Capitolo 13 - The reason why

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Per quanto il mondo possa sembrarti assurdo, non dimenticare mai che offri un bel contributo a questa assurdità con il tuo agire o con il tuo astenerti.

- Arthur Schnitzler

~◇~

''Stai con me, sono malato; il mio amore è più di
tanti diamanti''

Annabeth voltò pagina. La carta ingiallita e impolverata, scricchiolò sotto le sue dita, alternandosi al suono della pioggia che batteva sul vetro della finestra.

Accucciata su una poltrona nell'austera biblioteca della Whingrose House, la ragazza leggeva alla fioca luce che penetrava nella sala. I libri nella casa della zia si erano rivelati essere dei piacevoli compagni, alla stregua di quelli che sfogliava a Boston, quando se ne faceva prestare dall'anziana Mill.

Era una dolce donnina - ma, quando voleva, autoritaria - che abitava poco lontano da lei e sua madre.

Cambiando leggermente posizione sulla seduta, la giovane di chiese cosa stesse facendo in quel momento la vecchia donna. Forse cuciva o filava, o semplicemente era al mercato.
Chissà se un poco le dispiaceva di non ricevere più sue visite, di tanto in tanto.

Infatti, di tanto in tanto, la ragazza era solita presentarsi a casa sua.
Magari per restituirle un volume, chiederne un altro - o, talvolta, nessuna delle due cose - aveva sempre un motivo per andare da lei, almeno una volta alla settimana.

C'erano volte in cui si recava nella piccola casetta della buffa donna solo per leggerle qualcuno dei suoi racconti, a cui sembrava molto affezionata.

Lei non riusciva a farlo da sola, per via della vista non più buona, quindi Annabeth era ben felice di narrarle ad alta voce le sue storie preferite. La cosa che la faceva sorridere ogni volta, era che Mill spesso e volentieri completava le sue frasi nel corso della lettura, memore di tutti i passaggi delle vicende.

Aveva sempre visto quel comportamento come insolito, soprattutto per una donna che a stento ricordava azioni che aveva appena fatto o i nomi di cose e persone.
Per di più, per avere tutti quei preziosi libri in casa, avrebbe dovuto essere molto ricca, invece viveva con pochi dollari, in una casetta che doveva aver visto tempi migliori. Mill era sempre stata una persona molto singolare.

Annabeth cercò di distogliere i suoi pensieri da quella donna, dai pomeriggi passati a setacciare il suo baule di libri in cerca di una nuova storia, dalla volta in cui le aveva regalato quello che sarebbe diventato il suo preferito, uno dei più nuovi nel baule dell'anziana signora.

Ricordava anche quando, molto prima, la vecchia le aveva svelato di avere quei volumi polverosi. Era stata felicissima, soprattutto perché sino ad allora aveva letto solo due libri in tutta la sua vita, ossia quelli consunti che sua madre possedeva. Con quelli, le aveva insegnato a leggere. Lei ne ricordava ogni parola a memoria, tanto li aveva sfogliati.

La giovane Wilstohiel abbassò gli occhi sulle pagine inchiostrate del volume che aveva sulle ginocchia. Nonostante di solito le bastasse leggere le prime righe di un racconto per immergervisi completamente, la situazione di quei giorni non le permetteva di perdersi tra le file di parole.

Eppure, non aveva altro modo per distrarsi nella casa. L'unico ambiente che le dava un po' di tregua e pace era la biblioteca.

Se invece si metteva a riflettere, capitava che la sua testa iniziasse a riempirsi di domande.
Queste, poi, cominciavano a darle il tormento, dal momento che non potevano avere una risposta immediata.

Detestava quel tipo di situazioni; il non avere soluzioni la tormentava. Provare a leggere era l'unico modo per mantenere la calma e non scappare a gambe levate.

L'orologio dei ricordiWhere stories live. Discover now