you'll regret someday if you don't do your best now.

3.8K 323 183
                                    


La sede di quell'azienda era una struttura a perdita d'occhio: da fuori compariva come un immenso ed altissimo palazzo di vetro scuro, compreso di una grande "V's" sull'insegna, posizionata sopra il diciassettesimo piano. La struttura esterna disponeva di una pista per elicotteri, un parcheggio personale e il magazzino, a cui si poteva accedere tramite un corridoio di vetro grigio. Tra quest'ultimo e il parcheggio svettava un'altissima fontana che di notte doveva per forza emanare luci colorate visto i fili elettrici che si intravedevano all'interno di essa. Si trattava di una di quelle costruzioni moderne, le quali risalivano più o meno a dieci anni prima, se non sette. Era stata ristrutturata da poco sotto le direttive di Kim Taehyung, che l'aveva voluta riadattata al meglio per ogni singolo bisogno che avrebbe dovuto avere la sua sede in futuro. L'acqua sgorgava pacificamente in quella giornata di sole non troppo fredda e questo fu l'unico particolare tranquillo che i due poterono ammirare da quel momento in poi. Scesero dalla macchina e camminarono osservando il luogo con espressioni meravigliate, erano senza fiato, i loro cuori battevano tanto violentemente da far sembrare ad entrambi che in quel luogo sconosciuto in mezzo al petto non ci fosse mai stato niente di così vivo.
L'ingresso consisteva in una porta di vetro antiproiettile e sopra ad essa, era affissa un'altra "V" dorata. Jungkook pensò che Kim Taehyung fosse davvero uno di quei ragazzi ossessionati dalla propria immagine, ma quello stilista lo aveva motivato a seguire il suo sogno per tutta la sua vita, dunque si limitò a brancolare nel suo dubbio e sperare con tutto se stesso di conoscerlo di persona. Prese un lungo, lunghissimo respiro, riempiendosi i polmoni e permettendo al suo cuore di farsi sentire anche di più e poggió il palmo della mano attorno alla maniglia dell'ingresso. "Oh mio Dio, non avrei mai immaginato di toccare con un solo dito questa porta, Jimin!"

"Nemmeno io, Kook, ma calmati, dobbiam- Oh Santa Pazienza, guarda quanti modelli ci sono!!" Esclamó a tono molto più alto l'amico mentre Jungkook apriva la porta, ignorandolo.

Finalmente entrati nel palazzo, i ragazzi rimasero ancora più sorpresi, esattamente come il resto delle persone che erano lì per le selezioni. Jimin provava una gioia incontenibile nel vedere quell'ampio locale luminoso e non poteva credere che quella stanza era tutt'ora utilizzata da uno dei più grandi stilisti asiatici di tutti i tempi. A differenza di Jungkook, non si faceva alcun immaginario su come potesse essere il carattere di Kim Taehyung, bensì si limitava a pensare al l'orgoglio che avrebbe potuto avere una volta che avrebbe lavorato all'interno di quell'agenzia.
Il biondo si distaccò per un attimo dai suoi sogni di gloria e finalmente notó la sistemazione all'interno di quella grande stanza. Un largo tavolo centrale occupava gran parte dello spazio, ai lati del locale erano presenti manichini di stoffa grigi chiari come le pareti, e rulli di stoffa erano posizionati in fondo alla sala; disegni su disegni erano stati attaccati sull'immensa lavagna posizionata davanti al tavolo e altrettanti fogli e carte erano disordinatamente sparsi su quest'ultimo. Sembrava che fosse passato un uragano, eppure ai ragazzi continuava a parere tutto incredibilmente perfetto e al suo posto. Il biondo si girò verso Jungkook e trovò conforto nel vederlo abbagliato da quella visione, proprio come lo era lui.

"Jimin, io non ci credo... non ci credo." Disse il moro, ripetendo la stessa frase innumerevoli volte, mentre si era fermato ad aspettare un ricevimento. Si soffermò ad osservare qualche sketch e alcuni li seppe riconoscere come quando in un film il protagonista di innamora al primo sguardo. Poteva parlare per ore solo sulla base di quei fogli con un po' di grafite sparsa sopra, ma non conosceva Taehyung. Non poteva raccontare nessuna storia su di lui.

"Lo so Kookie, faccio fatica a crederci anche io." Rispose Jimin, mentre si guardava intorno, sperando che qualcuno di famoso arrivasse ad indicargli la strada. Una volta entrato lì dentro, si disse, si sentiva come un gradino più in alto della scala sociale, come se fosse ricoperto da una patina di importanza che poi sarebbe scivolata via solo solcando di nuovo la porta d'ingresso.
Fu così che i due si ritrovarono nel mezzo di una trentina buona di modelli, i quali aspettavano davanti al tavolo esattamente come loro, fino al momento in cui, tutti non sentirono un monotono suono di tacchi proveniente dal corridoio opposto. Sembrava una parata vittoriosa alle orecchie di Jimin, mentre a Jungkook sembro solamente che quel suono così dirompente e ripetitivo assomigliasse al battito del suo cuore contro la cassa toracica. Sulla soglia comparì una piccola donna formosa, sui sessanta anni, che era vestita con un tailleur rosso bordeaux sicuramente firmato, tra i capelli grigi portava una rosa intonata al suo completo e ai piedi indossava delle scarpe con un tacchetto basso del medesimo colore. Il suo viso era allegro e con delle rughe che sembravano solchi in un campo di grano dorato, ma era evidente che era una donna dirozzata, la quale si curava i vari particolari del viso con minuziosità. Le sue guance erano tinte di un rosso leggero, ben sfumato, le labbra crucciate erano dello stesso identico rosso del completo (Jimin avrebbe messo una croce per quell'abbinamento perfetto) e gli occhi erano truccati in modo molto elegante, fine e lieve. I suoi lineamenti, tuttavia, non erano tipici orientali, ma erano pure sempre spigolosi sebbene all'apparenza fossero armoniosi e tranquilli. Accolse i ragazzi con una voce calda e rassicurante, un sorriso sincero e le braccia che gesticolavano. "Good morning! Vi do il mio più sincero benvenuto alla sede di V's, l'azienda di moda più exclusive del momento, gestita dal Signor Kim Taehyung." Tutti la guardarono perplessi, non sapendo esattamente cosa rispondere a quel discorso fatto con un accento strano e allo stesso tempo melodioso. "Oh my goodness, scusate, non ho nemmeno pensato di presentarmi! Io sono Rose, la segretaria di Kim Taehyung. Ho origini americane e mi occupo di accogliere alcuni imprenditori esteri." Comunicò con un tono allegro, mentre squadrava i modelli, volto per volto, con gli occhi attenti da falco. "Ebbene sì, vi vedo un po' delusi, guys. Ma non preoccupatevi, conoscerete lo stilista e la sua squadra direttamente quando sfilerete. Oltretutto, mi serve che voi compiliate questo modulo di presenza con i dati richiesti. Quando avrete finito, vi accompagnerò ai vostri spogliatoi. I completi vi sono già stati assegnati dal vestiarista personale di Taehyung, Min Yoongi." Disse la stramba e gioiosa signora, mentre si aggiustava gli occhiali da vista sul naso. "C'mon, fate in fretta, so che non state nella pelle!" Li incitò poi.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Where stories live. Discover now