Capitolo: dodici

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Our Own Struggle - DODICESIMO CAPITOLO


- Secondo me si dovrebbe far operare. Insomma, potrebbe vivere una vita normale dopo! – sospirò Louis appoggiandosi al muro del corridoio dell’ospedale, lasciando passare i dottori che andavano di fretta.

- Anche io la penso come te, Louis, ma non so se Harry sia dello stesso parere. - .

- Chiediamoglielo, no? – propose Louis. Kate sospirò.

- Lasciamogli tempo per rilassarsi, glielo chiederemo magari stasera. - . Kate si mise una mano in faccia per riprendersi un po’. – Vai pure, tu. Sto io con lui. – aggiunse.

- No no. Voglio fargli compagnia io, se non ti dispiace. – replicò Louis. Kate sorrise.

- Mi faresti un grande favore, ho un sacco di cose da fare, ma lasciarlo solo è l’ultima cosa che voglio. - . Kate sospirò di nuovo. Era stressata, perchè voleva fare qualcosa per Harry, ma non poteva e in più aveva tante altre cose a cui pensare, tra cui il suo matrimonio.

Louis le sorrise dolcemente. – Allora io adesso scappo, ci vediamo dopo per pranzo e se hai bisogno o se vuoi andare via, fammi chiamare dalle ragazze in fondo al corridoio. - . Louis annuì, poi rientrò nella camera di Harry, mentre la ragazza correva via.

Il moro si avvicinò al letto in cui Harry stava sdraiato con lo sguardo perso fuori dalla finestra.

- Ti andrebbe di ridipingere un po’ questa stanza, piccolo? – propose il liscio osservando le pareti tristi che aveva notato la prima volta.
Harry voltò lo sguardo verso di lui, appena un po’ incredulo.

- Non credo si possa. - .

- Sei un fifone. – lo punzecchiò Louis sedendoglisi accanto.

- Non è vero. – ribattè infastidito il più piccolo.

- Dimostramelo. - . Louis lo guardava divertito. Amava provocare e infastidire le persone.

- Va bene, ma non vedo la vernice. - . Harry si mise seduto, incrociò le braccia e guardò il ragazzo seduto accanto a lui, sfidandolo.

- E... ti andrebbe di venire a comprarla con me, così la scegli? – propose Louis scrutando la reazione del più piccolo.

Era convinto che se lo avesse reso felice, qualcosa di un po’ diverso, gli avrebbe dato un motivo per farsi operare; in più voleva allentare un po’ la tensione e far svagare il ragazzo.

– In fondo lo abbiamo fatto già una volta e poi ho visto una mesticheria qua sotto. - .

Harry sussultò, non si aspettava una proposta del genere. Non era mai uscito dall’ospedale per due anni e adesso quel ragazzo moro, con occhi di ghiaccio, gli stava sconvolgendo la vita, eppure era davvero felice il giorno di Natale accanto a lui.

- Ragazzo, non fare il prezioso! – lo canzonò Louis risvegliandolo dai pensieri.

- Va bene, dammi il tempo di prepararmi. – rispose titubante il minore che, poi, si alzò e scomparve nel bagno antistante alla camera, mentre Louis giocherellava con il bordo del lenzuolo.

Mentre il maggiore aspettava Harry, studiava la stanza nei minimi particolari per fare un piano, in modo da essere preparati per verniciare le pareti.

Non sarebbe stata una cosa troppo complicata: i mobili erano pochi e si potevano benissimo accumulare al centro della stanza con poco sforzo del maggiore. Poi ripassò a mente gli strumenti di cui avrebbero avuto bisogno.

- Sono pronto. - . Harry si avvicinò pericolosamente al moro passandogli oltre e prendendo il telefono che mise poi nella tasca posteriore dei jeans.

Our Own Struggle - ((Larry Stylinson AU))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora