Capitolo 26: Mask

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Capitolo 26

Aiden's POV
Restai ad osservare il messaggio riportato sullo schermo del mio cellulare per un tempo che mi parve in finito, sperando che farlo lo avrebbe eliminato e che fosse stato solo frutto di un brutto scherzo da parte della mia mente. Eppure non accadde, il messaggio restò esattamente dov'era e più lo guardavo, più sentivo crescere dentro di me un misto di collera e terrore che creavano un mix potenzialmente letale. Non sapevo come interpretare quella frase e tutto ciò che mi importava non era scoprire chi si nascondesse dietro ai messaggi anonimi che avevo iniziato a ricevere, bensì sapere che Hayley stesse bene e che fosse al sicuro. Iniziai ad essere assalito dalla paura che la mia vicinanza l'avrebbe messa in pericolo e quel sentimento non fece altro che riportarmi alla mente i ricordi di quel passato che mi ero sforzato di affogare fino ad allora e che, improvvisamente, sembrava essere tornato in superficie per reclamare la propria vendetta.
Il senso di frustrazione e di paura che provavo non fece altro che alimentare la mia rabbia come benzina gettata su un fuoco che aveva preso a divampassi in breve, incendiandomi completamente e minacciando di consumarmi tra le sue fiamme fino a quando di me non ne sarebbe rimasto altro che cenere. Odiavo quella sensazione, almeno tanto quanto detestavo ripensare alla conversazione che avevo avuto poco prima con Hanna e alle parole riportate nei messaggi che avevo ricevuto e che contenevano delle velate minacce nei confronti di Hayley.
Ero un male per cui non vi era cura, come un cancro che si diffondeva in modo veloce, abbastanza da non poter essere sconfitto con le radiazioni e che finiva per ucciderti.
Io ero il cancro di Hayley e sarei di certo stato la sua rovina, esattamente come lo ero stato per Bella; invece di aiutare colei che mi aveva sempre considerato come il suo migliore amico, non avevo fatto altro che ignorare le sue disperate ricerche di aiuto e avevo finito per spingerla a fuggire, lasciandosi ogni cosa alle spalle.
La verità era che a volte sentivo la mancanza delle conversazioni notturne alle quali io e Bella davamo vita, confessandoci una serie di segreti che non erano mai stati pronunciati ad alta voce e sperando che parlarne ci avrebbe reso il cuore più leggero.
Ancora non ero riuscito a dimenticare il modo in cui il bagliore argenteo della luna le illuminava i lineamenti delicati del viso e come i suoi occhi verdi fossero costantemente coperti da una patina di tristezza indelebile che lei si sforzava di nascondere sotto una coltre di mistero e di fascino, azione che, ad ogni modo, pareva prosciugare ogni briciola di energia che possedeva.
Eppure non riuscivo nemmeno a dimenticare le bugie, l'egoismo che aveva fissa dimora nel suo animo e quel suo modo di fare estremamente enigmatico che portava chiunque la incontrasse a pensare che mai, nemmeno dopo diversi anni, sarebbe mai riuscito a comprenderla fino in fondo. Non ero in grado di cancellare il dolore che si era lasciata alle spalle, quella scia di veleno letale e tossico che mi inquinava ogni giorno sempre di più. Non riuscivo a perdonarla e, probabilmente, non lo avrei mai fatto.

In quel momento il mio cellulare prese a squillare e per un attimo temetti che si trattasse dell'ennesimo messaggio da parte di uno sconosciuto che, evidentemente, provava un perverso senso di gioia nel ricoprirmi di paure. Tuttavia, rilasciai un sospiro che non mi ero accorto di trattenere nel notare che si trattava di una chiamata da parte di Hayley.

" Angelo, stai bene? È successo qualcosa?" domandai, una volta aver risposto alla telefonata ed appoggiando la schiena al muro di un edificio.

La preoccupazione si mescolò alla collera al pensiero che qualcosa fosse accaduto a Hayley e quelle emozioni non erano altro che la conseguenza del messaggi che avevo ricevuto poco prima e della velata minaccia che avevo letto tra le righe. Non volevo che lei fosse in pericolo a causa mia.

Storm #Wattys2017Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon