Capitolo 37

11.8K 526 32
                                    

                  -Nient'altro che sola.-

                            37.♥

Mi osservavo curiosa.
Avevo paura.
Paura di ciò che avrei visto.
Jonathan era lì.
Ed io ero appena entrata nel bagno.
-Vi lascio soli.- il padre di Zayn uscì e ci lasciò da soli, entrambi in preda all'ansia e al panico.
Zayn irrigidì la mascella e chiuse entrambi le mani in un pugno appena mi vide mentre mi avvicinavo a Jonathan.
La siringa ce l'aveva lui in mano.
C'erano un paio di ragazzi e ragazze con lui, tra cui anche io.
Le voci erano incomprensibili per via della forte musica che rimbombava dappertutto.
Gesticolavo con le mani, e io e Zayn non impiegammo molto ad afferrare il concetto.
Stavo chiedendo a Jonathan di drogarmi.
Era chiaro che Jonathan protestò numerose volte, ma io opposi resistenza fin quando poi conficcai l'ago tra le vene con forza.
Qualcosa dentro di me sembro stringersi da una morsa, e le lacrime immediatamente presero a pungermi le pupille.
Zayn aveva fermato il video.
Appoggiò i gomiti sul tavolo e disperato appoggiò la testa su di essi.
-Che cazzo ti è passato per la testa? Sei percaso impazzita?- si alzò furioso dalla sedia e mi spaventai talmente tanto che indietreggiai: -Cosa dovrei fare adesso? Spezzarti le gambe?-
Ero immobile.
Non avevo il coraggio di dire una sola parola.
Le urla di Zayn le stavano udendo sicuramente il resto della famiglia, visto il suo tono di voce.
-Non potevo mai immaginare di essere arrivata al punto di fare una cosa del genere...- andai sulle difensive, ma per ogni parola che dicevo mi sentivo sempre più piccola ed insignificante.
-L'hai fatto, Kate, cazzo! Sai quante persone si sono passate quella lurida siringa? Sai che significa questo, eh?-
-Adesso basta. Voglio andarmene.- mi girai per aprire la porta ed uscirmene il prima possibile, cosicchè potessi andarmene in camera mia a piangere e a farmi bruciare dall'umiliazione e dal dolore che sentivo in quel momento.
E invece no.
Zayn con la stessa violenza di prima richiuse la porta gettandomi quasi con la schiena al muro: -No, tu adesso invece mi ascolti.-
-Che cazzo vuoi farmi adesso? Tenermi chiusa e castigarmi per aver fatto una cazzata? Lo so cos'ho fatto, non devi certo spiegarmelo tu.-
-Tu invece non capisci che hai rischiato e cosa probabilmente stai rischiando.- mi teneva il braccio con forza tanto stretto da farmi persino male.
-Cosa, Zayn, cosa? Ho una malattia? Moriró? Bene, andrò a fare visita a casa di Gesù Cristo.- provai a liberarmi di nuovo, ma fu completamente inutile.
-Lo sai la mia voglia di prenderti a schiaffi quanto è elevata in questo momento?-
-Ma vaffanculo Zayn, vaffanculo. Non sono la tua bambolina con cui puoi giocarci quanto ti pare, prima fai il ragazzo dolce e poi diventi terribilmente stronzo come al solito. E la vuoi sapere una cosa? Anche io ho voglia di prenderti a schiaffi e posso farlo, mentre tu no...- gli fiondai un pesante schiaffo sulla guancia destra. -...Ecco, vedi?-
Continuavo a piangere ininterrottamente.
Non so cosa avrebbero pensato i genitori di Zayn sul mio conto.
-Tiramene un altro, avanti.- disse a denti stretti.
Ero agitata, ansiosa, ma sopratutto arrabbiata. Un mix di emozioni si contorcevano dentro di me, ed erano talmente forti che quasi non le reggevo più.
-Ho detto che devi tirarmene un altro!- urlò ancora più forte.
Lo fissai negli occhi, e senza riuscir a dare alcun stimolo al mio corpo, lo lasciai fare.
Gettai le mani sul suo collo, baciandogli le labbra, come se fossero la cosa piú bella del mondo. Eravamo entrambi carichi di rabbia che con quel bacio stavamo cercando di sfogare.
Mi strinse le braccia ai fianchi e mi portò sul divanoletto che si trovava in quella stanza, dove poi lui si posizionò su di me. Per non darmi peso, si sorresse con le braccia sul materazzo mentre continuavamo a baciarci con foga.
Lo desideravo come non mai, ma tutti e due sapevamo che non potevamo assolutamente spingerci oltre. Fece passare la sua mano sotto la maglietta portandola dietro la mia schiena su cui immediatamente si formarono numerosi brividi.
Non ragionavo, non sapevo chi si fosse appropriato completamente del mio corpo in quel momento.
Spinsi con rapidità Zayn, staccandomi da lui. Corsi vicino alla porta per cercare di uscire, ma subito lui si fiondò su di me.
Sbattei con la testa contro la porta.
Ricominciò a baciarmi.
Non mi stava facendo del male. Bensì ero io stessa a farmi del male.
Male non fisico, un male doloroso dentro, che mi frantumava i polmoni e lo stomaco.
Il cuore mi batteva talmente forte da quasi spezzarmi il fiato.
Lo afferrai per le spalle, stringendolo forte, e poi lo spinsi di nuovo, staccandomi dalle sue labbra.
Uscii dalla stanza, e scesi le scale.
-E' stato un piacere, a presto!- salutai i genitori di Zayn
-Fermati!- urlò Zayn. -Dove cazzo vuoi andare da sola? Ti accompagno io.-
Mise la sua mano sopra la mia, che era appoggiata alla maniglia della porta, ma mi irriggidii impedendogli di aprirla.
-Togliti.- con l'altra mano cercai di togliergli il braccio, nonostante fosse stato completamente inutile.
-Zayn... adesso basta.- la madre si alzò dalla poltrona, seguita dal padre.
-Tu non intrometterti.- Zayn prese le chiavi e aprì la porta.
La madre ci raggiunse e gli sfilò le chiavi dalla mano: -Io mi intrometto e come. Adesso accompagno io Kate, e tu resti quì. Vedi di darti una calmata.-
Lanciai un'ultima occhiata a Zayn, e dopo lui se ne andò, ed io e Trisha ci avviammo verso la macchina.
Le spiegai la strada, e per i successivi 10 minuti, non ci rivolgemmo una sola parola.
Fu soltanto la musica della radio a riempire quei pesanti silenzi-
Ma nonostante tutto, fu meglio così.
Avevo una confusione inimmaginabile nella testa, e non sapevo cosa dire.
Infatti fu lei la prima ad aprir bocca: -Ci tiene a te...-
Mi girai a guardarla improvvisamente, e lei si girò verso di me per un secondo con un sorriso stampato sul viso.
Era una donna davvero meravigliosa.
-Non prendertela con lui, è fatto così da sempre. E' fin troppo geloso. Pensa che una volta minacciò il fidanzato di sua sorella dicendogli che se l'avrebbe lasciata, gli avrebbe spaccato il muso.-
-E com'è finita?- chiesi curiosa.
-Detto fatto. Si presentò lì, e gli stampò un bel cazzotto in faccia.-
Mi misi a ridere e quasi mi scesero le lacrime per l'emozione.
Era un momento delicato, almeno per me.
Sarei stata in grado di scoppiare a piangere da un momento all'altro.
Avevo bisogno di qualcuno.
Un incurabile e disperato bisogno della presenza di qualcuno al mio fianco.
Ero maledettamente sola.


