Capitoli 14

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Canzone consigliata per il capitolo: Michael Jackson feat. Barry Gibb "All In Your Name"

Capitolo che voglio dedicare alla mia "collega di scrittura"  

Con la quale ho legato molto in questi ultimi tempi e che mi ispirato a scrivere questa storia. Se ora state leggendo questo mio nuovo progetto è grazie anche a lei. Dopo questo mini angolo vi lascio leggere tranquilli.       



E' strano essere tra le braccia del re del pop in persona, la testa appoggiata sulla spalla e le mani intrecciate dietro la sua schiena. In questo momento sto provando una sensazione mai provata prima d'ora che non riesco a spiegare. Sembra quasi il padre che non ho mai avuto, una lacrima scende lungo la mia guancia a quel ricordo che non ho mai vissuto. La asciugo una mano velocemente per poi riportarla dov'era prima per poi tirare su con il naso. L'uomo ha smesso di singhiozzare e, dopo aver sfegato le mani all'altezza delle sue scapole, ci stacchiamo dall'abbraccio. Il mio sguardo è comprensivo quando vedo l'espressione triste dell'uomo di fronte a me. Nonostante il grande imbarazzo decido di parlare per prima.

- Sta bene? - domando.

- Si - risponde mentre si asciuga le lacrime rimaste con il dorso della mano. 

Sorrido felice e mi rimetto dritta visto che siamo molto vicini, sono intenerita dalla sua reazione praticamente identica a quella di un bambino. Il silenzio torna sovrano, non posso fare a meno di guardare le mie dita giocherellare tra di loro e le mani del signor Jackson intrecciate a poca distanza dalle mie.

- Ah quasi dimenticavo - esclama facendomi sobbalzare.

Alzo lo sguardo e lo vedo estrarre un foglio dalla tasca dei pantaloni, inarco un sopracciglio cercando di capire cosa possa essere. L'uomo me lo porge e, dopo aver aperto il foglio che era piegato in quattro, i miei occhi scorrono velocemente le parole scritte su di esso. Il mio viso si fa cupo e sconsolato mentre appoggio il foglio sul materasso al mio fianco. L'uomo, notando la mia espressione, appoggia una mano sul mio ginocchio cercando di attirare la mia attenzione in modo completamente naturale e ingenuo. Nonostante questo un brivido mi attraversa la schiena a quel semplice contatto tanto spontaneo quanto inaspettato.

- C'è qualcosa che non va? - mi domanda il mio capo.

Deglutisco rumorosamente per poi lasciarmi andare a un sospiro.

- Non mi posso permettere quella visita - dico semplicemente scrollando leggermente le spalle.

L'uomo davanti a me inarca un sopracciglio non capendo il perché non possa fare la visita ginecologica.

- Purtroppo sono indietro con l'affitto e con il lavoro di prima riuscivo a stento a mangiare. La visita costa troppo e purtroppo non possiedo i soldi necessari - spiego.

L'espressione dell'uomo davanti a me si fa improvvisamente seria lasciandomi perplessa per un attimo.

- Quando è stata l'ultima volta che sei andata a fare una visita per il bambino? - chiede.

- Circa sei mesi fa - rispondo.

- Cosa?! - esclama alzando visibilmente il tono della voce, sembrava quasi un rimprovero.

Io sobbalzo per lo spavento per poi abbassare la testa sentendomi in colpa.

- Mi perdoni - sussurro con voce tremante.

Dopo alcuni istanti di silenzio sento l'uomo di fronte a me sospirare.

- Scusami, non era mia intenzione alzare la voce - dice dolcemente per poi scompigliarmi giocosamente i capelli.

𝑴𝒂𝒅𝒆𝒍𝒆𝒊𝒏𝒆🍎 || ᴍɪᴄʜᴀᴇʟ ᴊᴀᴄᴋꜱᴏɴ "ON HIATUS"Where stories live. Discover now