Capitolo 5 - Carriage ride

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Il carattere di un uomo non cambia mai radicalmente dalla giovinezza all'età avanzata. Ciò che accade è che le circostanze fanno esprimere le caratteristiche che non erano ovvie all'osservatore superficiale.
- Charles Dickens

~◇~

- Signori, siamo arrivati.

Murray tirò le redini con moderata violenza, facendo nitrire i cavalli. Non se ne curò.
Una delle due bestie, che tiravano la carrozza, era particolarmente forte e indisciplinata per i suoi gusti. Aveva cercato di ammansirla il più possibile da quando i padroni l'avevano affidata alle sue cure, ma in alcuni giorni capitava che fosse particolarmente vivace.

L'uomo scese da cassetta con un agile salto, poco consueto per qualcuno della sua età, e si precipitò ad aprire lo sportello della carrozza.

La vettura era larga, elegante e chiaramente un mezzo privato. Sebbene fosse utilizzata da prima che Murray prestasse servizio presso gli Eastway - e, per inciso, erano parecchi anni che lavorava presso di loro -, le fiancate verniciate presentavano un motivo di due stelle a quattro punte intrecciate tra loro, simbolo della famiglia, perfettamente lucido e definito, tanto da far sembrare nuova la carrozza. Questo, almeno, se non si notavano i vari segni d'usura nel legno dovuti ai continui utilizzi.

Un giovane ventenne, ben vestito e dall'aria signorile, balzò subito fuori dalla vettura, facendo scricchiolare i sassolini sul selciato.
Accennò appena qualche passo e si fermò, portando distrattamente le mani al collo per sistemarsi la cravatta sotto al cappotto.
Nel mentre, il suo sguardo fiero e vispo si muoveva velocemente sull'edificio che aveva di fronte con moderata curiosità, benché lo conoscesse già abbastanza bene.

Murray, oramai, non si stupiva più del suo vigore e della sua intraprendenza. Era una scena a cui aveva assistito già troppe volte. Per quanto lo riguardava, del resto, quel ragazzo gli era familiare quasi come se fosse il suo padrone.

Alle spalle del giovane, il viso di una minuta signorina fece capolino dall'interno dell'abitacolo con il quale erano giunti a destinazione. Arricciando lievemente il naso, diede un'occhiata veloce al cielo, poi abbassò gli occhi sul terreno di fronte a sé con un sospiro a metà tra lo sconfortato e lo stizzito.

Si apprestò quindi a scendere, aiutata dal ragazzo che intanto si era voltato e le si era riavvicinato.

- Murray resta qui, non impiegheremo troppo, - fece poi il giovane, offrendo il braccio alla compagna.

- Come desiderate, signore, - rispose l'uomo.
Il cocchiere richiuse lo sportello e salì nuovamente a cassetta, afferrando le redini dei cavalli.

In quel momento, un colpo di tosse lo assalì, facendolo piegare in avanti mentre si portava una mano callosa alla bocca per frenarsi. Uno dei due cavalli nitrì e lui, guardandolo di sottecchi rabbioso mentre si rialzava, tirò le redini con violenza per zittirlo.
- Taci bestiaccia, - sibilò poi tra i denti, ben sapendo che, anche se avesse potuto capirlo, l'animale non l'avrebbe sentito per quanto a bassa voce l'aveva detto.

I due giovani superarono il cancello nero della proprietà e si avviarono verso la porta della villa, camminando fianco a fianco sul ciottolato.

- Credi ancora sia un'ottima idea? - chiese la signorina Eastway sottovoce al suo accompagnatore, senza però voltarsi verso di lui.

- Non mi pare di aver mai detto un qualcosa del genere, a dir il vero, - rispose con leggerezza il giovane, facendo finta di pensarci su.

- L'hai definita "interessante", se la memoria non m'inganna, - ribeccò la ragazza, accigliandosi appena.

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