all my mistakes are drowning me, i'm trying to make it better piece by piece.

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Due giorni passarono come acqua in un torrente in piena, sopratutto per due animi inquieti, quali quelli di Jimin e Jungkook. Era tutto puntualmente pronto per il servizio fotografico di GQ Korea. Jimin continuava a pensare che doveva in qualche modo togliersi dalla testa la storia di Yoongi e il resto che ne conseguiva, Jungkook voleva impegnarsi per accettare Taehyung, sebbene qualcosa in lui gli impediva di guardarlo con gli stessi occhi di sempre. Era un ragazzo d'oro e lo sapeva, ma niente condizionava ciò che provava nei suoi confronti. Era un timore velato che faceva spazio ad un'ansia smisurata ogni volta che lo vedeva, anche per un solo secondo. Quando gli parlava, meglio non citare nemmeno il guazzabuglio di strani e sconosciuti sentimenti che si ritrovava nel cuore. Da quel giorno in cui gli aveva rivelato una parte importante di lui, Jungkook non poté togliersi mai un enorme peso dallo stomaco. Non era mai stato omofobo e non gli era mai importato di questioni del genere, ma non perché non fosse d'accordo con una filosofia del genere, anzi, i suoi gli dicevano ogni giorno di non aver mai alcun pregiudizio. Forse era per quell'insegnamento che Jungkook parlava ancora con Taehyung, sebbene si sentisse molto a disagio nel farlo. Non aveva idea di cosa sentisse ogni volta che pensava allo stilista, fatto sta che era assolutamente sicuro che non gli piacesse ciò che sentiva. Quasi per niente.

Passarono così, i due giorni. Il lavoro, sempre uguale. Jimin avrebbe voluto scappare via da quel luogo a causa di Yoongi. Rose era sempre l'allegra Rose. Jungkook veniva messo a dura prova. Jin e Namjoon si presentarono solo la mattina del servizio.

Ore: 7:30 AM
A: Kookie

Ohi, sto arrivando con la macchina, puoi già scendere e aspettarmi fuori.

Jimin digitó velocemente quel messaggio per poi ritornare a guardare il panorama mattutino di Seoul e la strada asfaltata davanti a sé. Era il grande giorno, il servizio per GQ Korea era ormai alle porte e i due ragazzi si erano accordati per arrivare insieme. Jimin era colui che avrebbe accompagnato Jungkook alla sede del giornale con la sua auto, cosicché entrambi potessero giungere insieme al loro primo vero lavoro all'interno di V's. Il biondo era puntuale, come lo era (quasi) sempre, e si stava dirigendo verso l'appartamento dell'amico non con pochi pensieri in testa. Non riusciva a non pensare a Yoongi e a come l'aveva lasciato solo in quella stanza d'albergo.

Ore: 7:a 36 AM
Da: Kookie

Ti aspetto, che ansia.

Quelle parole lo fecero distrarre per un secondo dai pensieri riguardanti il ragazzo dai capelli argentei, ma poi questi ultimi si rifecero di nuovo presenti come nuvole colme di pioggia in un limpido giorno di primavera. Tutto ciò che riuscì a scrivere senza distogliere l'attenzione alla strada fu una cosa minimalista, semplice ed efficace.

Ore: 7:40 AM
A: Kookie

Non sai io, ne parliamo dopo.

Ritornó a figurarsi il candido accappatoio di Yoongi, i capelli umidi che scivolavano tra le sue piccole mani, la completa impossibilità di vedere ciò che gli stava facendo, l'amplificazione degli altri sensi che in quel momento gli permettevano di avvertire sensazioni simili a spine che puntellavano tutto il suo corpo. Percepì di nuovo le labbra del ragazzo sfregare quelle poche e leggere volte sulle sue e una morsa al petto lo attanagliò appena svoltó la curva che conduceva alla casa di Jungkook. Cosa avrebbe fatto se avesse visto Yoongi al servizio non lo sapeva, ma era insicuro sul fatto che non gli avrebbe ancora rivolto la parola. Dimenticarlo e sostituirlo, a quel punto, era l'opzione migliore.
Arrivó all'appartamento di Jungkook in poco tempo e vide il ragazzo aspettare fuori dal passetto esterno di casa sua, indossando una sola cuffietta su un orecchio. Alzó il viso verso il biondo e gli sorrise in modo solare mentre lo guardava posteggiare. Jimin pensó che il moro fosse proprio un bel ragazzo. Non ci aveva mai pensato fino a quel segno e dal momento che era convinto che avrebbe dovuto chiarire meglio la sua sessualità, notò finalmente quanto fosse di bell'aspetto il suo miglior amico. Quella mattina era vestito addirittura bene e non in modo indecente come reputava la maggior parte delle volte Jimin. Portava una maglietta nera con sopra un bomber rosso bordeaux e un paio di jeans blu scuri strappati sul ginocchio, immancabili le sue fidate Timberland. Si chiese automaticamente il perché di tutta quella cura del vestiario e poi, appena ci riflettè meglio, gli sembrava ovvio che fosse per presentarsi al meglio alla sede di GQ Korea. I capelli non erano uniformi e lisci sulla fronte come sempre, bensì li aveva sistemati con il gel in modo da aver la riga di lato e la parte centrale della fronte scoperta. Jimin deglutì e si impose di smettere di fissare il suo amico e ritornare a guardare il volante. Udì il rumore dello sportello aprirsi e la figura del ragazzo sedersi goffamente sul sedile di pelle e inspirare un respiro profondo. Aveva un'intera industria di profumo spruzzata addosso.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Where stories live. Discover now