Capitolo 33

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                                                            -E con quali soldi?-

                                                                        33.♥
Notai immediatamente la bottiglia contenente non so cosa che teneva in una mano mentre nell'altra manteneva la sigaretta appoggiata tra le sue labbra. Aveva l'espressione di un drogato che viveva sotto i ponti. Non potevo starmene con le mani in mano, quel ragazzo era Zayn, diamine, ed io dovevo aiutarlo. Mi avvicinai di più per notare meglio le sue condizioni e subito mi sentii peggio ancora. Aveva gli occhi socchiusi, e nel giro di pochi secondi puntò il suo sguardo verso la mia figura immobile che continuava ad osservarlo. Le pupille incominciarono a pungermi ed una vocina nella mia testa continuava a ripetermi che quello non era il momento adatto per piangere. 
Allontanò la sigaretta dalle labbra, soffiando una svariata quantità di fumo e subito dopo riportò la sigaretta al suo posto.
-Ti stavo pensando...- mi disse con voce leggermente rauca.
Non dissi niente.
-Pensavo a te e a quanto tu sia riuscita a rendere la mia vita una merda in così poco tempo.-
-E cosa credi? Che tu invece la mia vita l'hai resa un paradiso?- 
Si alzò in piedi ma io continuai a parlare.
-Credi che io stia bene da quando ti abbia conosciuto? Credi che tu mi abbia reso felice per almeno 24 ore?-
Clap, clap, clap, che discorso. 
Perchè secondo l'idiota di Kate Stewart, la sottoscritta, crede che davvero Zayn nelle condizioni in cui si trova, riesca a comprendere almeno una delle parole che ho detto.
Intanto, Zayn era vicinissimo a me, e sentivo il forte odore del fumo farsi spazio nelle mie narici.
Vederlo in quello stato mi si congelava il sangue, e nel profondo avevo anche l'ansia ed un filo di paura. 
-Mmh... Cos'è che ti ho fatto io? Soffrire?- disse serio per poi dar spazio ad un caloroso sorriso che in poco tempo si trasformò in una fragorosa risata. 
-È tardi, vado a casa.- cercai di allontanarmi ma lui mi afferrò la borsetta e mi riportò vicino a lui. Schioccò la lingua e gettò a terra la sigaretta che prima aveva tra le mani: -Tu invece non vai da nessuna parte se prima non chiarisci con me.-
Rabbrividii e non riuscii a spiegarmi il perchè. Avevo sul serio paura di lui?
-Sei ubriaco Zayn, è l'una di notte e dobbiamo andarcene... tutti e due.-
-Ma dove vuoi andare?-
-A casa, sono stanca.-
Scoppiò a ridere mentre portò un braccio attorno il mio fianco e con forza mi spostò facendomi ritrovare lontana dal suo viso al massimo tre centimetri.
Teneva tutte due le mani dietro la mia schiena ed eravamo treendamente vicini. Avevo le mani sul suo petto, ed il mio cervello continuava a ripetermi di dovermi allontanare, ma il mio corpo non ci provava neanche a dargli ascolto. Zayn sorrideva, ma era ovvio che in quel momento non riusciva per niente a rendersi conto della situazione.
-Ti amo Kate, lo sapevi già, vero?- ghignò inconsapevole delle sue parole.
-Staremo insieme per...?-
-...sempre.- sussurrai insicura.
-Brava amore, adesso ce ne stiamo quì soli a fare l'amore, giusto?-
Gli feci cenno di si con la testa, sicura di ciò che stavo facendo.
Gli presi un braccio e lo feci mantenere a me. Lo portai lentamente vicino la panchina. Appoggiò la sua testa sulla mia spalla, e chiuse gli occhi.
-Ti amo.- sussurrò dopo qualche minuto. 
E poi si addormentò, lasciandomi da sola in un parco alle due di notte senza un'anima nei dintorni. Addormentarmi lì insieme a Zayn sarebbe stato pericoloso... Dovevo assolutamente andarmene. 
Dovevamo.
Zayn non mi avrebbe mai abbandonata sola in un parco ubriaca, ed io lo stesso non avrei mai avuto il coraggio di lasciarlo lì.
Afferrai il cellulare e chiamai immediatamente Denise.
-Kate ma dove sei finita? È un'ora che continuo a cercarti!- urlò disperata dall'altra parte del telefono. 
-Sono in un parco... Con Zayn.-
-Quale parco? Veniamo subito a prenderti!-
-Il parco più vicino alla spiaggia.-
-Arrivo immediatamente.-
Staccai la chiamata e osservai Zayn. Dovevo portarlo a casa mia... dovevo per forza.


