01. CATTURATA

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"Dove sono?" ringhiai.

Le mie braccia erano legate dietro la mia schiena e non riuscivo a liberarmi, il che mi confondeva e mi faceva arrabbiare. Ero debole, e per qualche motivo i miei poteri erano inutili in questa cella di vetro. Mi contorsi muovendo le mani cercando di sciogliere la stretta sui miei polsi, grugnendo frustrata al mio sforzo vano. Come cavolo ero finita qui?

Mi sforzai di tornare indietro con la mente a quando ero nel mio appartamento, cercando di ripercorrere gli avvenimenti che avevano portato al mio inspiegabile rapimento. Dall'esterno della cella mi fissava un uomo con una benda di pelle nera sull'occhio, era seduto su una rampa di scale a braccia conserte.

"Ti trovi in un complesso segreto in Washington DC. Ho commissionato personalmente la costruzione di questo posto molto tempo fa per precauzione, non ho mai pensato che ne avrei avuto bisogno, ma immagino di aver intuito bene" la sua voce minacciosa rimbalzava sulle pareti di metallo.

"Perché sono qui? Cosa mi hai fatto?" non ricordavo niente dopo che mi aveva iniettato un siero nel collo facendomi svenire sul freddo pavimento del mio salotto.

"Dovevamo parlare, e non possiamo farlo tranquillamente quando cerchi di spezzarci il collo"

"Parlare di cosa?" sbottai.

Si alzò in piedi usando la ringhiera da supporto e camminò verso di me.

"Per migliaia di anni la tua razza ha vissuto tra gli umani non lasciando traccia di ciò che siete in grado di fare" disse mentre i suoi stivali sferragliavano sul pavimento di metallo. Io distolsi lo sguardo. "In un mondo di super soldati, uomini in armature di ferro, dei e alieni, chi avrebbe mai sospettato di un vampiro?"

Mi immobilizzai al suono della parola. Chi diavolo era questo uomo? Tesi la mascella, frustrata.

"So chi sei e che cos'hai fatto. Conosco i nomi di tutte le persone che hai ucciso" proseguì, il mio corpo si irrigidì; mi stavo infuriando. "Voglio offrirti una chance per redimerti"

"Come lo sai?" chiesi guardando a terra.

"È il mio lavoro"

Ritornò sulle scale ed estrasse una cartella dalla sua valigetta.

"C'era un'idea...chiamata l'iniziativa Avengers. L'idea era di mettere insieme un gruppo di persone eccezionali per vedere se fossero riusciti a fare di più, per vedere se fossero stati in grado di lavorare insieme quando ci fosse stato bisogno di combattere battaglie che non saremmo mai stati in grado di affrontare"

Sfogliava le pagine della cartella e poi se la infilò nella giacca.

Mi accigliai confusa. Come poteva conoscermi e sapere la mia storia? Ero stata così cauta, dove avevo sbagliato?

Rilassai i muscoli sulla sedia di metallo che era attaccata al muro. "E questo cos'ha a che fare con me?"

I suoi occhi – o oserei dire occhio – impassibili si posarono su di me, stava aspettando che reagissi. Sulle mie labbra si formò un ghigno mentre iniziavo a fare due più due.

"Tu...vuoi che io...ti aiuti?" non potevo non essere un po' divertita dalla sua proposta. "Mi hai rapita e imprigionata ed ora mi stai chiedendo di aiutarti? Non ti conosco nemmeno"

"Non te lo sto chiedendo, Miss Haze..." si avvicinò, "Penso che lo vorrai fare di tua spontanea volontà"

"E che cosa te lo fa pensare?"

"Beh, tu sei quella che deve vivere per sempre. Dopo tutto quello che hai fatto pensi davvero che riuscirai a convivere con te stessa così a lungo?"

Eyes on Fire ★ |ITA|Where stories live. Discover now