Capitolo 25

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          -Amedeus, signore... AMEDEUS.-

                          25.♥

 -Come ti è saltato in mente di dirlo a papà?- le chiesi una volta che ci ritrovammo sole io e lei in casa nostra.
-Calmati. Ricordati che è tuo padre.-
-Ah sul serio? E lo chiami padre tu a quello? A lui non piacerà Zayn, ne sono sicura... mi obbligherà a lasciarlo, mentre io ci tengo a lui. Ti hanno mai insegnato a farti gli stracazzi tuoi per una buona volta?-
Me ne salii in camera sbattendo violentemente la porta. Crederete che io abbia esagerato, e invece no. Odiavo mio padre con tutta me stessa, e per lui il mio tipo ideale era il tipico secchioncello con i soldi che gli escono dal culo. Da quando avevano divorziato lui non era più un padre per me, se ne sbatteva della mia vita e credeva che io potessi andare davanti da sola senza genitori. Sentii il campanello suonare, era sicuramente la zia in compagnia dei due suoi adorati figli, e io dovevo ancora cambiarmi. Era imbarazzante sapere che a momenti sarebbe arrivato Zayn e mio padre, mentre io ero ancora in tuta.
Aprii l'enorme armadio e con lo sguardo scrutai a fondo ogni minimo capo d'abbigliamento senza ottenere alcun risultato positivo. Ogni benedetta volta funzionava così: "E' largo. E' troppo stretto. Troppo corto. Questo mi fa grassa. Colore brutto. Non ho le scarpe adatte. ..."
E' ridicolo, ma ci scommetterei qualsiasi cosa che anche a voi succede lo stesso.
Mi osservai allo specchio e pensai che potrei tranquillamente scendere in tuta... ... sì, certo... ... quante canne mi sarò fatta quel giorno?
Qualcuno bussò alla porta, e sussultai talmente tanto che mi sembrl di essere in un film d'horror e l'assassino aveva appena bussato alla mia porta.(?)

Erano percaso l'ansia e l'agitazione che quel giorno mi fece sembrare una tale cogliona?

-Posso?- chiese mia madre.
-Sì, entra...-
-Allora? Sei ancora così?- mi chiese entrando nella stanza e rendendosi conto che ero ancora in tuta.
-Mà, non ho un cazzo da mettermi.-
-Hai un armadio pieno di vestiti e dici che non hai niente da metterti?- si avvicinò all'armadio e lo aprì incominciando ad osservarne un paio.
Cacciò un vestito semplice che mi aveva regalato mio padre prima che io arrivassi a Londra.
-Potresti indossare questo...-
-No... non voglio.-
Dalla finestra rimbombò il rumore di una moto, e lì capii che Zayn era ormai arrivato e che l'unica scelta era indossare quel vestito. Stavo facendo un ritardo tremendo, e di solito la proprietaria della casa dovrebbe essere la prima ad essere pronta. Mi avvicinai alla finestra d'istinto e guardai Zayn scendersi dalla moto, sfilarsi il casco e poi specchiarsi sullo specchietto della moto per darsi un'ultima aggiustatina al ciuffo.
Subito dopo vidi avvicinarsi al cancello una macchina, con al volante mio padre. Non lo vedevo da così tanto tempo che non mi ricordavo neanche quale fosse la sua macchina.
-Mamma... perfavore.-
-Va bene, vado io. Però promettimi che indosserai quello!-
Le feci cenno di sì con la testa, e appena uscì dalla stanza mi affrettai ad indossare quel vestito e aggiustarmi un pò i capelli.


Ero in imbarazzo come non mai, e mentre scendevo per le scale, tutti si girarono verso di me a causa dei tacchi che in quel momento producevano un fastidioso "ticchettio".
-Ecco che scende la principessa...- disse Zayn osservandomi incantato cercando di fare il bravo ragazzo mentre con lo sguardo mi diceva qualcosa di più ESPLICITO, come suo solito.
Diventai un perfetto pomodoro che più maturo non si può, e mi avvicinai a quell'ammasso di persone che si trovavano nel salotto e che in quel momento stavano bevendo qualcosa di alcolico.
-Mi stai obbligando a scoparti anche stanotte...- mi sussurrò Zayn mordendosi il labbro appena mi avvicinai a lui.
Gli spappolai le dita dei piedi con i tacchi delle scarpe e lui si piegò a metà per il dolore.
-Papààà!- esclamai dandogli un bacio sulla guancia risultando esaltata della sua presenza, quando invece ero tutt'altro.
-Zayn, tutto bene?- chiese mia zia preoccupandosi del rossore sul viso di Zayn a causa del dolore che gli avevo appena provocato.
-U-una  m-meravi-viglia....- balbettò Zayn alzando il pollice in sù per approvare.
-Sù... mettiamoci in tavola, è tutto già pronto.-


-Come hai detto che ti chiami? ... Aaron? Alan? Lo dimentico sempre... -
-Amedeus, signore... AMEDEUS.- rispose Zayn.
-HA HA HA HA HA  MA CHE SPIRITOSO HAHAHHA.- esclamai tirando a pugni la spalla di Zayn che apparentemente erano carezze mentre in realtà erano veri e propri cazzotti. Sorridendo in modo talmente falso che se ne sarebbero accorti anche bambini di 1 anno e anche Zayn incominciò a ridere in quel modo ridicolo, così poi anche mia zia, e infine mia madre... tranne mio padre.
-Zayn... Lo stesso nome di 10 minuti prima, già... strano, no?- disse Zayn ironicamente stringendo gli occhi cercando di assumere un espressione sorridente ma allo stesso tempo falsa.
Stavola gli tirai una gomitata sulle sue PARTI BASSE, e lui dal dolore sbattè i piedi da sotto il tavolo facendo rimbalzare leggermente gli oggetti che erano sù di esso.
-Io v-vengo... s-subitis-ssimo, ci v-voglio un s-secon-ndo.- si alzò da tavola e si avviò verso il bagno dolorante come non mai tenendosi le mani sul punto in cui gli avevo fatto tremendamente male.
-Già... ... vado con lui!- affermai sempre sorridente risultando indifferente.
Arrivai da Zayn e ritornai seria, aprendo incazzata la porta del bagno.
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Zayn Malik sei un fottuto stronzoWhere stories live. Discover now