and then you came into my life.

2.9K 268 157
                                    


"Seguimi nel mio ufficio, per favore." Lo invitò lo stilista, alzandosi dalla sedia e provocando così un fastidioso stridio che fece venire i brividi lungo tutta la schiena di Jungkook.

"Certo, Sg. Kim Taehyung." Rispose, come se fosse un ordine di un generale militare d'alto rango. La faccia dello stilista si stranì per un frangente e con espressione interrogativa disse: "Mi permetto di farti una domanda, perché qui dentro chiami tutti per nome e io devo sentire questo tristissimo «Signor Kim Taehyung»?" Il ragazzo si accorse che Jungkook era sbiancato a quella richiesta, pertanto si riprese in extremis. "Cioè, che stregoneria è mai questa?" Domandò il biondo cenere, cercando di sdrammatizzare con una risata integrata a quelle innocenti parole. Namjoon, che stava aiutando Jin dall'altra parte della stanza, si giró di scatto verso i due, con gli occhi infervorati da qualcosa che il minore non riuscì a decifrare.

"Stregoneria? Hai detto stregoneria?! Ho sentito bene?! Se un esaltato come te ha ricevuto una lettera per Hogwarts mi incazzo!" Esclamó, indicandolo con il dito indice e gli occhi assottigliati in una linea infuocata. Quella simpatica minaccia fece sorridere Jungkook e Jin, ma per Taehyung non fu lo stesso. Lo stilista si piazzó una mano in fronte, cercando di ricordare per quali motivazioni la sua troupe fosse considerata la migliore in tutta la Corea del Sud. Dopo nemmeno qualche secondo si arrese al fatto che erano davvero grandi lavoratori, ma Namjoon aveva una passione fin troppo accesa per tutto ciò che era fantasy.

"Santo cielo, come faccio a lavorare con una squadra del genere?" Sussurrò, ricomponendosi subito dopo mentre spillava una risatina e prendeva delicatamente la mano di Jungkook al fine di scortarlo all'ascensore. Il più piccolo si irrigidì a quel contatto, il quale gli sembrava fin troppo confidenziale. Non era per incolpare nessuno, eppure si conoscevano da troppo poco tempo per permettersi di esser sbattuto dallo stilista di qua e di lá nell'atelier come una specie di bagaglio a mano. Invece, quest'ultimo la pensava diversamente; per lui ogni tocco era lo stesso, non capiva proprio cosa cambiasse tra i cingere una mano o una spalla. Jungkook sentiva la sua mano sudare e non esitó a farsi mille complessi per quel fatto. La mano di Taehyung sembrava sempre perfettamente asciutta e liscia, seppur un po' rovinata dal lavoro. Cercó di distogliere i pensieri da quel contatto ingenuo e si limitò a puntare lo sguardo dinanzi a sé.
L'ascensore era sfortunatamente già prenotato da qualcun altro, che si rivelò essere Rose. L'allegra signora uscì dalle porte salutando felicemente i due ragazzi e pizzicando una guancia a Jungkook. Si era appena reso conto che in quella struttura non esisteva il rispetto per lo spazio personale, ma almeno si sentiva come se lavorasse lì da anni interi. La cosa non gli dispiaceva affatto, se ci pensava meglio.

"Ohi, Jungkook, ma stai mangiando? Ti vedo molto dimagrito! Taehyung, ma che razza di diete fai condurre a questi poveri ragazzi?!" Esclamò la signora, misurando il polso del moro con le mani. Jungkook si straní leggermente, cercando di non ritirare il braccio dalla stretta della signora senza rendersene conto. Diede un'occhiata a Taehyung, il quale stava fissando la scena con un sopracciglio alzato e uno abbassato, chiedendosi ripetutamente cosa avesse fatto di sbagliato quel giorno.

"Ma cos'è oggi? La giornata mondiale del «Prenditela con Taehyung»?" Replicò, sbuffando e allargando le braccia in segno di rassegnazione. Tutte quelle mancanze di rispetto (che, non fraintendetemi, erano normali in quell'ambiente) proprio mentre Jungkook assisteva, stavano dando pesantemente sui nervi al ragazzo.

"Okay, Rose, parlando delle cose per le quali sei pagata..." Disse Taehyung con un sorriso fintamente tirato. "Potresti chiamare la famiglia di Choi Youngjae per sapere se si trova a casa? Quello mi sta facendo perdere le staffe." Chiese alla segretaria, la quale fece di sì con la testa e se ne andò sorridente verso il suo ufficio. Il minore la guardò solcare il corridoio serenamente e gli diede una sensazione di pace e tranquillità, poi fu risvegliato per l'ennesima volta dai suoi pensieri dalla voce dello stilista.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora