i hope you can see me for what i am and continue to love me the same.

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La mattina seguente all'atelier si poteva definire unicamente un tugurio informe di vociare ed un grande crocchio riunito di giovani ragazzi, quali i modelli. Le pareti chiare e la grande luce proveniente dalle vetrate erano forse l'unica forma evidente di tranquillità, per il resto il ronzio di parole e risate riempiva fastidiosamente la grande stanza centrale. Solo una di queste tante voci riuscì a zittire il coretto che si andava ad infervorare discorso dopo discorso. "Qualcuno sa dirmi dove sono quei ritardatari dei miei due modelli?!" Chiese Taehyung, leggermente stizzito dal fatto che, pur avendo prefissato un incontro per parlare di vari punti e argomenti riguardanti la sfilata, già realizzava che Jungkook e Jimin fossero in mostruoso ritardo. Tutti i modelli si guardarono interrogativi, con la bocca compressa in una linea sottile e le sopracciglia aggrottate. Nessuno sapeva rispondere a quella domanda, eppure lo stilista non demordeva. "Nessuno lo sa?" Chiese un po' più dubbioso e insicuro. Vide gli stessi modelli interrogarsi su quella medesima domanda e si rese conto che forse stava dando troppo in escandescenze. Magari, si disse, avevano solo dormito troppo senza sentire la sveglia. Entrambi. Nello stesso giorno. Allo stesso momento. Si stranì e si voltò verso Yoongi che stava in piedi a guardare la massa di ragazzi davanti a sé con occhi spenti e sguardo fisso. Taehyung pensava che il vestiarista fosse davvero, davvero bello, evitando di considerare, per l'appunto, quell'aria di eccessiva, mandarinesca superbia e quell'atteggiamento freddo che filtrava dal suo tono di voce basso e roco. "Yoongi, ma secondo te sono insieme?" Domandó lo stilista con una strana voce sommessa, quasi pretenziosa, come se Yoongi potesse sapere qualcosa più di lui. Continuava a sfiorarsi le labbra con il dito indice, impaziente di ascoltare una risposta che probabilmente sarebbe stata congruente con ciò che pensava. Certo, non voleva fare supposizioni anche più concludenti, ma sapeva perfettamente che Yoongi era consapevole di ciò che stava insinuando in modo così schematico.

"Non lo so, ma è probabile." Si limitò, invece, a rispondere l'altro, appoggiandosi delicatamente una mano sul mento e indirizzando lo sguardo verso Taehyung. "Perché te ne preoccupi? Sei sempre stato indulgente con ritardi del genere." Commentó poi in tono neutrale, come faceva sempre.

"Non lo sarò questa volta." Rispose lo stilista con un tono secco. Era vero, lui non condannava mai con troppa riluttanza i ritardi dei suoi lavoratori a meno che non fossero frequenti. E sì, era un capo molto più permissivo di altri che avrebbero licenziato chiunque a sangue freddo per una minima mancanza.

"E come mai?" Yoongi fece un sorrisetto appena accennato, poi non si permise nemmeno più di aprire bocca, purché riuscisse ad ascoltare la risposta dello stilista, la quale però non arrivó mai. "C'entra per caso Jungkook?"

Yoongi conosceva Taehyung e Taehyung conosceva Yoongi. Quest'ultimo era l'unico e il solo che sapeva tutto della sessualità del ragazzo e che l'aveva sempre accettata. Aveva un grande rispetto per Taehyung, sebbene a volte non riuscisse a capire qualche suo comportamento. "Sì, c'entra lui." Si limitó a rispondere quest'ultimo, tentando di mostrare meno emozioni possibile. Quello che stava pensando era ovvio ed eccome se aveva voglia di parlarne con Jungkook se gli si fosse presentata l'occasione. E se quest'ultima non avesse voluto arrivare, allora l'avrebbe fatta accadere lui stesso. Non si accorse che dal parcheggio due figure indistinte stavano correndo con passi ingarbugliati verso l'ingresso di vetro dell'atelier. Appena lo stilista udí lo scatto della porta che si apriva, rivolse lí lo sguardo che si fece subito minuziosamente critico e affilato. I suoi occhi erano fissi sui capelli scompigliati e i pantaloni con un risvolto solo alle caviglie di Jungkook, il quale era entrato nella stanza respirando affannosamente. Gli occhi di Yoongi erano invece avvicinando al eduti sulle guance rosse di Jimin, sulla camicia allacciata male e un calzino diverso dall'altro. Molto, molto inusuale per un ragazzo come Jimin. Il biondo era sempre attento a come si abbigliava, particolari del genere erano accetti solo in situazioni di estrema fretta. Allora, tutto sembró chiaro agli occhi dei due più grandi, i quali si guardarono di sottecchi appena i due modelli erano sul punto di giustificarsi per mezzo di qualche scusa che avrebbe fatto anche più aumentare di credibilità l'affrettato, anche se non impossibile, giudizio dello stilista e del vestierista.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Where stories live. Discover now