Capitolo II

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Carly's pov

Conoscevo Trevor Butler. Eravamo stati amici, una volta. E la notizia che si fosse trasferito nella mia scuola non mi garbava affatto.

Capii che dire in giro di conoscerlo era una mossa sbagliata, decisi di nasconderlo e di far finta che non ci fosse.

In quei corridoi l'aria era gelida, con le mani strette alle spalliere dello zaino mi avviai nella direzione del mio armadietto. Il corridoio cominciava a riempirsi di gente, dai novellini del primo anno ai veterani dell'ultimo.

Mi chiedevo se Trevor si ricordasse ancora di me, erano passati un po' di anni, quelli giusti per far finta che tra noi non fosse mai successo nulla.

Camminavo senza guardare in avanti, con lo sguardo fisso al pavimento, nella speranza che qualcosa mi distraesse dal pensiero che il mio ex migliore amico si fosse trasferito nella mia scuola.

Fino a quando qualcuno mi piombò addosso.

"Ehi!" Esclamai prendendo i libri e le penne che erano cadute sul pavimento "Vedi di stare più attento la prossima volta"

"Vedrò di stare più attento, allora" disse il ragazzo tendendomi la mano.

Quella voce. Io conoscevo quella voce.

Per un istante fui come pietrificata, alzai lo sguardo verso l'alto e lo vidi: gli occhi verdi di Trevor Butler mi stavano sgranando.

Tra centinaia di ragazzi in tutta la scuola, dovevo proprio imbattermi contro di lui? Leggevo spensieratezza nel suo volto, mentre io ero presa dall'agitazione.

Era diverso da come lo ricordavo, le lentiggini al volto erano scomparse e i capelli erano diventati ancora più biondi, se non fosse stato per la voce non lo avrei quasi riconosciuto.

"Carly?" Domandò "Carly Jensen? Sei tu?"

Ehm sì, sono io. Non lo vedi? Pensai, decisi di non cominciare a dare spettacolo, era già troppo vederlo di fronte a me, dopo tutto quello che aveva fatto.

Sapevo che gli anni molto probabilmente lo avevano cambiato, che non era più un bambino, ma si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

"Quanto tempo Carly!" Disse dandomi una pacca sulla spalla "Non sei felice di vedermi"

No. Non lo sono. Non ora che ti ho rivisto.

"Sì" mentii "Vedo che anche tu adesso fai parte della Westwood High School"

"Già, ho vinto un concorso e il premio in palio è stato quello di iscrivermi qui, che strana la vita no?"

Sapevo benissimo che anche lui stesse mentendo. Lo conoscevo, era sempre stato un attore eccezionale, uno di quelli adatti ai film di Hollywood, con la sua lingua ammaliatrice riusciva ad attirare a sé qualsiasi ragazza. Tranne me. Con me non ci è mai riuscito.

"Adesso mi dispiace ma devo andare" mormorai disfando le mie cose per metterle sull'armadietto "A prima ora ho storia, la professoressa chiede molta puntualità"

"Ma davvero?" Chiese sorpreso lui "Anch'io ho storia"

Starai scherzando, vero?

Non poteva essere. Era come tutto fosse calcolato nei minimi dettagli, era impossibile dettare legge a uno come Trevor, otteneva tutto ciò di quei aveva bisogno, persino l'orario scolastico.

Lo conobbi per la prima volta in prima elementare, quegli occhi verde magnetico attirarono subito la mia attenzione e mi constrinzero ad avvicinarmi a lui. Facemmo subito amicizia e, col passare dei mesi, diventammo migliori amici.

Ogni volta che ti ho aspettato Onde as histórias ganham vida. Descobre agora