23. I hope so

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Michael.
Michael.
Michael.

💭

Apro gli occhi, facendo una smorfia quando la luminescenza della lampada al neon mi acceca per qualche secondo di troppo, mentre vengo colpito da qualche capogiro e un accenno di nausea.

Mi metto a sedere e mi guardo attorno, ma non riconosco il luogo in cui mi trovo. È tutto bianco. Magari sono in Paradiso. Magari sono morto.
No, non posso essere morto, io e Michael ancora non abbiamo raggiunto il coito insieme.
E ho appena detto coito, sì; probabilmente ho preso una botta davvero forte alla testa.

Sospiro e mi sistemo meglio, ed è nel momento esatto in cui lo faccio che la porta, anch'essa bianca, si apre di scatto, mostrandomi la figura esile di Hailee. Esile, sì, ma solo fisicamente.
«Tu! Pezzo di merda! Come osi svenire senza avvisare?» mi urla contro, ricordandomi d'un tratto Cerbero, il "cane" infernale. Un broncio offeso è esposto sul suo viso e le braccia sono incrociate con rabbia sul petto.

Inclino il capo di lato, confuso. Ma poi ricordo. «Oh» mormoro, mentre le parole di Michael iniziano a rimbombarmi nella testa, mentre il suo nome, che ho percepito durante il momento dello svenimento, continua a rimbombarmi nella testa. Mi sembra di essere nel bel mezzo di una guerra, tra fragori e frastuoni.
«Oh cosa? Giuro che ti sbatto la testa al muro e ti faccio svenire di nuovo, tanto da farti dimenticare il tuo nome» prosegue, senza darmi un attimo di pace.

Un uomo in camice bianco, probabilmente il dottore che mi ha portato sul lettino e si è preso cura di me, entra nella stanza e corruga la fronte sentendo le parole pronunciate dalla mia migliore amica. «Tutto a posto qui?» domanda con un accenno di preoccupazione nella voce.
«Sì, fa sempre così» ammetto, rassegnato all'idea che Hailee mi urlerà contro per il resto della mia vita. Anche a novant'anni, sputando la dentiera qua e là.

«Va bene» risponde confuso l'uomo, i capelli neri con ciocche bianche spettinati sulla testa. Probabilmente è sulla quarantina e probabilmente ha fatto il turno di notte, e probabilmente non ha così voglia di avere a che fare con una ragazzina mezza psicopatica. «Comunque sia» prosegue, cambiando argomento, «svieni spesso?» mi chiede, porgendomi qualcosa da mangiare – dei biscotti – e un bicchiere con acqua e zucchero.
«Sì, ma ho già fatto diversi esami e risulta tutto sotto controllo» gli spiego, bevendo un sorso d'acqua.

Annuisce. «Mi piacerebbe lo stesso farti alcuni esami, se non ti dispiace, visto che sei svenuto nel mio ospedale.»
«Capisco.»
«Ma non adesso. Per adesso riposati e stai con la tua... amica» mi dice, lanciando un'occhiata poco convinta in direzione di Hailee, che ricambia con un'occhiataccia. «Quando ti sentirai meglio, potrai lasciare la stanza» prosegue, indifferente al caratterino difficile da gestire della mia migliore amica. «Ah!» esclama, fermandosi sulla soglia della porta e rigirandosi nella mia direzione. «Michael Clifford è preoccupato per te. Passa a rassicurarlo prima di andar via» mi consiglia, lasciandomi con un sorriso rassicurante.

Sospiro e poggio la testa sul cuscino morbido e bianco. Ripensando alle parole del ragazzo. Ho paura di vederlo, ma so che devo farlo. Non posso mica far finta di niente e sparire dalla sua vita. Non in un momento simile, tra l'altro.
«Che è successo? Perché sei svenuto?» mi chiede Hailee nel momento esatto in cui rimaniamo da soli, avvicinandosi pure fin troppo al mio viso.

«Posso vedere i punti neri che hai sul naso» le rispondo, puntandole il dito indice contro.
Mi guarda come se l'avessi offesa malamente, come se le avessi augurato chissà quale tragedia, ma poi scuote la testa, decidendo tra sé e sé di lasciar perdere. «Allora?»

«Michael mi ha spiegato il motivo per cui si trova qui» ammetto, sospirando rumorosamente.
«E...?»
«E sembra essere abbastanza grave» dico. «Sono svenuto prima di poterlo capire seriamente» ammetto, grattandomi la nuca e abbassando lo sguardo.

«Capisco» dice, annuendo e portandosi una mano sul mento, massaggiandoselo sovrappensiero. «Allora non sarebbe meglio andare a parlargli?» mi propone.
«Sì, sarebbe meglio se lo facessi» concordo, muovendo leggermente il capo, per poi mordicchiarmi il labbro inferiore. Ultimamente lo sto letteralmente divorando a causa dell'ansia e delle situazioni a cui mi sto sottoponendo, pur sapendo di non essere in grado di reggerle. Finirò per rimanere senza labbra, me lo sento. E non posso permettermelo, perché senza labbra non posso baciare Michael come se non ci fosse un domani.

«Ti senti meglio? Riesci ad alzarti?» mi chiede con premura, buttando via il bicchiere di plastica vuoto e la confezione, anch'essa vuota, dei biscotti.
Provo ad alzarmi lentamente e noto di non avere alcun problema nello stare in piedi o nel muovermi. «Sì, sto bene» ammetto. In realtà, no. Cioè, sì. Sto bene nel senso che riesco a muovermi senza problemi. Ma per il resto... non sto poi così bene.

«Perfetto, perché col cazzo che ti avrei portato in giro in braccio» mi spiega, osservandomi dalla porta con un'espressione tranquilla. Hailee è in grado di dire cose offensive senza neanche battere ciglio e non capisco se sia una dote o un difetto.
«Grazie, tu sì che sei una vera amica» le rispondo in maniera ironica, alzando gli occhi al cielo e raggiungendola, per poi uscire dalla stanza insieme a lei.

«Pensi che tra te e Michael il rapporto cambierà d'ora in poi?» mi domanda, cambiando argomento.
«Lo spero» le rivelo, stringendomi nelle spalle e osservando la porta della stanza di Michael, che si avvicina via via che camminiamo nella sua direzione.

«E pensare che, tra voi, tutto è iniziato con te, eccitato, che hai perso sangue dal naso come succede solitamente negli anime» dice, sospirando come se stesse ricordando l'accaduto, come se fosse stata testimone oculare di esso.
«Non è andata così.»
«Ah, no?»
«No.»

Hailee fa spallucce e si allontana, dandomi un po' di spazio, nel momento esatto in cui arriviamo davanti alla porta della camera in cui sta Michael.
Sospiro e mi preparo a bussare.
Porrò fine a questa situazione piena di interrogativi, una volta per tutte.

🌸🌸🌸

HOOOLA!
Come state?
Io sto morendo di sonno e sto pensando che avrò il ciclo durante San Valentino. Ottima scusa per mangiare schifezze e piangere, però.

Cosa ne pensate di questo capitolo? È un po' di passaggio, sì. Ma sapete anche che i miei capitoli di passaggio servono a prepararvi a grandi avvenimenti, eh eh.

Fatemi sapere i vostri pensieri con un commento e ricordatevi di lasciare una stellina. In più, condividete questa storia coi vostri amici e sui vostri social, suuu. Per faaavore. Spread the disagio.

Ci ritroviamo giovedì prossimo con un nuovo capitolo.
Quindi,

#Staytuned 😎
e
#Fighting 💪🏻

A presto.
- Tatia;

⭐️👁👁💧

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