Capitolo 20 - Constance Aurore Throneclare

32 3 3
                                    

Nessun grande artista vede mai le cose come veramente sono. Altrimenti non sarebbe più un artista.

- Oscar Wilde

~◇~

La carrozza dei Graybourgh arrivò subito dopo la colazione.

Quando il suono del campanello echeggiò nella casa, Annabeth e Trevor si stavano già preparando con l'aiuto di Steven e Jillian, mentre Emily andava ad aprire.

Trevor la seguì quasi immediatamente, chiudendo da solo gli ultimi bottoni ancora slacciati e lasciando di sasso Steven, che gli stava ancora sistemando la sciarpa nel colletto.
Annabeth, dal canto suo, riuscì con non poche difficoltà ad affrettarsi al loro seguito.
Lo stretto abito che Emily, quel mattino, le aveva infilato quasi contro la sua volontà, non le permetteva ampie possibilità di movimento.

Riusciva a stento a fare un respiro profondo e le ricche decorazioni non la facevano sentire a proprio agio, oltre a rendere il vestito più pesante di ciò che era solita indossare.

Ma, dopotutto, poteva farci poco in quel momento; ormai stava per uscire e si sforzò di pensare solo a come non apparire troppo impacciata.

Fuori dalla casa, i ragazzi vennero accolti sul viottolo da un sorridente Ewan, che li salutò in modo allegro mentre lo raggiungevano e, insieme, si diressero alla carrozza.

Il cocchiere aprì loro lo sportello senza una parola e aiutò Annabeth a salire, con un gesto meccanico privo di calore.
All'interno era accomodata Lilianne, la quale la salutò sorridente, invitandola subito a sedersi al suo fianco.

Quel suo atteggiamento aveva una familiarità nuova, che alla ragazza non dispiacque per nulla, seppur la stranì, sulle prime.

- Hai indossato l'abito che ho fatto mandare questa mattina, a quanto vedo, - constatò la giovane dai capelli corvini, guardandola in volto mentre si sistemava.
- Quest'abito è merito vost... tuo? - asserì Annabeth, incerta su che intonazione dare alla propria voce, se indignata o riconoscente. Alla fine, il suo tono parve più curioso che altro, ma le andò bene; forse, non era il caso per nessuna delle due cadenze.
L'esile ragazza annuì, con un sorriso quasi... divertito. - È un modello particolare e abbastanza stretto, ma ero certa che ti sarebbe andato. Inoltre conosco Emily, e so che sa essere molto convincente, - aggiunse poi, con l'espressione di chi la sa lunga.
- Su questo non v'è dubbio, - confermò l'altra sbuffando, senza riuscire a trattenere, però, un sorriso mentre incrociava il suo sguardo.

In quei giorni, aveva scoperto sempre più che dietro i modi servizievoli e gentili della cameriera della Whingrose, si trovavano una determinazione e una sicurezza di ferro.

Lilianne si lasciò scappare una risatina divertita, coprendosi la bocca con una mano.

Era davvero molto graziosa, constatò Annabeth, molto più di quanto si fosse mai vista lei allo specchio, ma non le dava alcun fastidio. La sua bellezza aveva qualcosa di angelico, che faceva inevitabilmente in modo che chiunque le fosse vicino lo notasse.

Lo sportello della carrozza si chiuse con uno scatto, concludendo il loro breve scambio.

La ragazza guardò di fronte a sé e incontrò gli occhi ridenti di Ewan. Trevor era seduto di fronte Lilianne e sbirciava alternativamente verso di loro e la giovane inglese con la coda dell'occhio.

Non ci volle molto perché Graybourgh prendesse parola per primo, senza sorprendere nessuno dei presenti.

- Avete ben chiaro ciò che è stato detto ieri? - chiese.

L'orologio dei ricordiOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz