Capitolo: diciannove

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Our Own Struggle - DICIANNOVESIMO CAPITOLO

Ci misero poco ad arrivare all’ospedale, dove però dovettero aspettare un bel po’, perché con la neve molti pazienti gravi, reduci da incidenti, passavano davanti ai due.

Harry se ne stava in piedi accanto al letto che finalmente erano riusciti a dare a Louis e si guardava nervosamente intorno, nella speranza che qualcuno li degnasse di attenzioni.

- Speriamo di non dover attendere ancora tanto perché ti mettano i punti. – sbuffò Harry.

- Guarda. - . Louis gli sventolò il polso destro sotto al naso del riccio  che, giratosi, sorrideva perché il moro sembrava essere tornato se stesso, ovvero pieno di energia.

- Cosa devo guardare, Lou? Il tuo polso sexy? – scherzò il più piccolo.

- Stupido. – rise Louis. – Ho anche io il braccialetto come il tuo. - . Louis si riferiva al braccialetto ospedaliero che Harry non aveva buttato e che restava saldamente attaccato al suo polso per ricordare tutto ciò che aveva passato e che aveva sconfitto.

Harry rise leggermente e si sedette accanto a lui. – Non è una gran conquista eh. - .

Louis alzò le spalle, poi si appoggiò alla sua spalla, spiaccicandoci sopra la guancia sana. Harry, però, si mosse subito prendendo lentamente il viso di Louis, tra le mani.

Poi lo guardò dritto negli occhi. Uno sguardo che Louis riuscì stranamente a sostenere. Entrambi volevano la stessa cosa, ma non lo sapevano. Poi a Harry cadde lo sguardo sul labbro inferiore del più grande, che era tagliato. Evidentemente pensò fosse una bella idea e appoggiò le sue labbra carnose su quelle sottili di Louis che sussultò estasiato. Chiusero gli occhi e si lasciarono trasportare dalle loro lingue che esploravano per la prima volta la bocca l’uno dell’altro.

Entrambi avevano aspettato così tanto, avevano fatto così tante cose insieme e un sacco ne avrebbero fatte, ma non è strano? Due persone che si amano, ma che non riescono ad aprirsi? Deve sempre succedere qualcosa di brutto? ‘Non ti accorgi di quello che hai finché non lo perdi’ o finché non rischi di perderlo, no?

 
Harry poteva sentire il sapore del sangue del labbro di Louis entrargli con forza nella bocca. Lui fu il primo a staccarsi.

– Boo, tu sembri una persona forte, tieni la maschera da duro davanti al tuo viso, ma so quanto sei fragile, ti prego, non aver paura a mostrarti con me. - .

Harry guardava Louis che però aveva ancora una volta lo sguardo abbassato. Era incredibile come quel ragazzo fosse timido e chiuso, quando sembrava tutto il contrario.

– Louis, che cosa è successo in quel vicolo? - . Harry aveva lasciato libero il viso di Louis che tradiva il suo quasi imbarazzo a parlarne, e si era alzato dal letto.

- Mi hanno picchiato. - . Louis deglutì comprendendo la pesantezza che quelle parole avevano su di lui.

- Perché lo hanno fatto? - . Harry gli prese una mano per rassicurarlo, ma una fitta di dolore allo stomaco investì il più grande facendolo contorcere su se stesso e stritolare la mano del più piccolo. Harry gli accarezzò i capelli setosi, preoccupato.  - Louis, che succede? – chiese allarmato, poi Louis con una smorfia rigurgitò sangue davanti a sè, attirando l’attenzione di alcuni dottori che fecero spostare un Harry paralizzato.

- Lo portiamo a fare delle analisi, lei si vada a pulire un po’. – suggerì un’infermiera dopo aver apppoggiato una mano sulla spalla del più piccolo, mentre altri portavano via il letto di Louis.

- No, vi prego, posso venire anche io? - . Harry afferrò il braccio di un dottore per fermarlo.

- No, non puoi, mi spiace, ma ti terremo informato. Facciamo solo dei controlli, è in buone mani. – lo rassicurò lui, poi sparì con gli altri dottori e Louis che teneva gli occhi chiusi e si contorceva per il dolore.

Our Own Struggle - ((Larry Stylinson AU))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora