09. PRIMA MISSIONE

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L'ora si stava avvicinando ed ero sempre più tesa. Il team era occupato a preparare il necessario nel laboratorio, mentre io sedevo a terra a gambe incrociate di fronte a Natasha e disegnavo dei cerchi in ripetizione sulle gambe. Stava riempendo tutto lo spazio possibile nella sua borsa delle armi ed i miei occhi seguivano i suoi movimenti, mentre la mia mente era altrove, ovvero era rimasta alla conversazione che avevo avuto con Bucky.

"Stai mostrando il tuo lato umano" disse Natasha riportandomi al presente.

"Huh?"

"Sei nervosa e si vede" disse calma.

"Tu no?"

"Dopo averlo fatto così tante volte diventa una seconda natura, non ho più nulla da temere" mi rassicurò.

"Nemmeno la morte?" chiesi curiosa.

Un piccolo sorriso si fece spazio sulle sue labbra rosa e carnose. "Beh...non ti godi veramente la vita se non temi la morte, giusto?" ammise in un tono delicato ed io ricambiai il suo sorriso sinceramente.

Trovavo conforto nella compagnia di Natasha, avere a che fare con una dona come lei era molto rassicurante per me. Avevo passato la maggior parte della vita ad allontanare le persone in quanto temevo che avrei ucciso chiunque avrei avvicinato. La mia sete mi aveva sempre controllata – era il motivo per la mia esistenza. E quando implorava di essere soddisfatta avrei fatto qualsiasi cosa in mio potere, avrei ucciso chiunque dovevo, per soddisfarla. Le cose erano diverse ora, ero circondata da esseri umani che non mi temevano, e non avevo paura di stare a contatto con loro. Il pensiero mi rese contenta.

"Allora, com'è il clima a Lagos?" chiese improvvisamente.

"Non lo so...perché?"

"Beh, se è soleggiato sembrerai un lampadario di cristallo che cammina...potrebbe attirare attenzione indesiderata" disse.

Sgranai gli occhi al pensiero. "Potrei indossare un cappello o qualcosa del genere"

"Te ne sei portata uno?"

"Forse avrei portato qualcosa con me se mi fosse stata data l'occasione di fare le valigie"

Si accigliò per un istante ed emise un suono simile ad un 'hum'.

"Chiedo a Tony, torno subito" disse.

Quando Natasha tornò aveva le mani dietro la schiena con fare sospetto.

"Che c'è?" domandai alzandomi.

"Ha detto che era tutto ciò che aveva..." disse porgendomi il cappello blu scuro.

Lo girai per guardare il davanti e grugnii. C'era cucito I HEART TONY STARK in grandi lettere bianche e rosse.

"Oh si, molto anonimo" mormorai sarcastica sottovoce. Lei diede una scrollata di spalle con fare divertito.

Ci dirigemmo vero l'elisuperficie che si estendeva al livello del piano principale dell'edificio. Il sole iniziava a tramontare coprendo la città di un bellissimo color arancione brillante. I miei occhi individuarono una figura di uomo alta in piedi di fianco a al quinjet che rivolgeva un ghigno a me e Natasha mentre ci avvicinavamo.

"Che bello tornare al lavoro" annunciò allargando le braccia.

"Grazie per essere venuto" disse Natasha venendo accolta dall'abbraccio dell'uomo.

"Non c'è bisogno di ringraziarmi" disse sciogliendo l'abbraccio.

Natasha si rivolse a me. "Alaska, ti presento Sam Wilson. Sam Wilson, Alaska Haze"

Eyes on Fire ★ |ITA|Where stories live. Discover now