A dire il vero mi era mancato, mi era mancato vederlo così vicino a me. Vedere il ragazzo che ami mentre dorme è una delle cose più belle del mondo. Per tutta la notte non avevo chiuso occhio, o forse sì, ma per così poco tempo che non me ne sarei nemmeno resa conto.
Erano le sei di mattina precise, ma di stare in quel letto non ne potevo più. 
3 Dicembre.
I soldi mensili che mi mandavano i miei genitori sarebbero dovuti arrivare già da una decina di giorni, e a dirla tutta ne avevo proprio bisogno, ero al verde.
Fuori il cielo era ancora cupo, e non c'era traccia di un raggio di sole.
Corsi verso la cassetta postale e l'aprii, e come immaginavo c'era una busta. Sospirai e mi sentii sollevata anche perchè eravamo a Dicembre e quini i miei genitori mi avrebbero lasciato una cifra più grande anche per le feste.

"Cara figliola, se ancora posso chiamarti così, questa volta niente soldi. Nè per questa e nè per le prossime. Hai ragione tu, sei cresciuta, ed hai il diritto di viverti la vita nel modo che più ti piace. Per questo adesso non hai più bisogno di dipendere da me neanche in questo. Buone feste."

HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHAHHAHAHAHA ha.
*Cacciate fuori le telecamere, è stato divertente...*
Mi girai intorno con la convinzione che davvero fosse uno scherzo e che mio padre fosse sbucato da un momento all'altro urlando: "SEI STATA APPENA FREGATA." 
Bene, non accadde.
Ritornai dentro sbattendo con forza la porta. 
Bene, grazie tante!
Adesso i soldi li cago.
Fanculo.
Fanculo.
Fanculo.
Non me ne resi neanche conto che non avevo smesso un secondo di prendere a pugni e a calci la porta. Ci mancava solo che sfondassi anche casa.
-Kate che cazzo ti prende? Sei impazzita? E io che ci faccio a casa tua?- disse Zayn sulle scale in boxer.
-Vuoi sapere che ci fai a casa mia?- mi girai verso di lui infuriata come non mai e mi diressi verso le scale per raggiungerlo.
-Tu sei quì perchè ieri sera hai bevuto chissà quante schifezze, hai fumato chissà quanti pacchi di sigarette e allora io cos'ho dovuto fare? Semplice, portarti a casa mia! Ma adesso prenditi le tue cose, prenditi un cazzo di pulmino e tornatene a casa tua.-
-Vuoi deciderti a darti una calmata e dirmi che cazzo ti prende?- disse quasi urlando bloccandomi i polsi con le mani.
Mollai la presa e scrollai le spalle, avevo un nodo in gola talmente forte che quasi mi impediva di respirare. Inspirai profondamente e mi schiarii la voce: -Succede che devo tornare in Italia se non voglio morire di fame, adesso perfavore, lasciami passare.-
-Ma tu sei fuori di testa, tu non vai da nessuna parte!- esclamò Zayn serio.
-Senza di me vivrai, tranquillo.- 
Stavo per sorpassarlo ma lui mettendomi una mano dietro la nuca riuscì a riportarmi vicino a lui e a baciarmi.
Un bacio che era mancato a me più di ogni altra cosa al mondo.
Zayn.
Nient'altro.
Il suo nome è già troppo.
Il suo nome mi completava.
-E tu senza di me ci riuscirai?-
Quello era il problema, Zayn... È quello.
Restai in silenzio, e mi siedo su un gradino delle scale piegando la gambe per poi attorcigliarle con le braccia. 
Dopo pochi secondi, viene a sedersi vicino a me, ancora in boxer.
-Le tue intenzioni sono quelle di tornare in Italia, giusto?-
Annuii appoggiando la fronte sulle gambe.
-E con quali soldi?- chiese soddisfatto.
Rimasi col fiato sospeso, sotto il suo sguardo pesante, mentre con forza si tratteneva una risata.
Alzai il viso lentamente, e poi fissai i suoi occhi color miele. 
Facevo il possibile per restare seria, ma immaginando la situazione, c'era davvero da scompisciarsi dalle risate. 
-Certo che tu sai sempre come smerdarle le persone.-
