i've hella feelings for you, but i'm so fucking scared.

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Taehyung non aveva nemmeno più bisogno di trovare le scuse più disparate per invitare Jungkook nel suo ufficio. In realtà, non c'era mai stata una stretta necessità di parlare con quel ragazzo, o meglio, una necessità lavorativa. Il bisogno che Taehyung provava era diverso, veniva da dentro, dagli abissi più profondi del suo io. Era come se ogni volta che si allontanava da lui, qualcosa non fosse più completo. Come quando si perde un pezzo del puzzle e non si è mai sicuri se mai riusciremo a ritrovarlo. Taehyung, fortunatamente, era sempre riuscito a tenersi stretto Jungkook, rischiando fin troppo ogni giorno che passava. Non si sentiva ricambiato in ciò che provava, non sapeva nemmeno cosa sentisse. Forse, era speranza: quella piccola luce che ha il potere apocalittico di far sorridere e far piangere le lacrime amare, quelle del desiderio. Da fuori poteva sembrare una semplice infatuazione per un ragazzo che si dichiarava pienamente eterosessuale, la solita storia del ragazzo gay invaghito di uno che nemmeno lo accettava in pieno. Eppure era diverso, riusciva a percepirlo in un modo che nemmeno lui capiva. Nonostante il suo animo sensibile e la sua convinzione di aver capito la maggior parte delle dinamiche dell'amore, quella sensazione era così estranea da mandarlo fuori di testa. Il suo animo era confuso, burrascoso, stranamente mesto. Dopo aver accettato, almeno in parte, la morte della madre, si era sempre ripetuto di prendere le cose migliori che gli regalava la vita e circondarsi di quelle, evitando di desiderare cose troppo grandi, escluso il suo sogno di diventare uno stilista di successo. E, durante quegli anni, ci era riuscito. Era rimasto un ragazzo umile come gli aveva sempre raccomandato la mamma, era rimasta la sua attitudine, la grande passione per il suo lavoro, la sua sensibilità e tutto ciò che rendeva Taehyung Taehyung. Eppure continuava a desiderare quel ragazzo dai capelli corvini. Non in modo carnale, bensì avrebbe voluto stendersi tra le lenzuola con lui o guardare il cielo sopra una coperta, mentre si raccontavano tutte le cose stupide che gli passavano per la testa. Aveva così tante teorie sulle stelle, sulla luna e la volta celeste, che se solo Jungkook gli avesse chiesto qualcosa, sarebbe partito in quarta a raccontare tutti suoi pensieri. E, ve lo rivelo io, a Jungkook sarebbe piaciuto. Un sacco. Ma Taehyung questo non lo sapeva. Anche in quel momento, nel suo ufficio al penultimo piano, con quel meraviglioso ragazzo seduto di fronte, non aveva nessuna idea dell'argomento con cui attaccare bottone. Fortunatamente, non ne ebbe bisogno.

"Ti ho visto così esaltato per questa sfilata, ci sarà qualche ospite importante?" Chiese il moro, che ebbe anche lui la necessità di iniziare un discorso. Quel giorno, Taehyung, indossava la sua fascia di Gucci, con i capelli di seta color biondo cenere che sporgevano da essa. Quella fascia la portava la prima volta che lo aveva incontrato di persona. La sua felpa era di una marca sconosciuta, ma gli stava abbastanza larga e lunga da coprirlo fin sotto le anche. I pantaloni erano neri e strappati sul ginocchio, le scarpe erano di una firma di cui Jungkook non ricordava il nome. Tuttavia, in quel frangente lo stilista era seduto, dunque gli occhi del moro non poterono focalizzarsi su altro che non fosse il suo viso: un'opera d'arte.

"Ma come?! Non lo sai?! D.GNAK, HEICH ES HEICH, KAAL.E.SUKTAE, RESURRECTION, MOO HONG, TIIKI, NOHKE, MÜNN!" Esclamò, con un gran sorriso sognante sul volto. "E poi ci sono quei due nuovi talenti, sono giovani, Choi Moo Yeol e Shin Kyu Yong." Disse poi, un po' preoccupato con il suo tono sommesso e tranquillo. Si avvertiva dalla sua voce che quei due stilisti sarebbero stati una bella spina nel fianco.

"E sono promettenti?" Chiese Jungkook, avendo l'impressione di rigirare il coltello nella piaga. Ciò che più lo fece pentire della sua domanda fu vedere il Taehyung aizzato per quella sfilata scivolare via dal suo stesso volto come una maschera di cera esposta al fuoco. Inoltre, gli recava una sensazione strana chiedergli di altri stilisti, anche se aveva già sentito parlare di quei giovani ragazzi e, se doveva essere sincero, non lo avevano mai soddisfatto più di tanto.

"Molto, sono considerati dei geni in erba, che cazzata." Replicò l'altro, scusandosi solo dopo per il francesismo. Jungkook si straní visibilmente. In realtà, era Taehyung quello che veniva chiamato "genio" dalle prime pagine di qualsiasi giornale.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Where stories live. Discover now