilo di chiunque, poteva essere anche il profilo di un tonno che sapeva usare uno smartphone. Mattia invece, senza nemmeno che me ne accorgessi, aveva piazzato un paio di like a quelle che secondo lui erano le foto più "intime", chissà come le aveva scelte, probabilmente tirando i dadi. Poi aveva cercato qualcosa sull'acqua, ma non aveva semplicemente googlato "acqua tumblr" o "nuoto tumblr", si vedeva che si era impegnato, o qualcuno si era impegnato per lui, era una roba seria, profonda, una citazione non da due righe, ma un paragrafo intero che me lo immagino Mattia riscriverlo parola per parola sulla tastiera del Samsung.

L'uomo è un animale adattivo e Mattia lo aveva dimostrato. Pensava di avere a che fare con una ragazzina sprovveduta che sarebbe caduta facilmente ai suoi piedi ed in realtà si era ritrovato una ragazzina molto sulle sue, molto idealista se vogliamo, e poco interessata al lato virtuale. Aveva dovuto approfondire la manovra di avvicinamento, cambiare la tattica della mutanda di Gucci: la Cate passava ore vedendo gente in slip e mi spiace dirlo ma i nuotatori a fisico mettevano sotto in parecchi il buon Mattia. La via che aveva scelto era stata quella dell'amore per l'elemento acquoso.

Aveva fatto persino una storia sui sassi del porto, inquadrando l'acqua che sbatteva tra le cozze non avevo ben capito cosa stava facendo ma delle volte non indagavo, immaginando che ci fosse sotto qualcosa. Avevo solo fretta che finisse perchè volevo andare a farmi il footvolley del venerdì pomeriggio prima che scendesse troppo il sole e si facesse troppo freddo, e poi volevo evitare di farmi trovare rintracciabile su whatsapp perchè altrimenti mia mamma avrebbe chiamato per rompere le palle per il cinque e mezzo in storia.

«Matti, dai, datti una mossa che Ciambella e il romeno ci aspettano»

«Vivi sereno, tre bagni li facciamo in venti secondi»

Ed era tornato a filmare l'acqua. Avevo tirato fuori il cellulare e avevo fatto una storia su di lui che faceva una storia sugli scogli, taggato Ciambella e il romeno, scritto "visto chi mi fa fare tardi" e loro subito ad infamarlo. Poi finalmente Mattia si era schiodato ed eravamo andati al campo.

La sabbia fredda sotto i piedi.

La palla ancora dura al primo colpo di testa.

La sudata dentro la felpa.

Il romeno che si lamenta dei colpi sulla riga.

Gli sfottò sotto al post della partita.

I cuoricini delle tipe.

Guarda cosa giraWhere stories live. Discover now