Prologo: The edge

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Ero seduto sul pavimento freddo del salotto di Hayley e la ragazza accanto a me aveva lo sguardo fisso su un punto indefinito dinanzi a sé. Il suo viso era privo di espressione e avevo come l'impressione di trovarmi davanti ad una fotografia o che qualcuno avesse fermato il tempo.
Hayley non si muoveva ed io persistevo a guardarla sentendo dentro di me una paura tremenda, temevo che se avessi anche solo sbattuto le ciglia per un secondo, nel momento in cui avrei riaperto gli occhi, lei non si sarebbe più trovata accanto a me.
La stanza era avvolta da un silenzio di tomba che ci avvolgeva come una spessa coperta di lana che, tuttavia, non ci riscaldava, anzi, pareva aver immerso lo spazio in un freddo gelido e penetrante.
Non avevo idea di cosa Scott avesse detto a Hayley mentre parlava con lui al telefono, come non capivo perché avesse richiamato sia il ragazzo che quella che avevo intuito essere sua madre un numero infinito di volte.
Eppure ad un tratto lei si era stancata e si era limitata a sedersi sul pavimento con lo sguardo perso, riflessa negli occhi una tristezza che non vedevo da diverso tempo.
Non piangeva, non gridava, e respirava così piano che il suo petto si alzava e si abbassava di pochi millimetri. Era come se si fosse congelata in quella posizione e nulla fosse in grado di riportarla alla realtà.
Ero sicuro che se le avessi scattato una foto in quel momento, chiunque l'avrebbe guardata sarebbe stato colpito a un profondo senso di malinconia. La tristezza che radiava da Hayley era densa e palpabile al punto che sarebbe riuscita a scaturire da un semplice scatto per avvolgere coloro che la osservavano. Mi metteva i brividi guardarla.
Ad essere sincero avrei preferito che la ragazza si fosse messa a piangere, a gridare come aveva fatto poco prima al telefono, piuttosto che vederla in quello strano stato di catalessi.
Mi sembrava quasi che qualcosa dentro Hayley si fosse rotto, come se lei stessa si fosse spezzata e si trovasse sul punto di crollare in mille pezzi davanti al mio sguardo.
Nessuna delle domande che le ponevo riusciva ad avere una risposta, così mi limitai a stringerla tra le mie braccia, mentre dentro di me speravo che quel mio gesto le avrebbe impedito di sgretolarsi del tutto. Mi auguravo che le mie braccia sarebbero state in grado di tenere insieme ogni singolo frammento di Hayley; eppure, nel caso in cui questo non fosse bastato e ogni scheggia di lei fosse ricaduta al suolo, io mi sentivo pronto a raccoglierle tutte e rimetterle al loro posto. Non mi importava se quel processo avesse richiesto tempo e fatica, ero disposto a farlo per lei.
Nonostante ciò il mio obbiettivo primario era quello di evitare che Hayley crollasse, perché sapevo quanto doloroso fosse, lo avevo visto fin troppe volte e non volevo capitasse anche a lei che aveva già sofferto tanto in passato.
Sentii le sue mani aggrapparsi al tessuto della maglia che indossavo e stringerlo forte, come se quel gesto le avrebbe impedito di cadere nel baratro di cui, ormai, mi era chiaro si trovasse sull'orlo.
Eppure persistette a non piangere, provava una tristezza così profonda che era priva di disperazione. Un tipo di tristezza che non poteva essere spiegata in alcun modo, per cui un intero dizionario non sarebbe stato sufficiente per descriverla pienamente.
Era la stessa malinconia che tante, troppe volte, avevo visto riflessa negli occhi di Bella e vederla in quel momento nelle iridi di della ragazza che stringevo tra le braccia mi faceva stare male.
Guardare Hayley mi faceva male.
Era doloroso vedere che la ragazza che avevo sempre visto piena di vita, in quella circostanza, provasse una tristezza tale che le lacrime non sarebbero state sufficienti per sfogarla.
I sentimenti che provavo per Hayley erano tanto forti da farmi paura, non avevo mai incontrato nessuno come lei e avevo la netta sensazione che non mi sarebbe bastata un'altra vita per riuscirci.
Non mi importava se lei avrebbe dovuto attraversare dei momenti infernali e se questo avesse significato che mi respingesse o che in quel periodo non sarebbe stata la stessa di prima.
Io ero disposto ad essere trascinato in quell'inferno, le avrei tenuto la mano per tutto il tragitto. L'avrei seguita ed ero pronto a bruciare tra le fiamme se questo avesse significato che potevo restarle accanto e darle il sostegno di cui in quel momento era chiaro necessitasse.

Spazio marshmallows 💘:
Ciao a tutti! Ecco a voi il prologo di Storm che, tra l'altro, ho deciso di scrivere mentre mi soffiavo il naso e ascoltavo la musica ( si ho dei problemi seri, ma cercate di capirmi ho l'influenza e sono mezza delirante...abbiate pietà ). Cosa ve ne pare? So benissimo che è piuttosto corso - soprattuto sospetto ai miei standard LOL -, ma tra non molto pubblicherò il primo capitolo ^^
Si tratta di un prologo un po' malinconico, ma mi sembrava MOLTO adeguato, dato le circostanze.
Bene! Per oggi è tutto.
Come vi è sembrato il prologo? Cosa vi aspettate dal primo capitolo?

Baci xx
-Alex

Storm #Wattys2017Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang