L'inizio.

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Gran Premio d'Australia 2014

Ecco. Ci siamo. Oggi è il momento che stavo aspettando da tanto, troppo tempo. Gareggiare con una vera monoposto in un vero Gran Premio.
Dopo tutti i sacrifici, le maldicenze e gli sforzi, ero finalmente qui.
Tecnici e meccanici controllarono che la mia auto, o per meglio dire, quella di Vergne -che per un imprevisto non avrebbe potuto gareggiare-, fosse in buone condizioni per potermi offrire il meglio di sé durante la gara e la posizionarono sulla griglia di partenza. La pressione degli pneumatici era come dovrebbe essere e non ci fu alcun problema tecnico. Per fortuna, il tempo era splendido e non era prevista pioggia, nonostante la presenza in cielo di nuvoloni minacciosi.
Il mio umore era un mix di emozioni: nervosismo, tensione e contentezza.
Misi guanti e casco e mi infilai nell'abitacolo della monoposto. Mi persi nei miei pensieri, fino a quando non mi sentii picchiettare sulla spalla che mi riportó alla realtà. A quel punto, mi girai e riconobbi la tuta rossa sgargiante con lo stemma del cavallino rampante: Fernando Alonso.

-Allora ragazzina, sei pronta?-chiese, il pilota spagnolo dandomi una pacca sulla spalla.

-Pronta a batterti? Certamente!-risponsi ironicamente prendendolo un po' in giro.

-Molto divertente. Comunque, no. Intendevo pronta ad affrontare il tuo primo Gran premio. Come ti senti?- chiese, più seriamente.

-Beh, come posso sentirmi? Sono molto tesa, ho paura di fare male. Non ho ottenuto un buonissimo risultato ieri con le qualifiche. Posizionarsi dodicesima non è proprio il massimo, Nando.-

-Stai serena, è normale. Sei alle prime armi, può capitare di andare male qualche volta. Hai questa gara per rifarti. Tranquilla.-

-Grazie per l'incoraggiamento, Fer.- risposi dandogli il cinque.

-De nada, hermanita! Ora vado, mi chiamano. E stai tranquilla, ti batto in mezzo secondo!- mi disse facendo lo sbruffone e io, come risposta gli mostrai il dito medio.

Tutte le monoposto e gli altri piloti si trovavano già sulla griglia di partenza.
Appoggiai le mani sul volante e chiusi gli occhi per un istante per concentrarmi.
I semafori si spensero e quando sentii il rombo del motore, spinsi sull'acceleratore, facendomi spazio tra le altre monoposto e avanzando di tre posizioni lasciandomi alle spalle le Renault di Magnussen e Kvyat e infine Bottas a comando della sua Williams.
Mi trovavo già in nona posizione e stavo già cominciando ad accumulare alcuni punti.
Con la prima curva, potei avanzare e quindi tallonare l'alettone della Force India di Perez. Lui però mi notò, infatti non mi lasciò spazio, per fortuna, con una mossa "astuta" riuscii a sorpassarlo dall'esterno, sentendo poi attraverso la radio i tecnici esultare "brava nel sorpasso".
Dopo dieci giri, Sebastian si ritirò, gettando la squadra nel panico più totale.
Clamorosamente, anche Lewis Hamilton con la sua Mercedes, a causa di un problema al propulsore, andò ai box e, poco dopo ne venne ufficializzato il ritiro.
Mi trovavo di fianco alla monoposto di Daniel che non mi lasciava spazio per andare avanti, quindi mi toccò inseguirlo per poi approfittare di un suo errore.
Sapevo quanto quel ragazzo fosse aggressivo in pista.
Al quindicesimo giro mi venne comunicato che le gomme erano un po' danneggiate, quindi mi consigliarono di andare ai box per effettuare il pit-stop. Per fortuna, il mio team fu abbastanza svelto così da poter farmi rientrare in pista con soltanto una posizione in più.
Il Gran Premio si concluse con Rosberg, Daniel e infine Magnussen sul podio.
In fin dei conti non mi andò male. Per essere la prima volta su una pista, il nono posto mi andava più che bene.
Nonostante la boccata amara del ritiro di Sebastian -che a quanto pare, sembra sia stato causato dalla power unit che stava fondendo- si festeggió per il secondo posto di Daniel.
Mi congratulai con lui e il pilota australiano mi fece un gran sorriso mettendo poi un braccio sulla mia testa come appoggio.

SPEED|| Sebastian VettelWhere stories live. Discover now