NY

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L'aria di New York era sempre la stessa, i palazzi facevano da sfondo al classico rumore di sirene, macchine e voci.
La gente si muoveva svelta da un punto all'altro mentre nel cielo cominciavano a cadere le prime gocce di pioggia.
Fantastico, non ero arrivata neanche da due ore e già il cielo di New York piangeva per me.

Avevo sempre amato la pioggia.
Quei pomeriggi passati a leggere, studiare o semplicemente a pensare, vicino ad una finestra, con una tazza di caffè fumante in mano e come unica compagnia, la bellissima atmosfera che si creava quando le gocce si infrangevano sul vetro della finestra.
Mi era già stato detto che quei giorni sarebbero stati cupi, ma mai per chi, come me, il sole se lo porta dentro.
Mai per chi come me, vedeva dentro la pioggia anche un po' di luce.

Prima di andare a salutare mio padre e Marie, decidemmo di andare a casa per posare le valigie. Andrew accompagnò prima noi e poi anche lui tornò a casa sua e dei ragazzi.

Se la prima volta che arrivai a newyork, portai con me cinque valigie adesso erano il triplo.
Mi ero trascinata dietro chissà quante cianfrusaglie lasciate in giro nella mia casa londinese.
Avevo portato con me tutto ciò che riportava alla mia mente dei bei ricordi.
Il mio primo premio per le olimpiadi di grammatica, il mio primo ciuccio,i trucchi di mia madre, i nostri album fotografici e non come ultimo, ma come più importante, un vecchio diario segreto di mia madre.

Era un piccolo quaderno bianco con una fantasia a cuori rosa sopra.
Mia madre aveva scritto dentro ogni cuore il suo nome. "Julie"
Scriveva su quelle pagine, ormai ingiallite dal tempo, quando aveva la mia età.
Non mi aveva mai permesso di leggerlo, aveva detto che l'avrei dovuto fare, solo al compimento dei miei vent'anni.
Adesso di anni ne avevo ventuno e oltre quelli, avevo una grandissima voglia di scoprire cosa passava per la testa di mia madre quando aveva la mia età.
Cominciai a leggerlo in aereo, la prima parte era abbastanza semplice.
Presentazioni, lamentele per i propri genitori poco permissivi e passatempi preferiti.
Non vedevo l'ora di arrivare alla parte amorosa della sua storia.
Avevo bisogno di risposte, volevo trovare coraggio in ciò che mia madre mi aveva lasciato in mano: la sua adolescenza.

***

"Ecco qui" Jenna fece girare la chiave due volte nella serratura e dopo un leggero scatto, la porta si aprì.

"Savannah è in casa?"Silvia aspettò che Jenna spingesse dentro la sua valigia e poi fece la stessa cosa, emettendo un sospiro per la fatica. Quella valigia pesava più di lei. Non che ci volesse molto.

"Non credo, altrimenti avrebbe lasciato le luci accese." Jenna sospirò abbandonando a terra il borsone che aveva caricato in spalla, che una volta caduto fece un sonoro tonfo che quasi mi fece sussultare, e poi accesse la luce.

La casa era sempre la stessa, proprio come la ricordavo. C'erano solo più foto. Le ragazze avevano lasciato la parete del salotto con alcune nostre foto in bianco e nero, peccato che ci fosse anche Amber vicino a noi.
Mi soffermai a guardarla riportando alla mente il suo viso, la sera del tradimento e sicuramente Silvia seguì il mio sguardo quasi irritato e cercò di rimediare subito.

"Ahm...ecco cosa avevamo dimenticato" Silvia lanciò un'occhiata fugace a Jenna che si morse il labbro colpevole.

Scossi la testa e dalle mie labbra uscì una risata. Anche se al pensiero di Amber mi veniva di fare tutto fuorché ridere.

"Ragazze,tranquille. Mi occuperò in prima persona di bruciarle. Sono sicura che ne faremo di nuove senza nessuna-"

Silvia mi interruppe."Arpia succhiacazzi?"

TWO MISSISSIPPI - {SECONDO LIBRO}  WATTYS 2018Where stories live. Discover now