Regola 6 - Proteggi il Gruppo da tutti

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Venerdì 20 aprile 2018

In fondo non poteva che succedere. Troppo ghiotta l'occasione di vederla inerme e svestita come in piscina. Avevano iniziato a circolare meme con lei che si sistemava il costume e battute riguardo al fatto che i costumi le stavano scomodi e doveva far prendere aria alle parti intime.

Quel venerdì Mattia stesso me ne aveva girato uno, commentando il fatto che ci avesse visto lungo in fatto di sodità dell'interessata. Da quel punto di vista non faceva una piega il suo commento, ma considerando che era stato lui a far partire tutta la storia, mi era sembrato fuori luogo, e gliel'avevo detto

«Almeno te potresti avere la decenza di non condividere 'ste cose, su».

«Aspetta, aspetta. Magari io avrò fatto partire sta cosa che poi non è nemmeno del tutto vero, ma questi meme non c'entrano un cazzo».

«Ma certo che c'entrano! Sono la diretta conseguenza!».

«Ma non è vero, è un filone completamente nuovo, foto nuove, io non c'entro proprio nulla e comunque Dani, sta' senz pensier, scambiarci un meme non ammazza nessuno, sono meme che li capisce solo chi viene in 'sta scuola e nemmeno tutti».

Avevo storto il naso a questa sua visione così semplicistica. L'impressione è che si avvicinasse una litigata.

«Non fa differenza, colpiscono nel segno e colpiscono una che è già al tappeto. Mattia te lo dico in amicizia questa cosa della Cate è veramente diventata assurda, e noi dovremmo fare qualcosa, e anche te in particolare dovresti, dato che sei il primo responsabile!».

«Senti, l'ho già detto ma lo ripeto: mi scoccia che sia finita così, ma non mi metto nel mezzo, non le ho puntato la pistola e lo sai, a nessuna puntiamo la pistola. E poi sinceramente va bene che è la tua vicina di casa ma vivi sereno. Passerà di moda anche lei».

«Ma quando succederà? E nel frattempo chi la salva dai down? Guarda che lei sta veramente male, non fa finta, non è di quelle che per tirare su tre cuoricini fa la finta depressa con lo xanax in mano».

«Dani, io non so che cazzo hai, guarda giuro che vorrei entrare nel tuo cervello per capire dove vuoi andare, se la vuoi salvare per poi scoparci, se la vuoi salvare e basta, ma basta tirarci in mezzo».

«Ha ragione» aveva detto Simone che era stato ad ascoltare tutto il tempo scorrendo i feed di instagram «Non è che perchè ora ci vieni a scuola è diventata il centro del mondo. Cerca qualcosa di nuovo, così magari ci giri le foto».

«Non sono in un periodo molto giusto per cercare foto».

Mi avevano guardato come sul punto di ridere. Poi Simone aveva assunto l'aria professionale.

«Dani, tra un po' ci manderai le foto della tua mano destra».

«Cazzo vuol dire?».

«Che il tuo ultimo contributo a 'sto gruppo è dell'estate scorsa, Luglio Matti, vero? E poi vabbè ce ne sarebbe da dire».

«Aspetta che vuol dire che ce ne sarebbe?!».

«Che hai mandato le foto di quella di Ozzano che per carità belle tettine magra ma aveva fatto la terza media».

«E che cazzo vuol dire mi avevate detto che vi era piaciuta».

«Si ma... dai sviluppati».

Ero rimasto con la mia scocciatura, il mio disappunto, la mia voglia di rivalsa su loro due: scorrendo a casa la cartella in effetti però l'ultimo mio apporto era proprio lei, la Naldi, quella che veniva su bene ma riguardandola sembrava disperatamente alla ricerca di affermarsi come ragazza pur essendo una ragazzina. Era stata una di quelle cose facili facili che si rimediavano in estate: ci andavi, le limonavi, loro ripartivano, te continuavi a messaggiarti, a mandare messaggi coinvolgenti, selfie in bagno con frasi tumblr azzeccate, e arrivavano puntualmente le tette.

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