Rabbia e Gelosia.

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Erano le tre e mezza di notte e i miei piedi ringraziavano Dio per essere arrivati sul terreno di casa.
Dylan aveva insistito tanto nel volermi accompagnare davanti la porta.
Sembrava mia madre quando, nonostante avessi dodici anni,doveva accompagnarmi fino alla porta di casa di Silvia.

"Non c'era bisogno di scendere dalla macchina.." Accennai una debole risata mentre camminavo lentamente lungo il vialetto di casa, con a fianco Dylan che camminava con le mani in tasca e mi sorrideva guardandomi di sottecchi.

"Volevo solo assicurarmi che arrivassi fino alla porta senza cadere" Scherzò lui arrivati davanti la porta, riferendosi alla mia entrata trionfante durante la riunione.

Simpatico.

Scossi la testa accennando una risata e lo guardai piegando la testa di lato. "Grazie, ho passato una bellissima serata"

Le sue labbra assunsero una linea curva e la sua testa fece un cenno. "Sono stato benissimo anche io."

"Allora..."Indicai la porta con la testa mentre recuperavo le chiavi nella borsa."Io vado"

Lui annuii e in maniera incerta si avvicinò e poggiò nuovamente le sue labbra sulle mie.
Un altro bacio, altri pensieri, altre sensazioni ma mai quelle che mi avrebbero potuto riempire il cuore, quelle che in passato mi avevano riempito il cuore, quelle provate con Travis, solo con lui.
Ma non importava, l'importante era stare bene e non pensare a nulla.
L'importante era avere davanti un bravo ragazzo che sapeva come trattarmi e che poteva aiutarmi ad andare avanti.
Questa volta per davvero, non solo a parole.

Ci salutammo un'ultima volta e quando finalmente entrai in casa, dopo aver richiuso la porta alle mie spalle,mi liberai dai tacchi gettandoli a terra mentre emettevo un sospiro di sollievo.
I miei piedi erano tornati in paradiso.
Posai le chiavi sul mobiletto vicino la porta e prima ancora che il silenzio potesse aiutarmi a rilassarmi, le voci di Luke e Silvia colpirono le mie orecchie.
Si, dico colpirono perché non stavano parlando, stavano facendo ben altro.
Improvvisamente mi sentii di troppo nella mia stessa casa e mi feci piccola piccola rimanendo bloccata per qualche secondo davanti la porta.
Non volevo farli sentire a disagio, anche se non mi avrebbero sicuramente dato retta, neanche se fossi salita in camera mia, ma diciamocelo, chi mai sarebbe stato disposto ad assistere ad uno spettacolo del genere?
Non io.
Dovevo scappare.

Presi un paio di pantofole con il pelo rosa, sicuramente lasciate da Silvia davanti la porta dato lo stile, aprii la porta e cercai di muovermi il più velocemente possibile dato che le voci di Silvia e Luke si facevano sempre più insistenti.
Oltre a muovermi molto velocemente cercai di mantenere il  silenzio assoluto, solo che il mio tentativo fu del tutto vano perché improvvisamente una mano si posò sulla mia spalla mentre ero girata e cercavo di chiudere la porta senza fare troppo rumore.

"Ma dove stai andando con queste Pantofole? sei impazzita?"

Un colpo al cuore.
Urlai per lo spavento e anche per l'agitazione che mi aveva messo quella voce così inaspettata.
Portai una mano al cuore e mi girai con la fronte corrugata, mentre cercavo di riprendere il fiato.

"Travis, cosa diavolo ci fai qui? sei scemo o cosa!?" Cercai di rimproverarlo non alzando troppo il tono della voce, anche se mi risultava difficile.

Cosa diavolo ci faceva fuori dalla mia porta alle tre e mezza del mattino?
Averlo faccia a faccia mi innervosiva in una maniera indescrivibile.
Tutti i ricordi di lui, di noi, erano perfettamente leggibili nei suoi occhi che anche durante la notte spiccavano in maniera così viva.
Al diavolo i suoi occhi.
Al diavolo la sua perfettissima faccia e il suo sorriso da idiota.
Al diavolo la mia mente che ancora mi spingeva a vedere qualcosa di bello in quegli occhi.
Al diavolo Travis Scott.

TWO MISSISSIPPI - {SECONDO LIBRO}  WATTYS 2018Where stories live. Discover now