Capitolo: otto

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Our Own Struggle - OTTAVO CAPITOLO

Quando tornò nella sua camera, Louis trovò Harry rannicchiato sul piccolo divano che dormiva profondamente, con la testa nascosta nel bracciolo. A quella vista il più grande sorrise, sperando di aver trovato le parole giuste per spingerlo a lottare ancora, qualche decina di minuti prima, in bagno.

Decise di sedersi sul letto a sfogliare una rivista di musica aspettando sua madre, ma non riusciva veramente a concentrarsi su di essa, perché attratto da quella figura indifesa addormentata sul suo divano. Era così perfetto. L’espressione rilassata, le mani giunte appoggiate sotto, tra la guancia e il bracciolo, il respiro regolare e le labbra socchiuse. Quelle labbra, non troppo sottili, ma neanche carnose: perfette. Poi Louis venne distratto dallo squillare del suo iPhone.

- Pronto? – bisbigliò una volta acchiappato il cellulare. – Sì, ciao Eleanor. - . Il ragazzo uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle e restando in corridoio per non svegliare il più piccolo con la sua voce.

– Ma… Me lo dici così, adesso? E da quanto? - . Una piccola pausa in cui Louis ascoltò la voce dall’altra parte e: - Ma fottiti! - . Louis chiuse la chiamata e spense il telefono arrabbiato come mai. ‘Troia.’ fu il suo unico pensiero, ma poi decise che non doveva pensare a Eleanor il giorno di Natale, aveva passato diversi anni a sprecare tempo ad autoconvincersi che fosse etero ed essere tristi per il tradimento di Eleanor era una cosa davvero stupida; così tornò in camera e si sedette per terra, accanto al divano, ritrovando subito la pace interiore.

Sentiva il respiro di Harry solleticargli regolarmente la guancia e stranamente gli piaceva.

- Tesoro, ho portato il tè. – sussurrò Jay entrando con una tazza in mano. Era la tazza preferita di Louis: quella con un orsacchiotto che dormiva nella notte.

- Grazie mamma. – sorrise dolcemente Louis. Jay appoggiò la tazza di tè sulla scrivania del figlio e si sedette accanto a lui.

- Hai la faccia distrutta, amore. – notò lei spostandogli il ciuffo di capelli dall’occhio.

- Mi ha distrutto vederlo così, in più Eleanor mi ha lasciato. Mi tradiva. - . Louis scosse la testa tristemente e la madre lo abbracciò. Non amava vedere i suoi occhi sempre così pieni di euforia e speranza, così tristi e malinconici. Louis affondò il viso nella sua spalla sentendosi meglio, riconoscendo il profumo di casa.

- Non ti meritava, amore. Non starci troppo male, dai. - . In quel momento furono interrotti da dei versi che provenivano da Harry. Entrambi girarono la testa di scatto verso il più piccolo, preoccupati stesse male, ma lui stava semplicemente dormendo e sognando.

- Sai, mamma. Io… Non so… Ho paura. Insomma, sono attratto da Harry, credo. Non avevo mai pensato a un ragazzo nel modo in cui penso a lui. Mi era capitato di pensare ai ragazzi in quel modo, ma Harry mi manda letteralmente in palla. – sussurrò con voce tremante mentre teneva lo sguardo basso e si torturava le mani.

- Oh amore non devi aver paura. È una cosa meravigliosa. Io sono così fiera di te. Stai dimostrando una grande maturità, Lou. Il modo in cui ti prendi cura di un ragazzo malato che fino a una settimana fa era uno sconosciuto e adesso confessandomi questa cosa così personale… Forse in vita tua non te l’ho ripetuto molto, ma sono davvero fiera di te. – disse lei accarezzandogli la guancia.

- Ma non ne sono sicuro… Sono così confuso. - . Louis voltò lo sguardo verso l’amico.

- Amore, ricordati una cosa: non importa il sesso di chi ami. Importa come ti tratta quella persona, cosa provi, come ti fa sentire. Sappi che noi ti saremo sempre accanto. Te lo prometto, tesoro. - . Lei lo circondò in un abbraccio rassicurante. Louis voleva davvero tanto bene a sua mamma, al contrario di quel che provava per il padre. Era contento che le sue sorelle avessero un padre come Mark e non come il suo.

Our Own Struggle - ((Larry Stylinson AU))Where stories live. Discover now