andare avanti

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TRAVIS'S POV

Quante cose si possono pensare guardando un soffitto bianco? Forse tante, anche troppe.
Pensavo al fatto che la mia vita fosse cambiata da un giorno all'altro, e che io stesso ero stato l'artefice di quel cambiamento.
Quando perdi una persona perché decide di lasciarti andare, soffri come un cane, ma quando perdi una persona perché sei tu a sbagliare nei suoi confronti, ti senti morire.
Ero andato avanti, con la vita intendo.
Avevo conosciuto una bellissima ragazza di nome Andrea, che mi supportava in tutto ciò che facevo, ma se mi capitava di mettere insieme tutti gli aspetti del suo carattere un difetto lo riuscivo sempre a tirare fuori.
Lei non era quello che era stato per me Kim.

La prima volta che incontrai di nuovo Kim, al funerale di sua madre, dopo tutto quel tempo, ricordo che non riuscivo a pensare ad altro che "ma quanto è bella".
Non dormiva sicuramente da giorni, aveva le occhiaia pronunciate e gli occhi tutti rossi per il pianto, ma ai miei , di occhi ,diventava sempre più bella.
Aveva deciso di tagliare i suoi capelli che io adoravo, l'avrei rimproverata per questo un giorno, ne ero sicuro, e infine era tornata con un marchio sulla pelle.
Il sole, il nostro sole?

Non avrei forzato le cose, lei per me era stata tanto, era stata l'amore puro.
Ma in quel momento avevo un'altra ragazza vicino e se è vero che ognuno di noi impara dai propri sbagli, io avevo imparato che non bisogna mai far soffrire le persone che ci amano.
Volevo veramente andare avanti con Andrea, lei se lo meritava.
Non c'eravamo ancora detti le magiche paroline dell'amore, cose come "Ti amo" "Sei la mia vita" o "Non posso stare senza te" , ma stavamo bene insieme e stavamo costruendo qualcosa di sereno e piacevole.

Inutile spiegare a parole quanto io possa aver amato Kim.
Andrea si era guadagnata un posto nel mio cuore, ma non aveva ancora raggiunto il punto in cui era riuscita ad arrivare lei.
Ci sarebbe potuta riuscire? Si, se avessi voluto.

Quando Kim partì per Londra, dopo il tradimento, avevo provato svariate volte a chiamarle, per farmi perdonare, ma non avevo mai ricevuto risposta, così mi sentivo meno colpevole per tutto quel male.
Alla fine quello che ci insegnano è che se l'amore c'è, si fa trovare, sempre, ovunque, in qualsiasi caso o situazione.
In qualsiasi sbaglio o complicazione.

Allora perché non ha mai accettato le mie scuse?Perché non ha sentito il bisogno di parlare con me? di chiamarmi quando sua mamma l'ha lasciata? Di raccontarmi come sono andate le sue prime lezioni alla facoltà che le piaceva tanto?
Erano tante le domande che mi ero posto, ma non trovando mai una risposta mi ero convinto ad andare avanti senza di lei.



Continuavo ad accarezzare i capelli di Andrea, mentre eravamo distesi sul suo letto del dormitorio.
Non avendo ancora una compagna di stanza, erano tante le volte in cui mi invitava a rimanere da lei.
L'orologio segnava l'ora di pranzo.
Eravamo rimasti in quel letto per non so quante ore, dopo aver visto di nuovo Kim in segreteria quella mattina, avevo bisogno di ricordare degli occhi che fossero quelli della mia ragazza, non i suoi.

"Mmm, sento le rotelle della tua mente che girano e fanno un rumore assurdo" La voce di Andrea mi sorprese, pensavo stesse dormendo.
Parlò con la voce ancora impastata dal sonno, poi si tirò su e poggiò il mento sul mio petto, per scrutarmi meglio.

Abbassai lo sguardo sui suoi occhi e con le mani cominciai ad accarezzarle la schiena nuda, dove i suoi capelli rosso fragola ricadevano morbidi. "Non volevo svegliarti"

Accennò un sorriso e scosse la testa lentamente. "Devo andare a lezione, non sei stato tu a svegliarmi." Fece una pausa per qualche secondo e poi aggrottò le sopracciglia."È successo qualcosa?"

TWO MISSISSIPPI - {SECONDO LIBRO}  WATTYS 2018Où les histoires vivent. Découvrez maintenant