La mattina precedente cercai di ritardare il più possibile a scuola, per evitare di restare come un imbecille sola nell'atrio.
Avrei potuto tranquillamente stare con Denise, ma non riuscivo a trovare il coraggio.... a meno che non l'avesse fatto lei per prima.
Arrivai giusto in tempo, quando la campanella era appena suonata.
Corsi nel mio armadietto, infilandoci quasi la testa dentro, per cercare di passare inosservata.
Sentii la voce di Zayn.
Mi sembrò che tutte le altre si fossero ammutolite, e la sua le copriva tutte.
Non si accorse di me.
Sospirai, e mi avviai davanti la classe, quando tutti erano già dentro.
Ma appena mi trovai davanti la porta, mi ricordai che il mio compagno di banco, era comunque Zayn.
Entrai silenziosa, e nessuno era al proprio posto, dato che il professore di tecnica ancora non era arrivato, e sicuramente avrebbe ritardato come il suo solito.
Peggio di così?
Zayn era seduto su un banco e attorno a lui c'erano un altro paio di ragazzi, tra cui anche l'immancabile Daisy & co.
Io feci tanto per provare ad entrare il più silenziosamente possibile, e invece poi mi ritrovai tutti i loro sguardi fiondati su di me.
Zayn compreso.
Mi finsi indifferente ed andai a sedermi nel mio posto, dove vicino c'era già lo zaino di Zayn.
Ritornarono a parlare, ed io mi guardai intorno imbarazzata come non mai.
Sentivo che sarei esplosa a momenti.
Ci mancava solo che io mi mettessi a pregare che qualcuno si ricordasse di me, e che dentro quell'aula c'ero anche io.
Che scuola di merda.
I primi giorni sei la preferita di tutto l'istituto, e poi, lascia passare un paio di giorni, e preferirai buttarti da un precepizio.
Incominciai a farmi domande sul perchè io fossi rimasta ancora a Londra. Non era così che le cose dovevano andare. Ed io ero lì solo per Zayn.
Ed era la cazzata più grande che io avessi mai potuto fare.
Non potevo dipendere da lui, che era il mio wa contrario
Uscii dalla classe esausta, e stavolta davvero non se ne accorse nessuno.
Corsi lungo il corridoio, incrociando anche il professore di tecnica che mi guardò spaventato: -Signorina, tutto bene?-
Entrai nel bagno e appoggiai le mani sul lavandino, incominciando a piangere.
Alzavo lo sguardo e osservavo la mia figura nello specchio che sembrava diventare ogni secondo sempre più orribile.
Ero io ad essermi causata tutto.
Ogni singola cosa, dalla peggiore alla migliore.
Un incosciente avrebbe fatto le cose che io avevo realmente fatto dal momento in cui misi piede in quella città.
Sola.
Nient'altro che sola.
La porta del bagno si aprì, ed entrò l'ultima persona che avrei voluto vedere: Daisy.
Fortunatamente era sola.
-Te la fai facile la vita, eh?- mi chiese a braccia incrociate.
Avevo persino paura che cacciasse un cortellino e me lo penetrasse nella gola. Da lei me lo sarei aspettato.
La guardai senza capire ciò che volesse dire.
-Vieni quì, e piangi. E' facile?- sorrideva compiaciuta delle sue parole.
-Cosa cavolo hai contro di me, si può sapere?- le chiesi con il groppo in gola che si faceva sempre pù grande.
-Lo vedi? Sei così stupida e ingenua...- si fece più vicina.
-Non sono io ad essere stupida e ingenua, sei tu a giudicarmi senza che io ti abbia mai fatto qualcosa. Mi tratti come se io ti abbia rubato la cosa più bella del mondo.-
