Capitolo 3: The fire

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Aiden's POV

Dopo aver visto la figura di Hayley gettarsi dalla scogliera, ancor prima di rendermene conto la stavo già seguendo. Era come se le mie gambe si stessero muovendo da sole, senza che io ne avessi alcun controllo. In quel momento non mi importava dell'altezza, di quanto il fatto di trovarmi in cima ad una scogliera mi procurasse un senso di nausea mista a paralisi, tutto ciò che mi interessava era assicurarmi che Hayley stesse bene.
La mia paura si era fatta piccola piccola, rannicchiandosi in un angolino remoto e oscuro della mia mente, intimidita e messa a tacere dalla mia preoccupazione e dall'istinto di proteggere Hayley ad ogni costo, qualunque fosse stato il prezzo da pagare.
Mentre precipitavo, prima che le fredde acque del mare mi avvolgessero, il cuore sembrava essermisi incastrato in gola. Temevo che, da un momento all'altro, sarei stato colpito da un arresto cardiaco, era palese che il mio corpo e, soprattutto, la mia mente non stesse particolarmente apprezzando la sensazione di precipitare nel vuoto.
Probabilmente la mia fobia  nei confronti delle altezze era da ricollegare al giorno in cui, quando ero ancora bambino, ero caduto da un albero al Central Park – su cui mi ero arrampicato per un motivo che, ad essere sincero, non ricordavo nemmeno -, rompendomi un braccio e provocandomi un trauma che non ero mai riuscito a superare.
Quando riemersi dall'acqua salata, mi ritrovai faccia a faccia con il viso di Hayley, sul sulle sue labbra dipinto un sorriso smagliante e felice come non lo vedevo da giorni.

" Sei diventata cretina? Ti sembrava proprio questo il momento di giocare a fare Pocahontas o la Bella Swan affetta da istinti suicida, mentre cerca di vedere il fantasma di quel vampiro luccicante con il rossetto? Mi hai fatto prendere un infarto " chiesi, appoggiando il  le mani sulle spalle di Hayley.

La ragazza scoppiò in una fragorosa risata il cui suono si fuse allo sciabordare delle onde sugli scogli. Dio, mi era mancato così tanto udire la dolce melodia della sua risata che ogni più piccola briciola di collera sembrò svanire, come un sogno che, lentamente, sfuma dalla memoria.

" Cosa ci trovi tanto da ridere? guarda che mi sono spaventato sul serio" dissi, mentre sul mio viso si faceva inevitabilmente strada un sorriso.

La risata di Hayley scemò lentamente, fino a dissolversi del tutto. La ragazza si avvicinò lentamente a me e con mia grande sorpresa mi lasciò un delicato bacio sulla guancia, le sue labbra calde in netto contrasto con la mia pelle fredda.

" A parte per il fatto che tu abbia visto New Moon e mi abbia paragonata a Bella Swan, oltre che a Pocahontas, intendi? Beh, fino a pochi minuti fa tremavi come una foglia su quella scogliera e invece ti sei gettato senza esitare solo perché l'ho fatto io, sei davvero Batman. Grazie Aiden" spiegò, avvolgendo le braccia attorno al mio collo e baciandomi sulle labbra.

Strinsi Hayley in un abbraccio e mentre il suo corpo era premuto contro il mio, avevo come la sensazione che le stessi trasmettendo tutta la paura che avevo provato.
Se ne avessi avuto la possibilità, avrei voluto che Hayley stesse per sempre stretta tra le mie braccia, dove ero certo che avrei potuto proteggerla da ogni male. Perché la verità era che io sapevo perfettamente che tutti considerassero Hayley come una persona estremamente forte – e la era veramente -, però, finivano anche per approfittarsi di quella sua forza.
Eppure io ero perfettamente consapevole che, per quanto lo desiderassi, Hayley non poteva essere mia. Lei era diversa, non chiedeva mai aiuto e non perché non avesse bisogno di nessuno, ma perché era abituata a fare tutto da sé. Hayley non dipendeva da nessuno e, di conseguenza, non apparteneva a nessuno, nemmeno a me. Nonostante fossimo assieme e ci stessimo abbracciando, lei non apparteneva a me o a nessun altro, solo a sé stessa. Hayley era libera, i fili che la legavano alle persone che amava non le impedivano di agire come preferiva e di certo non la incatenavano in alcun modo. La verità era che l'unica cosa in grado di imprigionare Hayley era Hayley stessa.
Il fatto che la ragazza che stringevo tra le braccia si fosse capacitata di non versare nemmeno una lacrima al funerale del suo migliore amico e nemmeno leggendo la sua lettera, era una chiara e limpida dimostrazione di quanto non fosse pronta a cedere dinanzi al dolore. Hayley era sempre sul piede di battaglia, decisa a combattere contro la tristezza e quel destino crudele che non faceva altro che tentare di metterla al tappeto, e ci riusciva perfettamente; tuttavia, io continuavo a credere che il suo vero nemico fosse se stessa. E io meglio di chiunque altro sapevo che affrontare certi avversari era estremamente pericoloso, perché, nella maggior parte dei casi, si giunge a fine battaglia con il corpo ricoperto di ferite che, con il tempo, si tramutano in cicatrici che saranno sempre pronte a ricordarti quanto sia facile soffrire.
Ma come facevo a proteggere Hayley da se stessa? Come avrei potuto aiutarla ad affrontare quel tipo di dolore, a combattere contro i demoni che ero sicuro infestassero la sua mente? Avrei potuto lottare al suo fianco, certo, ma sarebbe bastato? Avevo estremamente paura che il dolore provato da Hayley si sarebbe tramutato in odio ed io avevo imparato a mie spese che, in quel caso, avrebbe raggiunto il punto di non ritorno.

Storm #Wattys2017Where stories live. Discover now