-Naah, sono semplicemente più intelligente di te...- disse e si spostò sul gradino superiore al mio, allargando le gambe e facendomi appoggiare con la schiena sul suo petto e continuò sussurrandomi ad un orecchio: -...Stewart.-
Mi era mancato da morire sentire il mio cognome da quel timbro di voce irresistibile. Tutto sommato, era da tempo che non mi chiamava per cognome.
Senza neanche rendermene cnoto, tra un pensiero e l'altro, mi scappò un innocente sorriso, e lui se ne accorse.
-Vedrai che una soluzione la troviamo.- disse stringendomi di più a lui.
-Tipo quale?-
-Inizia con l'alzare il culo ed andarti a vestire, devi accompagnarmi in spiaggia, perchè andiamo a prendere la moto.-
-Tu sei fuori.- ignorai le sue parole e scesi al piano di sotto tranquilla per fare colazione.
Non lo sentii fare nient'altro, ed in più se mi sarei girata a guardarlo, gliel'avrei data vinta, così tranquilla mi avvicinai al frigo, afferrando il latte ed i cornflakes.
All'improvviso mi sentii due mani cingermi i fianchi, che con una tale leggerezza mi presero e mi misero in braccio a mo di sposa.
-Adesso vediamo se sei fuori tu o io.-
Rabbrividii terrorizzata appena lo vidi avvicinare alle scale: -Zayn, mettimi giù!- 
-Quanto sei bella.- salì il primo gradino.
-Non fare il coglione, è pericoloso!- dissi terrorizzata.
-No.- salì il secondo gradino.
-Prometto che salirò le scale da sola, lo prometto.-
-Mmh... no.- salì il terzo gradino.
-CAZZO, ZAYN, HO PAURA, TI PREGO, TI PREGO, TI PREGO.-
-... ad una condizione.- si fermò finalmente. 
-Sarebbe?- gli chiesi immaginando che gran cavolata avrebbe sparato.
-Bacio a centrifuga.-
-No, Zayn, no, smettila con queste cretinate. Mettimi giù, salirò le scale da sola.-
-Okay.- proseguì con un altro gradino, ed io se non sarei scesa dalle sue braccia, sarei svenuta a terra, per via delle mie vertigini esagerate.
Non ci vidi più dalla paura ed afferrai il suo viso con tutte due le manie portai le sue labbra sulle mie. 
Socchiuse le labbra, ricordandomi come doveva essere quel bacio, ed io infilai la mia lingua tra le sue labbra, riscontrando in poco tempo anche la sua.
Era il mio ragazzo, non era la prima volta che ci baciavamo in quel modo, ma faceva pur sempre un certo effetto.
Lo sentii sorridere mentre le nostre labbra erano ancora incatenate, e allora io mi staccai da lui. 
Ma neanche un secondo di tregua per riprendere il fiato che lui immediatamente riattacca le sue labbra alle mie però mettendomi giù.
Mi ritrovai a spalle contro il muro, e lui aveva le braccia appoggiate al muro per non dare peso su di me.
Due, tre, quattro giri, cinque giri, insomma... non ci voleva molto a capire che a Zayn piacevano quei tipi di baci.
-Zayn... se non mi... lasci, so... ffoco.-
Niente da fare. Continuava.
Perchè non ho scelto di andare in braccio a lui? Tanto o morivo sulle scale, o morivo soffocata... poca differenza c'era.
-Zayn...- mugugnai.
Non aveva intenzione di smetterla, ma adesso la voglia di smettere gliela facevo venire io.
Lentamente piegai un ginocchio, e con forza lo feci scontrare con le sue parti delicate, delicate, delicate, ma tanto delicate.
In un batter d'occhio si separò, mi fissò immobile sofferente mentre io incominciai a ridermela sotto i baffi, e dopo qualche secondo prese a dirne di tutti i colori ed a bestemmiare anche cose del tipo: 'porco pudding.' 
Finii le scale e svoltai in camera mia.
-Zayn, che lingua hai incominciato a parlare?- gli chiesi a tono più alto, dopo qualche minuto che incominciò a dire cose ancora più strane.
-Non lo so, come si dice ad esempio in greco che sto per venire a prenderti e a farti una slinguazzata talmente pesante da farti sul serio schiattare a terra?-
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Zayn Malik sei un fottuto stronzoKde žijí příběhy. Začni objevovat