Respira questa libertà!

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Sebastian
La sera prima non ero riuscito a trattenermi tutto dentro.
Era da tanto tempo che non mi sfogavo con una persona senza aver il timore che mi giudicasse.
Poi Margo aveva tutto il diritto di sapere ciò che era successo con Hanna, non volevo tenerla all'oscuro del mio passato, ma renderla partecipe della mia vita.
Dal momento che non avevo più sonno, mi alzai dal letto stiracchiandomi e sbadigliando per poi dirigermi in bagno per svegliarmi con una doccia rinfrescante e, dopo averla fatta ed essermi asciugato, scesi al piano terra.
Avevo in mente di farle una sorpresa, facendole trovare la colazione a letto e poi, portandola in un posto che sicuramente le sarebbe piaciuto.
A qualche chilometro al di fuori di Heppenheim, c'era un ranch dove io e i miei genitori andavamo quando ero un bambino.
Ricordo ancora la prima volta che mi misero in sella ad un cavallo; all'inizio avevo il terrore di perdere l'equilibrio all'improvviso e cadere, ma prima di quanto potessi pensare, imparai a cavalcare.

Margo
La mattina seguente mi risvegliai da sola nel letto, con i primi deboli raggi solari che penetravano nella stanza, dalla serranda che avevamo abbassato la sera prima.
Considerando che non era ancora suonata la sveglia, mi venne da pensare fosse ancora presto, ma quando guardai che le lancette della sveglia sul comodino, segnavano le otto passate, decisi di alzarmi e la prima cosa che feci, fu cercare Sebastian.
Non sentii alcun rumore proveniente dal bagno, che era proprio di fronte la sua camera, perciò esclusi che si potesse trovare lì; così scesi al piano inferiore trascinandomi come uno zombie appena uscito dalla tomba, nonostante ieri sera fossi andata a dormire più presto rispetto al, se così lo si può definire, normale.
Certe volte, non riuscivo a capire quali straordinari superpoteri avessero quelle donne dei film, che la mattina si svegliano fresche e pettinate con un'espressione felice stampata sul volto e piene di energia per affrontare quella nuova giornata, considerando che io, appena aver toccato con il dito del piede il pavimento, mi viene ancora più voglia di restarmene a letto a cincischiare, guardando il soffitto e immaginando cose che non potrebbero mai accadere.
Per le scale si sentiva già un buonissimo odore, così mi recai in cucina e trovai Seb che era alle prese con una padella.
Trovai sulla la tavola, un vassoio con due patti di pancake, due tazzine di caffè e un vasetto con della marmellata.
"Buongiorno! Vedo che ti sei dato da fare ai fornelli, stamattina!" esclamai, cogliendolo alla sprovvista, e mi appoggiai allo stipite della porta incrociando le braccia.
"Oh no! Volevo farti una sorpresa portandoti la colazione a letto; hai rovinato i miei piani!" disse mettendo il broncio, ma sorrise subito dopo.
"Vabene, vuol dire che mangeremo a tavola. Tanto per oggi ho una sorpresa migliore!-  mi
rispose, mi venne incontro per poi abbracciandomi da dietro.
"Davvero? Di che tipo?" ero troppo curiosa, volevo sapere assolutamente di cosa si trattasse.
"Se te lo dicessi, non sarebbe più una sorpresa!" mi disse, sorridendo beffardo.
Non sopportavo essere lasciata sulle spine!
"Ma dimmi almeno dove andremo, così saprò cosa mettermi."
"Ti dico soltanto di metterti qualcosa di comodo, una tuta da ginnastica, ma non posso dirti dove andremo."
Niente da fare.
Si era intestardito nel non volermelo dire e la mia curiosità stava diventando sempre di più.
Ci sedemmo a tavola a mangiare e, a breve, scesero i suoi genitori e Fabian, che la sera prima non avevo l'opportunità di conoscere.
Probabilmente sarà ritornato abbastanza tardi a casa, però non mi ero accorta di alcun rumore, forse perché la stanchezza della giornata era così tanta da farmi dormire profondamente.
Demmo il buongiorno ad entrambi i coniugi e mi presentai a Fabian, che mi riconobbe quasi subito, per la mia fama di essere in Formula Uno.
Rimase sorpreso, evidentemente non se l'aspettava.
Dopo mangiato, salii di sopra in camera di Seb, presi un paio di leggings sportivi e una maglietta presa alla rinfusa dalla valigia e dopo aver fatto una doccia veloce, li indossai.
Feci più in fretta che potessi, per non fare aspettare troppo Sebastian.
Così, appena scesi, non esitammo ad uscire di casa, e avviarci all'auto.
Entrammo in macchina, Sebastian girò la chiave nel quadro di accensione e partimmo in direzione di una meta a me sconosciuta, ma considerando il sorriso di Sebastian, ogni volta che gli chiedevo dove stessimo andando, dedussi che doveva essere un posto davvero speciale per lui.
Considerando che la giornata era piuttosto calda, tenemmo i finestrini completamente abbassati per fare entrare un po' di venticello fresco dentro l'abitacolo dell macchina e appena esserci fermati davanti ad un semaforo, Sebastian tirò fuori dal cassetto del cruscotto, un cd di Bruce Springsteen, con uno dei suoi capolavori, "Born in the U.S.A" e lo inserì nella radio.
Prese dalla tracolla che indossava un paio di occhiali da sole, li indossò e non appena partì la canzone, fece finta di suonare la batteria, mimando con le mani le bacchette.
"Non ti facevo così rock alla guida!" esclamai sorpresa, ridendo a crepapelle.
"Eh, ci sono tanti lati di me che ancora non hai scoperto, ma che ben presto avrai il piacere di scoprire!" rispose, riprendendo a guidare seriamente.
Prima che potessi rendermene conto, entrammo in una cancellata dipinta di marrone e accostammo in un'area adibita al parcheggio.
Sebastian spense il motore dell'auto, scendemmo e dopo aver preso uno zaino da trekking dal bagagliaio, mi disse di seguirlo.
Guardai intorno a me e vidi dei grandi abeti ed in lontananza sentii un nitrito.
A quel punto era davvero facile capire dove mi avesse portata: in un ranch!
Camminammo un po' su un sentiero ricoperto di ghiaia, fino a quando arrivammo di fronte ad un vasto prato verde con dei recinti, all'interno dei quali, c'erano dei cavalli.
La mia espressione a dir poco sorpresa ed entusiasmata aveva fatto comparire sul viso di Sebastian un sorriso compiaciuto e soddisfatto.
"Ti è piaciuta la sorpresa?" chiese, mentre ci avviavamo verso un recinto.
E me lo chiedi anche? Sebastian, mi hai portata in un posto magnifico!
Ma come sapevi che..." mi interruppe.
Entrammo in un recinto e ci avvicinammo a due cavalli meravigliosi.
"Una volta me ne hai parlato, così ho pensato che ti avrebbe fatto piacere venire qui.
Lui è Hurricane, sarà il tuo cavallo per il resto della giornata." rispose.
Era a dir poco meraviglioso.
Il suo manto era marrone scuro e pezzato.
Mi avvicinai a lui con cautela e gli accarezzai il muso, mentre Sebastian metteva la sella alla sua giumenta, bianca come la neve.

"Su, che aspetti? Io e Liberty siamo già pronti!" mi disse, e dopo aver preparato Hurricane montai in sella.

SPEED|| Sebastian VettelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora