Capitolo 4

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Mi svegliai di soprassalto con un rumore assordante di metallo che sbatteva. Non appena mi misi seduta e mi girai alla mia destra, vidi che era la ragazza della sera prima a fare tutto quel casino. Si dimenava come una pazza facendo sbattere le catene che aveva ai piedi contro la gabbia e gridava in una lingua che mi sembrò russo. Mi fece quasi paura, era chiaramente stravolta però sembrava soprattutto arrabbiata, come se il suo essere lì fosse condizionato da qualcosa che andava oltre la sfortuna di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, come era successo a me.
<<Shh sta calma non serve a niente fare così ti ferisci soltato e poi è ancora peggio.>>
Lei si zittì un momento e mi guardò sgranando gli occhi. Mi sentì leggermente a disagio, come se avessi detto qualcosa di assolutamente sbagliato.
<<Tu sei italiana?>> mi disse con un accento molto forte il quale mi confermó che era russa. Annuì un pò stranita da quella reazione.
<<Pure il bastardo che dirige questa merda lo è.>> E fui io a sgranare gli occhi in quel momento. Non avrei mai creduto che il capo di tutto questo fosse italiano, dovevo parlarci e contrattare per farmi liberare. Nel frattempo la ragazza alla mia sinistra si era rabbuiata e cercai di distrarla.
<<Come ti chiami?>> chiesi alla bionda davanti a me che sembrava essersi calmata.
<<Natasha. Tu?>> rispose senza guardarmi. <<Ambra.>>
Girò gli occhi e mi guardò con un sorriso amaro mentre fece sbattere le catene sul fondo della gabbia.
<<Bel nome. Ti sta.>>
<<Grazie. >> e appena finii di dirlo la porta si aprì ed entrò uno degli uomini della sera prima con un vassoio con sopra dei piatti. Si abbassò prima davanti la gabbia di Natasha e aprendola leggermente le diede il piatto, che lei prontamente spinse e fece cadere. L'uomo la guardò furente e la tirò fuori prendendola per i capelli e strattonandola. Lei gridò e lo insultó pesantemente mentre cercava di liberarsi ma quello non lasciava la presa, anzi le sputò di sopra e, mentre lei cercava di colpirlo con le unghie, la spinse e la richiuse nella sua prigione.
<<Brutto figlio di puttana me la pagherai. >> gli urlò contro Natasha mentre l'uomo andava via senza degnarla di uno sguardo, dopo aver lasciato la brodaglia anche davanti a me. La guardai e vidi sul suo viso una smorfia di rabbia mista al dolore, mentre lasciava cadere la testa all'indietro e sospirava.
<<Stai bene?>> le chiesi, mentre lei teneva gli occhi chiusi e respirava in modo irregolare.
<<È solo colpa mia se sono qui.>> disse tutto d'un fiato. Le scese una lacrima amara sulla guancia che lei non fermo ma lasciò scendere fino al mento. Fu un' unica, secca e nostalgica lacrima, nella quale c'era tutta la sua sofferenza. Non volevo sembrare invadente in quel momento di debolezza, così distolsi lo sguardo e guardai il vuoto sentendo la mia testa completamente vuota.
<<Tu perché sei qui?>> fu lei a richiamarmi dopo infiniti minuti.
<<Ero nel posto sbagliato al momento sbagliato credo>> era l'unica spiegazione che ero capace di dare agli altri ma soprattutto a me stessa. Mi volevo convincere che fosse così, che se non fossi scappata quella sera, non sarebbe mai successo.
<<Cioè?>> Natasha mi guardò interrogativa e quella fu l'ultima domanda alla quale avrei voluto rispondere, ma mi resi conto che in fondo non parlarne non mi avrebbe aiutato affatto. Le raccontai ciò che era successo e lei mi ascoltò attentamente fino a quando quella dannata porta non si aprì ed entrò un uomo alto e panciuto, vestito in maniera elegante e con un sigaro in bocca. A passi lenti venne verso di noi e mi si avvicinò rivolgendomi uno sguardo viscido. Dopo qualche secondo, chiamò uno degli uomini che ci avevano avvicinato fino a quel momento e gli sussurò qualcosa, sempre fissandomi tanto da mettermi in soggezione. Quello venne verso di me aprì la mia gabbia e, strattonandomi, mi tirò fuori. Il panciuto mi rivolse un'ultima occhiata, si girò e si incamminò verso la porta mentre l'altro che mi teneva per le catene cominciò a seguirlo con me al seguito.

Angolo autore:
Eccomi tornata dopo una lunghissiiiiima assenza. Perdonatemi ma ho avuto molti impedimenti. Ho visto che il numero di lettori cresce e questo mi riempie di gioia e vi ringrazio davvero tanto. Spero di accelerare con i capitoli se tutto va bene e di portarvi presto nel cuore della storia.
A presto

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