Capitolo 7

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Dato che i diciotto sono un traguardo unico ed importante e non un qualsiasi compleanno, almeno secondo mia madre, quell'anno mi avrebbero fatto fare la festa.
Ovvero, la vera punizione per essere andato alla festa di Mikasa senza il loro permesso sarebbe venuta dopo.

Decisi di fare le cose in grande ed invitare tutta la scuola. Armin mi aveva detto che si poteva fare a casa sua dato che era gigante ed i suoi lavoravano.
Non ero entusiasta all'idea di avere tanta gente sconosciuta a festeggiare ma era l'unico modo che avevo per invitare Levi senza sembrare sospetto.
E so che Mikasa avrebbe fatto di tutto per convincerlo a venire, e se avesse comunque rifiutato ci avrebbero pensato i genitori, che dovevano avere tutte le ragioni per preoccuparsi di mandare la figlia ad un party come quello che so stava organizzando.

E infatti Mikasa mi fece arrivare conferma che Levi ci sarebbe stato e che avrebbe persino portato un regalo da lui scelto. Ma nonostante gli sforzi non riuscì a capire quale il suo regalo fosse, per cui l'ansia e la speranza crescevano ogni giorno. Soprattutto perché Levi a scuola non mi insultava neanche più.

Decisi così che, se il regalo era davvero degno di essere chiamato tale, mi sarei rivelato a lui come colui che gli aveva dato i cioccolatini a San Valentino, e se non mi avesse creduto gli avrei semplicemente fatto vedere i cioccolatini che mi aveva donato per il White Day. O meglio, che aveva regalato all'anonimo.

I giorni prima della festa furono molto caotici fuori di scuola e di certo il contributo che ci mise Ymir, un giorno, bloccandomi in classe mentre tutti gli altri erano usciti, non fu di grande aiuto.

«Eren.» perché me ne ero completamente dimenticato ma avevo fatto sì che lei capisse che conoscevo Historia, ancor prima che lei l'avesse mai nominata.

«Ymir!» e fino a quel momento lei non aveva avuto occasione di chiedermi niente, per cui sapevo che quella era la volta buona. O cattiva.

«Come sapevi, quel giorno, che io stavo cercando Historia?» per l'appunto.

«Oh beh, ehm, ho sparato un nome a caso sai...- la sua occhiata truce mi rivelò subito. -Giganti!» urlai infine con voce stridula, coprendomi il capo con le braccia in caso avesse creduto che la stavo prendendo in giro e avesse deciso di picchiarmi.

Quando però da lei non arrivò risposta scoprii il volto.

«Tu... Tu ricordi...» mormorò, guardandomi stupita.

«Ricordi anche tu?!» si passò una mano tra i capelli.

«Io sì, Historia no. È per questo che non capisce i miei atteggiamenti protettivi. Diamine. E dire che ero così contenta quando Mikasa me l'ha presentata. Io ero convinta fosse un caso, invece anche lei si ricorda, non è vero? Cavolo, ed ora Historia mi odia. Che devo fare? Già non so come abbia fatto a piacerle, ora poi...» Ymir si abbracciò, tremando e stringendo gli occhi, come a sperare che tutto fosse solo un brutto sogno.

Vederla così, inerme, per la prima volta, davanti ai miei occhi, fu uno shock. Insomma, che provasse sentimenti lo si capiva, ma tanti da metterla nel panico? Non lo avrei immaginato.
Provai, in quel momento, un gran moto di compassione nei suoi confronti.

«Io... Io ti capisco, sai? È lo stesso per me con Levi... Ma tu non devi rinunciare. Dopo che te ne sei andata con Reiner e Berthold e sei.. E sei morta, ho visto Historia. È cambiata solo in quel momento, dopo aver letto una tua lettera, da quanto mi ha rivelato poi. Lo ha fatto per te, perché sapeva come la preferivi, perché sapeva che tu amavi la vera lei e che lei doveva mostrarla, se non per se stessa allora per te. Quando poi, nell'altra vita, quando ero un principe, lei aveva preferito te a me nonostante non ricordasse, ho capito che il suo posto è con te, al tuo fianco. E so che lo ha capito anche lei. Ma l'Historia che ami è cocciuta Ymir, ora che non vuole vedere i tuoi sentimenti non li vedrà, a meno che tu non glieli dica a viso aperta. O già lo hai fatto?»

Pretending to hate youWhere stories live. Discover now