Shining- Tredicesima parte

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Haley:

Cercavo Walter tra la confusione, poi comparse all'improvviso.
-"Walter, dov'eri?" Chiesi.
-"N-non...N-non so c-come spiegarti."
-"Walter, sei pallido in viso...Stai bene?"
-"N-no...P-per nulla!" Esclamò asciugandosi il sudore che colava dalla fronte.
-"Mi preoccupi!...Omiodio, dimmi che non è successo nulla ad Alex."
-"N-no...Lui s-sta bene."
-"Per l'amor di dio, allora parla dannazione! Dimmi cos'è che ti turba."
Senza rispondere mi strinse la mano e mi trascinò tra la folla verso il parcheggio.
-"Dove mi porti?" Domandai.
Lui senza rispondere continuò a camminare.

Vidi Alex appoggiato alla sua macchina, mi avvicinai aumentando il passo e quando arrivai, inaspettatamente Alex mi strinse tra le sue braccia in lacrime.
-"Alex..." pronunciai.
Non capivo cosa stesse succedendo.
-"Marissa è tornata. È tornata...Lei non è morta." Rispose lui singhiozzando come un bambino.

Guardai in faccia Walter, continuavo a non capire, solo una cosa era chiara: Alex era di nuovo in preda alle sue allucinazioni.
-"G-guarda nel s-sedile posteriore." Balbettò Walter.

Alex mi mollò dalla sua presa e incuriosita mi avvicinai alla portiera dell'auto, l'aprì e vidi una testa decapitata sul sedile. Gettai un urlo facendo echeggiare la mia voce, mi tremavano le mani, ero terrorizzata.
-"Chi è stato?" Urlai in preda al panico.
-"Shh, a-abbassa la v-voce." Enunciò Walter.
-"Ommiodio,Ommiodio..."

Guardai Alex che camminava nervosamente avanti e indietro. Mi avvicinai a lui e scuotendolo per le spalle dissi:
-"Alex, che hai fatto? Alex...Dimmi che non sei stato tu...Dimmelo!"
Walter si avvicinò e Balbettò:
-"A-alex è i-innocente..."
-"Come fai ad esserne sicuro...Guarda in che stato è." Risposi in preda all'ira.
-"A-avrebbe i v-vestiti s-sporchi di s-sangue."
-"Forse si è cambiato i vestiti...cosa puoi saperne? Tu non eri con lu..."
-"S-sta zitta!" Esclamò interrompendomi. "A-Alex è un mio amico e sono sicuro che non sia stato lui."

Il mio sguardo si spostò nuovamente su Alex che come prima continuava a camminare in preda a dei tic nervosi.

-"Che si fa?" Domandai.
-"P-puliremo l'auto e g-getteremo la t-testa al m-mare."
-"Voi siete pazzi!" Risposi incredula. "Io chiamo la polizia."
-"S-se c'è una c-cosa che h-ho imparato è che c-chiamare la polizia p-peggiora le cose."

Presi il telefono non ascoltandolo e digitai il numero, Walter mi guardò con lo sguardo pieno di ira e mi diede una manata sulle mani facendo volare il telefono a terra.
-"N-niente polizia!" Enunciò.
Iniziai a indietreggiare, mi faceva paura...Il suo sguardo non era più come quello di un cerbiatto ma era simile ad un lupo affamato.
-"Walter...Io non..." pronunciai in preda al panico.
-"Shh..." rispose lui portandosi il dito medio al naso.

Iniziai a correre verso la casa di Kenya, non potevo crederci che il mio compleanno si fosse trasformato in un incubo.
-"Haley..." urlava Walter mentre correva dietro di me "F-ermati...Non t-ti farò n-nulla."

Correvo più che potevo urlando aiuto, finché arrivai davanti alla porta della casa, ma era chiusa. Bussai come una disperata, ma non feci in tempo che Walter si fiondò su di me.
Mi guardò e sorrise con un sorriso malvagio, poi proprio quando stava per dire qualcosa, la porta si aprì ed uscì l'agente Kyle con in mano una pistola.
-"Fermo o sparo!" Enunciò quest'ultimo.
La chiamata era partita ugualmente...Forse era stata la mia salvezza.

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