02. INCUBO

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"Alaska", mi chiamò dolcemente mia madre. Era in piedi in mezzo al salotto ed indossava una vestaglia da notte di seta, aveva in mano una candela e con l'altra mi gesticolava di avvicinarmi. Ero sicura di aver visto un bagliore di paura nei suoi occhi giallo oro.

"Ascoltami" sussurrò, "Sono così orgogliosa di te – sei diventata una bellissima giovane donna"

Con un sorriso forzato mi accarezzò una guancia con la punta delle sue dita fredde come il ghiaccio. Sentii un fruscio provenire dalla porta d'ingresso ed io guardai dietro le sue spalle e notai una figura alta dietro le tende. Qualsiasi cosa fosse di cui lei era spaventata era al nostro ingresso.

"Madre" dissi incerta, la mia voce tremava "Cosa sta succedendo?"

Lei rise, ma la risata mi giunse amara. "Oh dolcezza...qualsiasi cosa accada, sappi che io ho fatto tutto ciò che ho potuto per proteggerti. So che farai la cosa giusta. Ora vai nella tua stanza e non uscire finché non te lo dico io".

Iniziai a preoccuparmi seriamente e le afferrai un braccio. "Madre, di cosa stai parlando? Perché ti stai comportando così?"domandai.

"Non avrei mai dovuto lasciare che questo succedesse. Mi dispiace cara, ma ora la gestirò" sussurro, la sua voce era calma in modo inquietante.

"Non vado da nessuna parte senza di te" insistetti non lasciando la presa sul suo braccio, "Qualsiasi cosa sia, possia-"

La porta d'ingresso venne aperta in sbanco e sbatté contro il muro con una tale violenza che mi fece saltare dallo spavento. Un uomo entrò, era alto circa un metro e ottanta, i suoi occhi erano a mandorla e di un rosso profondo. Il suo viso pulito e rasato ospitava un naso lungo e sottile e labbra di un color rosa non naturale. I suoi capelli marroni erano pettinati all'indietro senza un capello fuori posto, la sua pelle era di un bianco pallido come quello di mia madre. Seppi istantaneamente che lui era uno di loro.

Si tolse il cappotto e lo depositò sull'appendiabiti come se fosse il benvenuto, indossava una t-shirt bianca ed un paio di pantaloni marroni. Entrò con un'espressione compiaciuta in viso e le mani in tasca.

"Marylin" disse rivolgendosi a mia madre. La sua voce era profonda e minacciosa e sembrava riempire tutta la stanza.

Mia madre si irrigidì. "Jack" mormorò amaramente.

"Sai perché sono qui" disse con un ghigno, "Conosci l'accordo che hai fatto e sai quali sarebbero state le conseguenze se tu avessi fallito.

"Per favore Jack, non di fronte a mia figlia" implorò facendomi scudo con il suo corpo.

I miei occhi erano fissati su di lui, ero così terrorizzata che avrei voluto urlare, ma non riuscivo ad emettere nessun suono.

"Sai cosa deve succedere" un sorriso sinistro si fece spazio sulle sue labbra, non avevo mai visto nulla di più malvagio come l'espressione nei suoi occhi. "Non l'hai cambiata prima dei suoi vent'anni, sei scappata da noi, ci hai quasi esposti. Temo che non possiamo permetterci che altre regole vengano infrante, da un cattivo esempio, non trovi?" si avvicinò a mia madre e lei mi spinge indietro delicatamente.

"Non è la vita che volevo per lei, Jack" mormorò.

"Beh, non è un peccato?" disse posizionandosi di fronte a me. Inclinò la testa di lato, "Sarebbe un'immortale eccezionale"

Toccò il mio viso ed io portai indietro il capo, ero disgustata. Spostò lo sguardo su di me e ringhiò, "Sai che ti dico, farò in fretta, d'accordo?"

Eyes on Fire ★ |ITA|Where stories live. Discover now