Capitolo 35

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Abbiamo matematica, interrogata e di nuovo francese.
Interrogata.

Entrambe sono andate bene, la prof di francese mi ha detto solo di dover migliorare di più nulla pronuncia, stavolta Trevor non ha parlato in mio aiuto.

Un sei in matematica e per me è già tanto, ed un bellissimo otto in francese, che come inizio è perfetto.

Quando suona la campanella tutti escono felici, io no.

Trevor neanche mi aspetta, resto da sola in classe.
E cosa ti aspettavi?
Ci sei andata giù pesante e quel poveretto cosa può fare?

Sospiro, dando ragione alla mia coscienza.

Prendo il casco e seguo la grandissima folla di adolescenti che va verso il cancello.

Trevor è già sulla moto pronto a partire.
Senza dire nulla metto il casco e metto le mani sugli agganci di dietro, senza neanche sfiorarlo.

Ho fatto una grandissima cavolata, devo parlargli, dirgli qualcosa.

"Forse ho esagerato"
Borbotto, prima che parta a razzo per andarsene il più lontano da me.

"Va bene"
Dice come contentino.

"Ti va di farmi compagnia?"
Sento che devo recuperare, devo parlargli e farlo rimanere qui.

Lo vedo incerto, fissa dritto a lui.

"Sono da sola a pranzo.
Non mi va di restare sola, e non so a chi chiedere"
Ti prego abbocca, per favore.

"Trevor io voglio parlare con te, mi sono comportata male e voglio rimediare.
Altrimenti sto male"
Quella a mollare sono io, proprio una bella tattica Grace.

Ma deve aver scatenato qualcosa in lui, perché si gira verso di me, sospira e scende.

Si, sta scendendo dalla moto!

"La sai fare la pasta alla matriciana?"
Domanda con le mani nelle tasche dei pantaloni.

Annuisco e tirandolo per un braccio lo faccio entrare in casa.

"Accomodati"
Dico euforica.
Inizio a tirare fuori la  pentola piena d'acqua, prendo la pasta, la passata di pomodoro, il sale, il guanciale e l'olio.

Tempo quindici minuti il cibo è pronto, chiedo aiuto a Trevor di sistemare la tavola.

"Buon appetito!"
Dico iniziando a magiare.

"Allora?
Che ne pensi?"
Domando durante il pranzo.

"Buona"
Risponde.

Il telefono di casa inizia a squillare, mi alzo e corro verso il telefono.

"Trevor a me dispiace molto per come ho reagito.
E ci tengo anche a dire che Jace non mi ha tradita volontariamente, non stava bene.
Non voglio che quando tu lo riveda pensa male di lui"
Ok, sono patetica, ma se ad una persona ci tengo non riesco a fare altrimenti.

Sto pure male e non scherzo, in più voglio anche illudere me stessa per quanto riguarda Jace.

"A me basta saperti felice.
Poi quelli che fate tu e lui, sono cose vostre personali"
So a cosa si riferisce, e soprattutto a quale frase mia.

"Scusa mi sono fatta prendere la mano"

"Non importa, ormai quel che è fatto è fatto.
Ti va di fare i compiti?"
Ho chiarito tutto e va già molto meglio.

"Si, sistemo qui e arrivo"
Inizio a prendere i piatti per metterli nel lavandino.

Trevor deve aver finito in camera mia con i quaderni e penne.
Deve essere tutto pronto.

E poi qualcosa di morbido sulle mie labbra e qualcosa di caldo tiene fermo il mio viso.

Sei la mia rovina 3.Where stories live. Discover now