La sua espressione diventò improvvisamente seria: -Tu non ne hai neanche idea del male che mi hai fatto dal momento in cui sei entrata in questa scuola. Non lo immagini neanche. Sei troppo impegnata a tenerti il tuo fidanzatino stretto stretto. E se qualcuno te lo tocca, cos'è? Una puttana, giusto? Non è così che mi hai identificato? Sì, è così, e io lo so bene. Solo perchè io mi vesto meglio di te sono una puttana, bene, così tu sei quella intelligente qui in mezzo, vero?-
-Voglio solo ricordarti che al campeggio hai provato ad affogarmi, e se non fosse per Zayn probabilmente adesso sarei dentro una tomba!-
-Lo vedi? Non hai provato neanche un secondo a chiederti il perchè. E vuoi sapere la verità? Sì, mi hai rubato la cosa più bella del mondo. Zayn. Sei venuta quì, ti sei finta una suorettina, ma poi si sapeva che ci saresti andata a finire anche tu nel suo letto, come tutte le altre. Lo sai? Come tutte le altre! Sei soltanto una delle tante, fattene una ragione!- mi spinse, e subito continuò: -Non hai mai provato ad immaginare come potessi sentirmi io, nel vederti incollata a Zayn ventiquattro ore su ventiquattro, pensando che fino a qualche mese prima, lui era MIO. Hai capito? Era MIO! Lo amavo e lo amo come non ho mai fatto in vita mia. E tutto questo da quanto? Da anni forse... mentre tu? Dopo un mese te lo sei scopato credendo cosa? Credendo davvero che lui fosse innamorato di te.-
Piangeva.
Le lacrime le cadevano come cascate dagli occhi.
-Guarda, li vedi questi?- si alzò la manica del braccio, e mi mostrò numerose ferite sui suoi polsi, ed un'infinità di cicatrici. -Ci hai mai pensato? Hai mai pensato a come mi sento ogni giorno a vederti insieme a lui? Non hai mai pensato che forse qualcuno potrebbe amarlo più di te, eh? Non ci hai mai pensato? Perchè non provi ad aprire gli occhi e guardare in faccia chi ti circonda?... Il tuo tempo è finito Kate.- si calmò ed uscì dal bagno, restai immobile.
Neanche tre secondi dopo, sentii la voce di Zayn dall'esterno: -Daisy... possiamo parlare un attimo?-
-Sì...- rispose lei.
Mi asciugai gli occhi umidi e uscii dal bagno. Mi diressi in presidenza e chiesi alla preside il permesso di uscire perchè non mi sentivo bene, e finsi che sarei andata dai miei genitori in Italia, e quindi che prima delle vacanze natalizie non sarei più venuta a scuola.
Ritornai a casa e chiusi tutte le finestre e spensi tutte le luci. Era tutto completamente buio.
Con la luce del cellulare proseguii fino a ritrovarmi nel bagno.
Mi sedetti a terra con la schiena contro al muro e piegai le gambe, stringendomi in esse per il freddo.
Fosse per me sarei restata immobile per tutta la vita, fino a morire di fame, o di sete... o peggio ancora: morta di freddo.
Fissavo il vuoto, a volte mi sembrava di essere diventata cieca per quanto intenso e profondo fosse il buio che mi circondava.
In fondo tutto quel nero, si somigliava molto con la mia vita.
Senza nessuno che ti sta intorno, come credi che possa essere la tua vita?
Stavo sprofondando completamente, non ne potevo più.
Pensavo al mio futuro, e vedevo il buio.
Non avevo progetti, non avevo sogni, non avevo una migliore amica, non avevo una famiglia che mi stava vicino, non avevo fratelli o sorelle, non avevo un cane o un gatto, non avevo un amico maschio che mi avrebbe detto sempre la verità, non avevo i soldi per comprarmi da mangiare e vestirmi, non avevo niente.
Sette miliardi di persone ad un passo da me, ed io sola.
L'avrei ripetuta per chissà quante volte ancora quella parola: Sola.


