Capitolo IV

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Carly's pov

Notti come quelle non si dimenticano, si attaccano a te come sanguisuga, restano momenti impossibili da elidere. Pensai ancora una volta alla notte prima, alla strana conversazione con Trevor e al bacio che mi aveva rubato. Era stato così dannatamente stupendo.

E io sentivo l'esigenza di rifarlo. Di baciarlo ancora. Come potevo provare ancora dei sentimenti per lui? Pensavo che il ricordo sarebbe scomparso col tempo, mi sbagliavo di grosso, restò nella mia testa per tutta la notte, senza mai lasciarmi.

In effetti, nei miei sogni non se ne andava mai, restava, nonostante tutto. Quanto avrei voluto che la realtà dei sogni si eguagliasse a quella di tutti i giorni, era troppo chiedere di stare con Trevor?

Sì, lo era. E io ero troppo presa a pensare a lui per capirlo, ero troppo felice all'idea di vedere me e lui, insieme. Qualcuno mi allontanò da tutti i miei pensieri.

"Che ti succede?" la voce di Sam era ancora presa dal sonno "È successo qualcosa?'"

Aprii gli occhi. Mi trovavo a scuola, con il gomito che premeva sulla mia guancia e lo sguardo rivolto verso il soffitto della classe. Accanto a me c'era Sam, che mi fissava sbalordita. Forse, il mio pensare a Trevor si era prolungato un po' troppo.

La guardai per un attimo negli occhi, quelli giusti per capire che lei era veramente convinta che mi fosse successo qualcosa, qualcosa di bello. Mi conosceva troppo bene.

"Ieri" cominciai "Trevor è venuto a casa mia"

"Trevor? Il ragazzo nuovo" esclamò sorpresa lei "Ma se nemmeno ti conosce!"

"Ehm già..." Cercai di deviare il discorso "Comunque, è venuto da me per parlare o, almeno, questo è quello che ha detto e poi...mi ha baciata."

"Spero vivamente che tu stia scherzando, Carly. Io non riesco nemmeno a rivolgergli la parola"

"Lo so. Intanto è stato così"

Lessi un filo di malinconia nel tono della sua voce, non sapevo se dirglielo sarebbe stato la cosa giusta.

Ma avevo bisogno di confidarlo a qualcuno, è impossibile tenere dentro il primo bacio, è come un palloncino pieno d'elio che sale su per il cielo, prima o poi deve scoppiare e liberare nell'aria tutto quello che contiene. Io ero così, un grande palloncino di elio (a grandezza naturale) pronto ad esplodere.

La mia necessità di raccontare le cose mi ha sempre perseguitata, ma dopo la morte di mia madre è peggiorata, di solito era lei la persona che sapeva tutto di me, la donna di cui mi fidavo di più, il mio diario segreto.

Era strano non sentirla con me, all'inizio, ma poi ho conosciuto Sam e con lei, tutto è cambiato. È cambiato persino il mio modo di vedere le cose, tutto attorno a me è diventato più piccolo, esistevo solo io, l'egoismo era tutto ciò di cui vivevo.

Ma quella mattina, tra i banchi di scuola, mi sentivo forzata, forse non avrei dovuto confessare a Sam la verità, avrei dovuto mentire e dire che non era successo nulla, che stavo bene, che non era nulla di che. Ero così testarda, passavo il tempo ad ascoltare gli altri, ignorando me stessa.

Mi fidavo troppo di Sam, talmente tanto da far sì che i dubbi crescessero dentro me come radici di piante spinose, dolorose all'interno, assenti all'esterno.

"Non per contraddirti, Carly. Ma a volte sai com'è, i sogni sembrano così reali e.."

"IO NON HO SOGNATO IL BACIO TRA ME E TREVOR, OKAY?" la interruppi alzando la voce, mentre tutta la classe si girò verso la nostra direzione. Sam, l'amica di cui mi ero sempre fidata, aveva dubitato in maniera esorbitante di me, la ragazza che non le ha mai detto una bugia. Perché è così difficile che le persone si fidino di te?

Ogni volta che ti ho aspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora