Goodbye

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Uno, due, tre, quattro.

Continua a contare Kim.

È questo che mi suggeriva la vocina mentre camminavo verso la bara di mia madre che stava per essere sotterrata con cautela nel terreno. Tengo in mano una nostra foto e il primo rossetto che mia mamma mi regalò quando avevo dodici anni.
Mi disse che l'avrei dovuto mettere solo quando sarei stata una donna completa, una donna forte e indipendente, ma la verità era che senza di lei non sarei mai stata completa, sarei rimasta sempre una bambina più cresciuta, mai una donna.
Così avevo deciso di metterli sulla sua tomba prima che fosse troppo bassa.
Avevo baciato la superficie fredda in legno e le avevo sussurrato piangendo che non mi sarei mai dimenticata di essere felice, ma che non avrei dimenticato mai neanche lei.

Rimasi davanti la tomba per tutta la durata della cerimonia, lasciando alle mie spalle tutte le persone che erano venute a piangere mia madre.
Erano tantissime, questo faceva capire quanto mia madre fosse una buona e brava persona.

Al termine della cerimonia cercai di ricompormi.
Quel giorno avevo ripetuto la frase "Sto bene,grazie" almeno cento volte, e in nessuna di quelle cento volte era vero.
Una sensazione strana pervase il mio corpo, quando la gente si stava ormai allontanando dal punto in cui mia madre era stata seppellita.

"Ti lascio sola per due anni e tagli i capelli così corti?.."

Una voce spezzata e commossa ma leggermente ironica, che conoscevo fin troppo bene, mi fece sussultare.
Avevo conosciuto quella voce sotto molti punti di vista, in situazioni di gioia, rabbia, divertimento e molte altre. Era la voce di una persona che avevo amato e odiato così tanto allo stesso tempo.

Mi girai con cautela. "Travis"

Non era cambiato di una virgola, lui era sempre la stessa persona che avevo lasciato a New York due anni fa, ma vederlo lì davanti a me mi riempì una piccola parte di cuore che stava per essere parzialmente svuotata.
Sembrava aver pianto anche lui, indossava il suo smoking nero, tutto sistemato alla perfezione e teneva in mano un Girasole.
Non l'avevo ancora perdonato per quello che mi aveva fatto, se ci fossimo trovati in un'altra situazione gli avrei chiesto di allontanarsi e di non parlarmi, ma in quel momento non sentivo più l'odio che provavo nei suoi confronti, non avevo la forza per poter discutere con lui.

"Mi..mi dispiace" Avanzò incerto verso di me, io sospirai e mi guardai intorno per poi notare che Jenna e Silvia si erano appena accorte della sua presenza. Non erano vicine e non potevano sentire le nostre parole, ma sicuramente immaginavano cosa stessimo dicendo.

Io annuii."Si, anche a me. Chi ti ha detto che.." Non riuscì a finire la frase e lui sembrò cogliere al volo ciò che stavo per dire.

"Oliver l'ha detto ai miei genitori. Io..scusami se non ho chiamato prima, non volevo darti problemi. Questo.." mi porse il girasole." È per lei, ricordo che una volta mi raccontasti che era il vostro fiore preferito"

Era vero, l'avevo fatto una delle tante sere in cui eravamo rimasti nel nostro posto segreto. Apprezzai quel gesto e il fatto che lui non l'avesse dimenticato.
Presi il fiore e a passi lenti mi girai e lo misi sopra il terreno, poi tornai a guardarlo.

"Non dovevi arrivare fino a qui" Mi asciugai una lacrime con il palmo della mano.

"Non avrei mai pensato di non starti vicino in tutto questo, non avrei voluto rivederti dopo tutto questo tempo solo per questo motivo" indicò ciò che aveva attorno. " Ho provato a chiamarti altre volte-"

"Non voglio parlare di noi, non sono dell'umore giusto. È una storia vecchia. Ma apprezzo molto che tu sia qui"

Lui sospirò e annuì guardandomi rassegnato."Lo so, so che è una storia vecchia."

"Signorina Evans, dovrebbe venire con noi a firmare delle carte"

La voce del guardiano del cimitero catturò l'attenzione sia mia che di Travis. Cercai di ricompormi e mi girai verso l'uomo che era dietro di me.

"Si, certo, arrivo subito" Quando l'uomo si allontanò , mi girai verso Travis.

"Grazie per essere venuto..se hai bisogno di un posto dove stare-"

Mi interruppe."No, tornerò a casa tra poche ore, sono venuto solo per assistere al funerale e..per vedere come stavi"

Annuii di nuovo, era la cosa che mi riusciva meglio quel giorno. "Sto bene, grazie"

Centunesima volta. Avevo ripetuto quella frase per la centunesima volta, ma davanti non avevo una persona qualunque. Travis sapeva che in realtà stavo malissimo, la cosa mi innervosiva parecchio, ma davanti ai suoi occhi ero trasparente, poteva vedere tutto ciò che pensavo.

Lui annuì serio."Non starai male per sempre, sei una ragazza forte. Anche se pensi di non poter affrontare tutto questo, ci riuscirai."

Lo guardai per qualche secondo, non sapevo come rispondere a quelle parole, non l'avrei fatto.
"Ora devo andare, scusami.." Indietreggiai indicando l'uomo che poco prima mi aveva chiamato.

"È stato un piacere rivederti" Disse lui rimanendo fermo dov'era.

Non gli chiesi nulla, non sapevo niente della sua nuova vita senza di me.
Non sapevo se stava continuando a studiare, se aveva costruito un buon rapporto con suo padre e recuperato quello con Anastasia. Non sapevo se si era innamorato e non sapevo se ogni tanto, come capitava a me, riguardava le nostre vecchie foto.
Ma non gli chiesi nulla, non volevo farlo. Avevo voltato pagina ed ero incappata in nuove storie, in nuove parole dove lui non c'era.
Avevo conosciuto nuove persone ed ero diventata scettica sul "fidarmi", ma non mi importava perché da una delusione così puoi uscirne in due modi: o ne esci devastata o ne esci ancora più potente, e io non ero stata devastata da lui.

Dopo aver firmato alcune carte, tornai dalle ragazze. Notai che Andrew e Travis stavano parlando, erano più lontani rispetto a noi.

"Noi non sapevamo nulla Kim.." Silvia fece per giustificarsi ma io la interruppi.

"Ragazze non fa nulla, non mi aspettavo di vederlo qui..ma l'ho apprezzato." Le rassicurai con un sorriso.

Erano entrambe incerte sulla mia risposta, e anche se erano le mie migliori amiche, non riuscivano ancora a capire se mentivo o no.
La verità era che vedere Travis, mi aveva dato una vera e propria botta.
Lui è legato a tantissimi ricordi.

Quando c'era lui avevo l'amore.

Quando c'era lui avevo la voglia di scoprire nuove cose e nuove emozioni.

Quando c'era lui c'era ancora mia madre.

Quando c'era lui, c'ero ancora io.

Non mi pentivo di nulla, non rimpiangevo neanche un secondo passato con lui, ma mi aveva fatto del male, non gli avrei mai più permesso di entrare nella mia vita.
Sarebbe stato solo una conseguenza di quest'ultima, o meglio, un contorno che lasci lì, senza che ti disturbi, senza che ti cambi.

Spazio autrice//
Buongiorno a tutte!
Ieri mi avete reso felicissima con tutti i vostri commenti e le vostre opinioni!
Che ne dite di rendermi felice anche oggi? Lasciate un commento sotto il capitolo e il vostro preziosissimo voto, se vi è piaciuto questo incontro improvviso tra i nostri Kravis.

La strada sarà lunga, non vi assicurerò che torneranno insieme (potrebbero come anche non potrebbero).
Succederanno tantissime cose nel corso di questo libro, non perdetevi nulla!

Un bacio!!

TWO MISSISSIPPI - {SECONDO LIBRO}  WATTYS 2018Where stories live. Discover now