Londra, non mi sei mancata per niente!

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Martedì, 22 luglio 2014
Londra

-Pronta a sostenere almeno altri venti minuti di allenamento?-
Chiese il mio personal trainer e nutrizionista, lanciandomi una bottiglietta d'acqua.

-Solo se mi prometti che dopo mi accompagni a prendere un panino. Non dico uno intero, anche mezzo mi va bene!-
Presi al volo la bottiglia e la bevvi praticamente tutta per poi posarla su una delle panche della palestra dove mi allenavo.

-Panino? Quale panino? E quello che abbiamo fatto tutta la mattinata lo buttiamo così? Assolutamente no. A pranzo 100 grammi di pasta, o insalata, e poi una porzione abbondante di frutta. Già ti sei scordata della DIETA?- disse, prendendo dallo scaffale il suo borsone, posandolo giù e frugando al suo interno.
"Dieta". Che brutta parola.
Essendo nata e cresciuta in Sicilia, non rientrava nel mio dizionario.

Lo guardai stranita mentre tirava fuori asciugamani, chiavi di casa, bottiglie di plastica vuote, persino delle scarpe da tennis, ma non riuscendo a trovare quello che cercava; borbottó in accento napoletano 'Ma dove l'ho messo'.
Chissà da quanto tempo era lì dentro tutta quella roba, e anche quanto cattivo odore.
Un classico per lui che, da quando l'avevo conosciuto (grazie a Francesca, la mia compagna di banco al liceo, tra l'altro sua fidanzata da ben tre anni), non faceva altro che dimenticarsi le cose importanti a casa, e le futili sempre dentro il suo borsone.
Uno disordinato cronico, ma conoscendomi, non potevo parlare proprio io, dato che questa è una dote da sempre appartenutami.
Basti pensare che una volta, ero uscita pazza, perché non riuscivo a trovare da nessuna parte il mio cellulare.
La prima cosa che feci data la mia pigrizia, fu farlo squillare ma, mi rimandava alla segreteria telefonica.
Perciò mi apprestai a cercarlo prima in cucina, poi in salotto, in camera da letto e così via per tutta la casa, ma nulla.
Del cellulare nemmeno l'ombra.
Proprio quel giorno avrei avuto la laurea proprio di Francesca e non potevo di certo arrivare in ritardo per cercare quel coso tecnologico.
Di conseguenza uscì senza.
Mi recai alla mia Ford blu e appena mi sedetti, sul cruscotto vidi lampeggiare una luce azzurra.
Il pensiero della mia giornata sfortunata fu sfumato dalle parole di Gianluca che irrompevano nella stanza.

-L'ho trovato!!- esclamò tirando un respiro di sollievo e alzando il braccio sollevando all'aria un blocchetto di appunti spillati in modo disordinato tra loro.

-Tutto questo disordine per questa cosa?- domandai guardandomi attorno.

-Questa cosa, come la chiami tu, è sacra! In questo prezioso blocchetto ci sono i tuoi programmi nutrizionali e i tuoi esercizi quotidiani fino a capodanno. Ho dovuto fare i salti mortali per organizzarli, tenendo conto dei tuoi orari, dei tuoi impegni, delle tue sessioni al simulatore e delle tue uscite segrete con non so chi. Quindi, ringraziami, che se non fosse per me, che anche se non fa parte del mio lavoro, ti faccio pure da manager oltre che da nutrizionista.
Per i tuoi orari, mangeresti soltanto cibo spazzatura proveniente dai fast-food, dato che sei così disorganizzata e scansafatiche che non hai nemmeno imparato a cucinare come si deve da quando vivi di sola!- disse tutto d'un fiato.

Rimasi di stucco e lo guardai allibita.
Aveva perfettamente ragione.
Io e la cucina eravamo nemiche per la pelle.
Non potevo dargli tutti i torti, ma non poteva darmi della scansafatiche!

-Ti sei sfogato a dovere?- dissi ridendo.

-Sí. Ma ora riposati un po', prenditi alla macchinetta una barretta ai cereali e una Red Bull, riprenderemo gli allenamenti tra trequarti d'ora.- disse liquidandomi e chiudendo la porta della stanza.

La prima cosa che feci, fu acchiappare il telefono che Gianluca aveva conservato nella cassettina in plastica per evitarmi eventuali distrazioni.
Sbloccai la schermata home e vidi che c'erano tre chiamate perse.
Una da parte della Vodafone e due di Sebastian.
Composi il numero e lo richiamai.

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