Capitolo 3 - Midnight

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Londra abbonda troppo di nebbia e di gente seria. Se siano le nebbie che producono la gente seria o sia la gente seria che produce le nebbie non saprei dire.

- Oscar Wilde

~◇~

La sera andava spegnendo lentamente, almeno un po', il chiasso della città. L'aria era fastidiosamente troppo umida persino per una giornata di novembre.

Passo dopo passo, Trevor cercava di scaldarsi un po' tenendo le mani nelle tasche e mantenendo un'andatura svelta, ma il calore sembrava abbandonare il suo corpo ad ogni falcata, fuoriuscendo dalla sua bocca sotto forma di nuvolette bianche.

Visto da dietro, scorgendo appena la sagoma nera che camminava alla luce della luna e dei fiochi lampioni, si sarebbe potuto pensare che stesse fumando. Tuttavia, nell'aria non aleggiava l'odore dolciastro di un sigaro o di una pipa a mischiarsi col profumo della notte.

Camminava quasi di fretta e con passo sicuro, facendo pensare che fosse diretto in un luogo in particolare e persino immaginare che fosse in ritardo.
In realtà, lui una meta non ce l'aveva e, per essere precisi, non conosceva neanche Londra a sufficienza per poter dire con certezza dove si trovasse. Se non fosse stato per la sua incredibile memoria - che era abbastanza certo gli avrebbe fatto ricordare la strada a ritroso - avrebbe quasi potuto affermare di non sapere esattamente da che parte andare.
Quasi.

Abbandonate le strade principali dove qualcuno, per essere quell'ora della sera, si affrettava verso una meta a lui ignota, le stradine e i vicoletti secondari, dove non c'era l'ombra di un club, erano desolatamente privi di vita.

Trevor li lasciava velocemente, camminando col collo infossato nelle spalle e il bavero del vecchio cappotto nero alzato, per ripararsi dal vento.

Non sapeva dove volesse andare, anzi, in realtà non voleva andare proprio da nessuna parte. Quando era nervoso e bisognoso di schiarirsi le idee - in merito a cosa, talvolta era un mistero persino per lui - come in quel momento, gli capitava spesso di camminare a quei ritmi.

D'un tratto il ragazzo alzò gli occhi al cielo, riscoprendo la luna piena illuminare fosca il profilo spettrale di Londra.
Senza pensarci, rallentò fino a fermarsi, continuando a contemplare quello spettacolo surreale e affascinante insieme, sebbene fosse davvero molto tetro.

Sua zia aveva sempre affermato che la luna portasse consiglio.

Trevor inspirò profondamente, sentendo la fredda aria della notte riempirgli i polmoni. L'odore di Londra non era poi tanto diverso da quello di Boston, eppure gli era estraneo.

La sensazione che provava in quel momento, era la stessa che aveva percepito quando, appena quattro anni prima, Cordelia gli aveva dato l'orologio di suo padre.

Era il suo quindicesimo compleanno.

Fino ad allora, la zia l'aveva custodito gelosamente in una vecchia scatola laccata, per evitare che lui lo perdesse o rovinasse, da buon scorribande qual era.

Ricordava che, appena l'aveva aperta, era stato investito dal tanfo del ferrame. Facendo attenzione, misto a questo aveva percepito anche un'altra fragranza: quella del sacchetto che conteneva il prezioso monile. Aveva una nota molto lieve, che sapeva di aver già annusato, la quale gli era allo stesso tempo familiare e non. Non credeva possibile che si fosse mantenuta tanto a lungo.

L'odore di suo padre, seppur allora fossero più di dieci anni che non lo sentiva in maniera distinta, era uno di quelli che difficilmente avrebbe potuto confondere con altri. D'altra parte, quell'orologio, più di tutti, poteva averne ancora minime tracce, sia perché era rimasto sigillato nella scatola senza che venisse mai aperta, sia perché il padre aveva portato con sé l'oggetto in ogni occasione, senza abbandonarlo mai fino alla morte. Non sapeva perché l'uomo ci avesse tenuto tanto, fatto stava che la sensazione che quel sentore non gli fosse familiare non gli era piaciuta. Come poteva essergli sembrato estraneo il profumo di suo padre? L'odore di legna, pioggia, pino e polvere che egli aveva sempre avuto e che lui ricordava con tanto affetto?

L'orologio dei ricordiWhere stories live. Discover now