Zayn's POV:
-Quindi... mi capisci?-
-Sì, Zayn.-
-... avanti, non abbatterti. Puoi darti da fare anche con Jonathan.-
-Chi? Jonathan?-
-Sì, Daisy, Jonathan!-
-Non... io... non ci ho mai... Jonathan?-
Mi alzai e le diedi una pacca sulla spalla: -Proprio lui!-
Le feci l'occhiolino ed andai via, ma poi mi fermai: -Daisy!-
Si girò: -Sì?!-
-Lascia stare Kate, perfavore.-
-Proverò a farmela amica.-
Mi sorrise, ed andai via.
La battaglia aveva inizio: trovare Kate.
Ormai Daisy si sarebbe tolta dai coglioni per  un bel pò di tempo. Le avevo spiegato la situazione.
Un pò di paroline dolci sull'amore, ed è fatta.
Conoscendola, probabilmente era già arrivata in Italia pronta a mollare me e tutto il resto.
Incominciai con chiamarla al cellulare, e ovviamente, non mi rispose.
-Signorino, dove crede di andare?-
La preside mi richiamò mentre stavo per uscire dalla scuola.
-E' importante.-
-E tutta questa autonomia? Si crede di stare a casa sua che esce ed entra quando le pare e piace?-
Ruotai gli occhi al cielo disgustato dal suo modo di fare così signorile che mi stava letteralmente sui coglioni.
-Ribadisco, è importante.-
-Kate ha chiesto a me il permesso per uscire.-
-Non c'entra lei.-
-Non si è sentita bene, e non verrà a scuola fino alle vacanze di Natale.-
-E perchè?-
Sospirò.
-Và in Italia dai suoi genitori.-
Detto fatto.
-Ah- mi finsi strafottente, come se ciò che mi avesse detto non mi importasse per niente.
Restai fermo e appoggiai la mano alla porta incrociando le gambe mettendomi a fischiettare.
La preside era ancora immobile che mi fissava.
-Se è per Kate ti lascio andare.-
Continuai a fischiettare per qualche altro secondo, e poi me ne andai fuori.
Faccio arrapare anche la preside.
Raggiunsi subito la moto, e come un matto mi misi a correre per la strada, rischiando due volte di rimanerci secco.
Arrivai a casa di Kate, e le finestre erano completamente sigillate, così come la porta.
Suonai il campanello come se davvero mi aspettassi che lei con un sorrisino contento sul volto mi venisse ad aprire.
Chiamai il suo nome vicino alla porta, sparando un paio di: -So che sei dentro- per incitarla ad uscire.
Niente.
A giudicare dall'aspetto esteriore della casa, sembrava davvero che lei fosse partita.
Sapevo qual'era la sua casa in Italia.
Ricordavo quel giorno perfettamente.
Ogni ventiquattrore, almeno per un secondo, mi veniva a mente quel giorno.


 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ragazze buona seraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa <3

grazie mille per i voti e i commenti vi amo da morire <3

Vi annuncio solo che mancano solo 4 capitoli alla fine e in più ci sarà un capitolo SPECIALE.

Vi giuro che io non ho mai letto fan fiction più bella.

Quindi spero che vi piaccia e che continuate a votare e commentare.

Cercherò di continuare in questi giorni.

Grazie ancora alla prossima.

Des xxx

Zayn Malik sei un fottuto stronzoWhere stories live. Discover now