Capitolo: venti

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Our Own Struggle - DICIANNOVESIMO CAPITOLO

Forse fu la prima volta che fecero l’amore, il momento in cui Harry si sentì finalmente al sicuro, probabilmente per il fatto che quel piccolo ragazzo che era stato sopra di lui e dentro di lui, lo amava. Lo amava davvero e lo dimostrava in tutte le cose: da un fiore regalatogli, a dei cioccolatini, a tante altre piccole attenzioni che Harry non aveva mai ricevuto nemmeno dalla madre quando era ancora in vita.

Quante cose erano cambiate da quei lontani e freddi giorni di marzo, quando tutto era iniziato. Ora erano tre mesi che stavano assieme regolarmente e pian piano, grazie a Louis, Harry era uscito dal suo guscio e si era lasciato alle spalle il passato che a volte lo tormentava, però, durante la notte. Allora, il maggiore lo stringeva forte a sè, sussurrando parole dolci al suo orecchio e assicurandosi di riaddormentarsi prima di Harry.

Probabilmente se Louis si fosse fermato e avesse guardato indietro nei mesi, un brivido avrebbe percorso la sua schiena. Quante cose a cui insieme erano andati incontro, ma si era ripromesso che quelle future sarebbero solo state belle. Lo aveva promesso a se stesso.
 
 

- Siamo passati! – urlò Zayn buttandosi tra le braccia di Liam che gli stava picchiettando la schiena tranquillamente; era euforico pure lui, però si conteneva in mezzo alla ressa di ragazzi che scrutavano i tabelloni dei voti, lasciandosi scappare solo un piccolo sorriso.

- Cazzo, adesso siamo liberi, ragazzi! - . Louis, fattosi largo tra la marea di ragazzi che urlavano di gioia e si abbracciavano, si infilò sorridente tra i due che ancora erano stretti in un abbraccio, e mise le braccia sulle spalle degli amici mentre si dirigevano in mensa.

- Sai se Harry è passato? – chiese Niall già seduto al tavolo mentre si abbuffava di spaghetti, quando fu raggiunto dai suoi amici che lentamente, e appoggiati per terra gli zaini, si sedettero con lui al tavolo rotondo, uno dei tanti tavoli della mensa della scuola. Niall amava quel posto, perché sembrava più un ristorante che una mensa scolastica per il fatto che c’erano tanti tavoli tondi e un bel po’ di cibo tra cui scegliere. Liam si sentiva, invece, come in High School Musical, e in effetti era tutto così tremendamente simile.

- Uhm… Non l’ho ancora sentito, in realtà. - . Louis cercò il cellulare nello zaino per vedere se il riccio gli aveva lasciato dei messaggi, ma niente. Si sedette tra Niall e Liam pensando che probabilmente era ancora dal consulente scolastico. Jay lo aveva praticamente costretto ad andarci, perché dopo tutto il tempo che Harry aveva passato in ospedale, aveva da recuperare un bel po’ di cose e Dan, un uomo di mezza statura, con due enormi baffi sotto il naso e il fare gentile, lo aiutava con i compiti, ma non solo.

Spesso, infatti, Harry tornava dall’incontro con il consulente e gli raccontava che Dan gli chiedeva, oltre che della scuola, cose più personali, come dei suoi genitori. Louis aveva il presentimento che il consulente fosse soprattutto uno psicologo e che sua mamma volesse accertarsi che Harry stesse veramente bene come diceva. A lui non parevano disturbare le domande sul suo passato, così Louis non se ne preoccupava più di tanto.

- Ragazzi eccolo! - . Liam si sbracciò attirando l’attenzione di mezza mensa, ma anche quella del soggetto desiderato che si avvicinò agli amici guardandosi intorno, come se fosse seguito, mentre Niall era diventato rosso per l’imbarazzo dovuto agli occhi di mezza scuola che li squadravano.

I cinque ragazzi erano ritenuti, infatti, gli sfigati della scuola e davvero poca gente parlava con loro, ma a loro non importava granchè, perché facevano tutto insieme, troppo amici per stancarsi gli uni degli altri, addirittura a volte diventava morboso il loro rapporto, ma non li infastidiva.

Tutti venivano presi di mira dai bulli, anche se avevano modi diversi di affrontare il bullismo: Zayn li affrontava, così finiva nei guai per via delle risse; Liam li ignorava e continuava la sua vita; Niall non diceva niente, ma quando arrivava a casa, scoppiava in lacrime tra le braccia di Zayn che era un po’ il suo punto fermo, anche se avevano la stessa età, Niall era il cucciolo e Zayn colui che se ne prendeva cura; Louis li smerdava; Harry, preso più di mira per via del suo fisico troppo magro, girava con lo sguardo basso, avendo paura perfino della propria ombra, se gli si avvicinava qualcuno lui sussultava, già pronto a farsi picchiare, anche perché era il più piccolo e non seguiva nessuna lezione con i suoi amici, così come Louis che, però, era il più grande.

Our Own Struggle - ((Larry Stylinson AU))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora