Capitolo: quindici

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Our Own Struggle - QUINDICESIMO CAPITOLO

 

- So già cosa mi vuoi chiedere, Lou. – . La madre lo riprese con tono severo.


- Ma mamma, non possiamo lasciarlo qua da solo! – protestò lui.


- Mi lasci finire per piacere? – lo rimproverò lei, mentre si sedeva. Poi sospirò mentre il figlio annuiva diligentemente. – Sì, Louis, sì. Lo adotteremo. – disse tutto d’un fiato Jay chiudendo gli occhi e annuendo.


- Mamma, stai dicendo sul serio? – balbettò Louis, incredulo.

Johannah annuì titubante per l’enorme responsabilità di cui si stava facendo carico e subito il figlio le si gettò al collo.

– Grazie, grazie, mamma! – sussurrò lui tra i suoi capelli. Lei si limitò a dargli delle pacche sulla schiena.


- Adesso vai a rassicurare Harry, poi quando si addormenta vieni qua che dobbiamo parlare. - .

Louis annuì ed era già pronto per entrare nella camera di Louis, quando Johannah gli afferrò il polso fermandolo e facendolo girare per guardarlo negli occhi. – Un ultima cosa, Lou. Dormi, per piacere. Si sistemerà tutto, tranquillo. - .

Detto questo gli accarezzò dolcemente le profonde occhiaie che erano ben evidenti sul viso stanco di suo figlio.

Louis annuì accennando un sorriso ed entrò in camera da Harry. Subito notò un dottore che prendeva appunti su un foglio, in piedi di fronte al letto dove Harry respirava affannosamente, mentre un infermiere lavorava attorno alla sua flebo. Non li aveva visti entrare.


- Procedo con la somministrazione del sedativo? - . Louis rimase pietrificato, senza proferire parola.


- Sì sì, Martin. Anche abbastanza forte. – disse l’uomo voltando lo sguardo sul nuovo arrivato che finalmente reagì e si andò a posizionare accanto a Harry, spingendo in malo modo l’infermiere.


- Voi non somministrerete nulla ad Harry! - . Il dottore si mise a ridere.


- Tu chi saresti per impedirmelo? Sto solo facendo un piacere a tutti. Si agita troppo e non posso certo passare la mia giornata qua a fargli da babysitter per evitare che si faccia del male. - .


- Ci sto io con lui. Per favore, non addormentatelo. – lo implorò. Louis si sarebbe messo in ginocchio per evitare che lo facessero.


- Va bene, ma alla prossima lo faccio davvero. Rischia troppo. – lo avvertì l’uomo, che richiamò l’infermiere e insieme lasciarono la stanza.

Guardando la porta chiudersi, Louis si accomodò accanto a Harry, cucciandolo un po’ per farsi posto, poi gli prese la mano e la intrecciò con la sua. Harry continuava ad ansimare, tutto sudato.


- Va tutto bene, piccolo. Ho parlato con mia mamma. Parlato si fa per dire. - . Louis accennò una risata, mentre metteva un braccio attorno alle spalle dell’amico e lo faceva avvicinare al suo petto. Harry si faceva fare di tutto, infondo voleva starci tra le sue braccia. – Praticamente abbiamo avuto la stessa idea. - . Louis iniziò ad accarezzargli il collo con calma, mentre sotto il suo tocco sentiva Harry calmarsi. – Verrai a vivere da noi. - .

Louis sorrise, mentre, in silenzio, Harry perse un battito cardiaco iniziando a scuotere la testa. Si sarebbe sentito ancora una volta di peso. – Come no? - . Louis cercava di allentare la tensione, fingendo di mettere il muso. – Sarai mio fratello! - . Harry sorrise leggermente al pensiero. Lui e Louis fratelli. – Guarda che siamo normali. Ok, forse se togli me, sono tutti normali. E poi ho bisogno di un altro uomo in casa! Cioè ho quattro sorelle, ho bisogno di un fratello! – esclamò.

Our Own Struggle - ((Larry Stylinson AU))Where stories live. Discover now