Capitolo: due

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Our Own Struggle - SECONDO CAPITOLO

- Salve, cercavo Harold, ma qua tutti lo chiamate Harry. - disse Louis appoggiando i gomiti sul balcone dell’accettazione all’entrata dell’ospedale e ripetendo le parole che il giorno prima il ragazzo gli aveva recitato.

- Mh. - grugnì un omone dietro al vetro che li separava, senza staccare lo sguardo dal monitor del computer e masticando un panino con la bocca aperta. - Non posso dirle dove si trova per la privacy. Deve dirmi il cognome. - .

Dei pezzetti di prosciutto gli uscivano dalla bocca, Louis era davvero disgustato da quella scena pietosa.

Sbuffò maledicendosi da solo, perchè non conosceva il cognome del ragazzo.

- La ringrazio lo stesso. - disse Louis spazientito dirigendosi all'ascensore, completamente perso nei suoi pensieri: non aveva idea di come lo avrebbe trovato.

- Tu sei quello nuovo della Bluewood vero? - . Louis di girò di scatto e vide che un’infermiera lo fissava sorridendo. Sapeva di averla già vista da qualche parte e probabilmente l’aveva proprio vista all’incontro del giorno passato.

- Si! Sono io! – rispose lui risvegliatosi dai suoi pensieri. Era sicuro che lei gli avrebbe detto dove trovarlo. - Ti prego, mi puoi dire dove si trova Harry? Il ragazzo che ieri hai portato giù all'incontro. – chiese tutto d’un fiato.

Kate abbassó lo sguardo tristemente mentre teneva in mano una cartella medica cercando di non dare a vedere la preoccupazione che si teneva dentro, ma non era proprio brava in queste cose.

- Che è successo? - le chiese lui percependo che c'era qualcosa che non andava.

- È stato male questa mattina verso le 7… È davvero molto debole e ora riposa. - disse Kate tenendo lo sguardo basso per evitare di farsi vedere vulnerabile dal ragazzo.

Harry era come un fratello, gli era molto affezionata, in più lui le trasmetteva un’allegria che difficilmente trovava negli altri pazienti. Era una forza della natura quel ragazzo.

- E’ grave? – chiese Louis completamente sbiancato: anche se non lo conosceva era pur sempre un ragazzo e il moro era molto buono con tutti.

A Kate non usciva la voce, quindi si limitò ad annuire quel tanto che bastò per farsi capire da Louis.

Louis abbassò lo sguardo stuzzicandosi le mani. - Ce la farà? - chiese con un filo di voce.

- Ce la deve fare. Ce la farà. – si auto convinse lei. - Ha la leucemia. Un ragazzo di sedici anni che ha la leucemia! Un ragazzo così solare! Ti sembra giusto?! - .

Kate stava urlando e buttando fuori tutto lo stress accumulato in quelle prime ore della mattina. Il ragazzo, ancora una volta, non sapeva cosa dire, così si limitava a guardarla.

Poi Kate sospirò chiudendo gli occhi. – Avevi bisogno? – gli chiese guardandolo negli occhi.

- Volevo parlargli... – restò vago Louis. Kate annuì leggermente.

- Ti porto da lui. – disse lei ormai calmatasi del tutto, quindi i due entrarono in ascensore diretti al secondo piano.

- Harry lo chiama ‘piano dell’andata’ – iniziò Kate mentre salivano. Non sapeva nemmeno lei perchè stava dicendo quella cosa a un perfetto sconosciuto. – dice che se hai il braccialetto, lui intende quello dell’ospedale, - .

Louis stava annuendo tra l’interessato e il mortificato. – non ne esci più. – finì Kate  mentre teneva lo sguardo fisso sui suoi piedi.

- Vedrai che Harry uscirà da lì. - . Louis non capiva da dove venissero quelle parole, non le aveva neanche pensate ed erano uscite, scappate dalla bocca. Le mise una mano sulla spalla, quasi a confortarla.

Our Own Struggle - ((Larry Stylinson AU))Where stories live. Discover now