13. READY TO COMPLY

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"Dobryy vecher, soldat. Vasha sleduyushchaya missiya..." [Buonasera soldato. La tua prossima missione è...]

Ero su di una collina e contemplavo la città di Sokovia in notturna. Il mio prossimo obbiettivo era qui. Riuscivo a vedere con chiarezza i dettagli della città: il suono degli uccelli che sbattevano le ali nelle chiome degli alberi e il palpitare del loro piccolo ed irrilevante cuore. Sentivo il suono dei passi che appartenevano alle poche persone che ancora percorrevano le strade a quest'ora. Vedevo le persone all'interno delle loro case: dormivano, leggevano, guardavano la televisione...e lì, tra il brusio della vita che mi circondava, individuai l'odore ed il suono di quella cosa che per me spiccava sempre tra le altre: il forte rumore dei cuori che battevano e che pompavano sangue – l'odore del quale mi ricordava del veleno che bruciava nelle mie vene.

Dovevo dimenticarmi della sete per un momento, la mia priorità era la missione. I miei muscoli si contrassero in preparazione mentre il vento cambiò a sud e facendomi da segnale. Provai a focalizzarmi sull'odore che adesso mi interessava, quello di Amalia Kozakova. Sapevo dove trovarla e lasciai che i miei istinti presero il controllo.

Corsi verso la parte sud della città fino ad un complesso residenziale nel quale abitavano anche lei e sua madre. Mi arrampicai sul muro ed entrai nell'ultimo piano dalla finestra. Amalia e sua madre stavano dormendo pacifiche come sospettavo, fianco a fianco su di un materasso a terra. Non sospettavano la mia presenza.

Feci cadere intenzionalmente una tazza in cucina facendola andare in mille pezzi sul pavimento di legno scheggiato facendole svegliare di soprassalto.

Stetti in piedi vicino al tavolo nascosta nell'ombra. Ero sicura che potessero vedere i miei occhi rossi nell'oscurità perché lessi paura nei loro sguardi quando lo diressero nella mia direzione. I loro battiti del cuore accelerarono.

Feci un passo avanti e la luce della luna mi illuminò metà viso. Mentre mi avvicinai la madre circondò la figlia con le braccia. Erano paralizzate dalla paura mentre mi muovevo verso di loro. I loro respiri spezzati divennero isterici quando annullai la distanza tra di noi.

"Sei un angelo?" chiese la madre con un forte accento Sokoviano.

Inclinai la testa di lato e mostrai i denti.

Il suo battito cardiaco accelerò ed nei suoi occhi lessi il terrore.

"Il diavolo..." sussurrò con voce tremante. Le lacrime iniziarono a rigare il viso di sua figlia mentre quest'ultima tremava incontrollatamente. "Lucifero. Vive nei tuoi occhi"

Tesi la mano verso la mia pistola per prepararmi a fare ciò che andava fatto. La madre si era firmata una condanna a morte nel momento in cui avevo letto il file di sua figlia.

Nessun rimorso. Nessun testimone.

Feci un passo avanti stringendo la pistola ed alzandola lentamente.

"Lascia stare mia figlia, per favore" mi implorò la madre. Non avevo bisogno di tempo per pensarsi, quindi le sparai rapidamente nel petto.

Amalia urlò. Dovevo agire velocemente o avrebbe svegliato i vicini. La afferrai per il collo e le iniettai il siero facendole temporaneamente perdere i sensi giusto in tempo per tornare alla base.

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"Dobryy vecher, soldat. Vasha sleduyushchaya missiya..." [Buonasera soldato. La tua prossima missione è...]

Omsk era dove avrei trovato il mio prossimo obbiettivo, Dimitri Larion. Il vantaggio principale del non dormire mai era che avevo più tempo per le missioni.

Eyes on Fire ★ |ITA|Where stories live. Discover now