O.33

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LOUIS' POV

"Harry Styles- Io sono ehm-" dico, sapendo che non potrò vederlo se non sono un suo parente. Invento una bugia per la signora al bancone, dicendo che sono suo cugino, e poi quasi corro per il corridoio, verso l'ascensore.

Non riesco nemmeno a sentirmi pensare, il mio cuore sta battendo troppo forte, cazzo.

Ma quando esco dall'ascensore e mi dirigo verso le stanze del suo piano, non riesco a spegnere i miei cazzo di pensieri.

E' tutta colpa mia.

Il mio piccolo.

Il mio piccolo potrebbe morire oggi.

"Hazza?" grido quando mi incammino per il corridoio, cercando la stanza numero 245. Quando la trovo, il mio cuore sembra pronto a cadere per la vista al suo interno.

"Oh.. Oh mio dio-" dico, avvicinandomi al letto d'ospedale. Harry è lì disteso, pallido come la neve con delle occhiaie scure sotto i suoi occhi.

"Sta combattendo da un po'..." dice Eleanor. E' seduta sulla sedia vicino a lui, e mi sta guardando. "Nessuno della sua famiglia è venuto..." mi informa in un delicato sussurro, e procede toccandomi la spalla, accarezzandomela. Mi scosto, lanciandole un'occhiata. Ma come si permette?

"Non ti permettere di toccarmi. Abbiamo litigato, ho visto le tue mutandine nella sua tasca. Sei ripugnante. Hai capito? Ripugnante." Sono così arrabbiato, e quindi scoppio, come sempre.

"L'hai trovato, disteso sul pavimento della cucina! Ti ha detto della discussione che abbiamo avuto? Riguardava te, Miss Perfettina. Miss 'Ruberò il ragazzo di Louis perché ho amato Harry per prima', mi fai schifo. Mi hai sempre fatto schifo. E' stato bello quando hai lasciato che il mio ragazzo ti scopasse?" grido, pronto a staccarle la testa.

Lei rimane lì e basta, scioccata. "Io ed Harry non abbiamo... Non avremmo mai..." comincia, non riuscendo a parlare. Riesco a vedere le lacrime raggiungere i suoi occhi. "Probabilmente era Niall, siamo andati a fare shopping, e lui... Lui ha comprato un paio di mutandine per Harry, per scherzo! Per scherzo!" esclama piuttosto forte, e io mi muovo per chiudere la porta.

"Dammi il suo numero." sputo fuori, aspettando. Lei non perde tempo, con mio piacere, perché chiaramente non sono dell'umore. Ma appena il numero mi è stato dato con l'aiuto di Eleanor, un piccolo colpo di tosse proviene dal letto. Sposto lo sguardo e vedo degli spenti occhi verdi guardarmi. Con paura? Possibilmente. Con amore? Senza alcun dubbio.

Harry cerca di tirarsi a sedere ed emette un lamento quando allunga le braccia verso di me, ovviamente sforzandosi, cosa che non dovrebbe fare. Corro verso di lui e mi siedo sul letto, facendo spazio per entrambi, in modo da poterci stendere. "Il mio piccolo," tubo in un sussurro all'orecchio di Harry. Lui solleva lo sguardo da dove la sua testa è appoggiata al mio petto e sorride debolmente, posando generosi baci sulle mie clavicole.

"Mi dispiace." mormora con voce roca il povero ragazzo, i suoi occhi pieni di lacrime che mi guardano. Ovviamente non ho mai pensato che Harry potesse fare sesso con una ragazza, o persino tradirmi per quello che importa... Ma ero arrabbiato quando è successo. Scoppio sempre appena qualcosa mi fa incazzare, e poi mi accorgo che potrei avere qualche problema di controllo della rabbia...

Ma comunque, quel problema può aspettare. Sono troppo impegnato a stringere il mio ragazzo suicida fra le mie braccia perché me ne possa fregare qualcosa di me stesso.

"Prendigli qualcosa da mangiare. Adesso." dico a Eletroia. Non mi importa di quali fossero state le sue intenzioni con il mio piccolo, amici o amanti, non la voglio nella stanza quando parlo con Harry da solo.

"Piccolo, perché? Perché non mi hai chiamato o scritto? Ti avrei ascoltato..." tubo una volta che lei ha lasciato la stanza, accarezzandogli i riccioli con tocco gentile. E' ancora più bello quando piange, e quando le sue guance sono di un rosso scarlatto. Non riesco a spiegare quanto lo ami in questo momento. E non credo che riuscirò mai a spiegarlo. E' qualcosa che sicuramente rimarrà inspiegabile.

Lui deglutisce sonoramente e sposta lo sguardo, evitando il mio. "Perché... Non era solo per te. Era per tutto. Questo disturbo, il nostro litigio, il modo in cui mi metto in imbarazzo ogni giorno. Louis, perché dovresti voler stare con un perdente come me, comunque? Cosa ci ricaveresti?"

Stavo per parlare, ma la sua debole voce mi ha interrotto. "Non posso fare nulla per te. O per me stesso. Sono in trappola Louis. Non è giusto."

Non posso dirgli che so come si sente, perché non è vero, ma posso stringerlo più forte, baciargli il naso e alzargli il mento con le dita in modo che mi guardi dritto negli occhi. Sì, questo posso farlo.

"Te lo dirò altre cento volte, Harry." inizio, le lacrime che si accumulano ai miei occhi, cosa a cui mi sono abituato ultimamente. Ma prometto a me stesso che non esagererò col singhiozzare.

"Ti vorrò sempre. Anche quando sarai vecchio e puzzerai di pipì. E specialmente quando hai un episodio in pubblico. Questo non cambia una singola cosa piccolo. Non una."

Lui mi guarda con occhi spalancati e sbatte le palpebre un paio di volte prima di incontrare le mie labbra con le sue. Ci baciamo, e ogni volta è come la prima. Ma adesso, è puro e dolce. Sembra come se non debba più soffrire, ed è il più grande sollievo che abbia mai provato in diciotto anni della mia vita.

Quando ci stacchiamo, sorrido, e lo fa anche lui, ma il mio si sbiadisce quando vedo le cicatrici sul braccio del mio ragazzo. Le fisso e letteralmente, non riesco più a trattenermi.

Scoppio in lacrime proprio quando sento un sussulto provenire da lui. Lo guardo, gli occhi pieni di lacrime e lui sta arrossendo.

Non riesco a trattenermi dal ridacchiare attraverso le lacrime e lui fa lo stesso.

Ma so cosa succederà adesso.

Quale ospedale può aiutare il mio ragazzo? E mi permetteranno di vederlo?

You put the O in DisOrder » Larry Stylinson || Italian translationWhere stories live. Discover now