Capitolo: undici

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Our Own Struggle - UNDICESIMO CAPITOLO

Quando Harry si svegliò la mattina dopo, una dottoressa stava scrivendo qualcosa sulla sua cartella, ma appena si accorse che il ragazzo era sveglio, mise su un sorriso raggiante

- Harry! Come ti senti? – gli chiese lei. Harry si stiracchiò appena e la guardò.

- Come sto veramente? - . Lei annuì ovvia. – Mi sto cagando in mano e scusi per l’espressione. - . Lei sorrise.

- Se sei pronto possiamo andare. - . Harry la guardò, poi annuì e si alzò malamente. – Non è la prima volta che fai la chemio, leggo qua. - . Harry annuì e si sedette sulla sedia a rotelle. – Beh allora sai già com’è. - .

Lui annuì ancora e i ricordi del primo ciclo di chemio gli tornarono alla mente. Solitamente al primo ciclo tutti portano un parente o qualcuno che stia loro accanto, per lui non era stato così, non aveva nessuno, tranne Kate che aveva conosciuto proprio quel giorno e che era rimasta con lui.

La dottoressa lo portò fino alla camera dove si sarebbe tenuto il ciclo e lo fece accomodare sulla poltrona. Harry si guardò intorno, assieme a lui c’erano molti altri pazienti che aveva già visto durante i precedenti cicli, ma con cui non aveva mai avuto l’occasione di chiacchierare.

Louis attese un attimo dopo aver bussato, poi entrò nella camera esitando. Si guardò intorno e non vide nessuno, nemmeno Harry. Decise allora di fermare una dottoressa che passava in corridoio.

- Scusi, Harry dov’è? - . La dottoressa gli sorrise dolcemente.

- Harry è a fare la chemio, appena finisce torna. - . Louis la guardò mezzo sorpreso.

- Pensavo ce l’avesse più tardi e che sarei potuto andare con lui. – tentò. Lei sosse la testa.

- Mi dispiace, ma Harry non è la prima volta che fa la chemioterapia e per questo nessuno può andare con lui. Non si preoccupi, è in buone mani. – gli sorrise lei incoraggiante.

- Ok, allora grazie. - . Louis sorrise gentilmente rientrando in camera e si sedette sulla solita poltrona accanto al letto del minore.

Passò due ore buone tra il guardare fuori dalla finestra e il leggere la rivista di musica di Harry.

La porta si aprì e Louis saltò sulla poltrona, preso dallo spavento e persosi tra le righe della rivista, spostò lo sguardo verso la porta e quello che vide gli fece aggrovigliare lo stomaco: Harry aveva il viso più scavato di come lo aveva lasciato il giorno prima e gli occhi spenti, privi di gioia.

Se ne stava seduto sulla sua sedia a rotelle mentre un’infermiera lo portava dentro. Louis non sapeva cosa dire, aveva paura che dicendo qualcosa avrebbe dato fastidio a Harry, ma se non avesse detto niente avrebbe fatto la figura dello scemo.

Si alzò e il silenzio venne interrotto dall’infermiera.

- Ecco Harry, stenditi pure. - . L’infermiera, una ragazza giovane e dai modi delicati, aiutò Harry a scendere dalla carrozzina e a farlo sedere sul letto, poi Harry si sdraiò e si infilò sotto le coperte.

L’infermiera guardò Louis. – Oggi qualcuno è venuto, sono contenta. – sorrise.

Louis annuì, tornò a sedersi sulla poltrona e guardò Harry che si era già addormentato. Avrebbe tanto voluto prendersi la sua leucemia per farlo vivere davvero e farlo sorridere, perchè quando sorrideva lui, il mondo si fermava.

L’infermiera uscì dalla stanza e Louis si decise a prendere la mano di Harry e ad accarezzargliela lentamente per non svegliarlo.

Our Own Struggle - ((Larry Stylinson AU))Where stories live. Discover now