Prologo

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Dedicato a tutte le persone che hanno seguito Levi ed Eren fino a qui, nonostante le delusioni e le lunghe attese, nonostante il latte alle ginocchia e le testate contro il muro per il basso deficit dei nostri amati idioti, nonostante tutti i punti di domanda ed i finali aperti.
Grazie per aver letto e sostenuto, spero che questo possa essere il finale che stavate aspettando.

~•~•~•~

"Il principe cadde tra le braccia del vento, sperando, nel suo cuore, che lui lo salvasse. Fino a quel momento era sempre stato il contrario, era sempre stato il principe a salvarlo.
Ma quella volta il principe non sarebbe potuto essere salvato. Nemmeno lui, in quel suo così fragile corpo, ne sarebbe stato in grado.
Eppure bastò un suo grido, una sua parola, la sua voce, a fare sì che il principe desiderasse ancora più di prima di non morire. Non lì, non quando avrebbero finalmente potuto ricongiungersi.
Ma era troppo tardi.
Si schiantò al suolo, negli occhi la vivida immagine del suo volto terrorizzato e colmo d'amore.
Un amore che lo portò a buttarsi dal principe, a raggiungerlo per poter stare finalmente con lui, per sempre, liberi da ogni catena che li separava.
Coloro che, affacciandosi alla loro finestra, guardarono giù, laddove i loro corpi giacevano, videro solo due figure sovrapposte, l'una bianca e l'altra blu.
Troppo lontani per vedere il rosso che stava macchiando i due ragazzi che, in quel momento di folle amore, avevano formato l'immagine più bella del mondo: le Ali della Libertà."

Fin da bambino mia madre mi aveva cresciuto narrandomi le storie di chi abitò la nostra terra prima di noi.
Venivano narrate come leggende ma, in cuor mio, avevo sempre saputo che erano vere.
E la conferma venne come la violenta piena di fiume che non può più essere contenuto, né dal terreno, né dalla diga.

Iniziò tutto un giorno di Febbraio, quando nella mia scuola, la Senior Academy, o SrA, venne avvertita la debole scossa di un terremoto.
Noi alunni non ce ne accorgemmo e non venne dato alcun allarme.

Io ed Annie passammo la giornata normalmente. Era un venerdì, giorno abituale in cui noi due uscivamo insieme per tutto il pomeriggio. Quel venerdì non fece eccezione.
Ci salutammo dopo aver cenato insieme ad un parco sempre deserto, tornando per due ore bambini.
Tornato a casa salutai appena i miei genitori, andando direttamente a dormire.

Per la settimana seguente non si parlò che del terremoto.
La scossa, partita da un quartiere di un paese a due ore di distanza da noi, aveva demolito l'edificio di una scuola non molto conosciuta e non costruita secondo le norme giapponesi. Non era antisismica.
Fortunatamente non era arrivata notizia di morti ma, purtroppo, era arrivata di un alto numero di feriti gravi.
Iniziò a girare voce che gli studenti di quella scuola, il Teikou, sarebbero venuti alla SrA fino a quando la loro scuola non fosse stata ricostruita.

Le voci trovarono fondamento il lunedì seguente, quando sei studenti di una delle dieci classi del Teikou furono presentati nella nostra aula.

«Buongiorno ragazzi. Questi sono degli studenti del Teikou, tra poco si presenteranno. Loro parteciperanno regolarmente alle vostre lezioni come normalissimi studenti. Confido che li accoglierete come si deve.»

Il professor Marco Bodt era certamente il migliore di tutta la Senior Academy. Severo quando necessario ma altrimenti sempre disponibile e cortese. Perfetto da ogni punto di vista, se non per la sua tresca con Jean dall'impronunciabile cognome, divenuta di dominio pubblico dopo che Gabi aveva fatto girare per la scuola la foto del loro bacio. Foto che non era ovviamente arrivata ai numerosi infami ed ai professori. Ma stuzzicarli rimase da quel momento il nostro passatempo preferito.

«Sono Ymir e dato che qui non c'è l'unica persona di cui mi importi qualcosa non vi interessa altro.» decisi che Ymir mi era simpatica, ignorando la punta di fastidio che la sua voce mi aveva, per qualche motivo, provocato.

Pretending to hate youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora