ᴵ ʳᵉᵐᵉᵐᵇᵉʳ

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Ricordo la prima volta che ci incontrammo.

Accadde durante un odioso giorno di marzo, dove al posto dei petali di ciliegio cadeva ancora la neve.
Eri entrato in classe con la divisa bagnata, e i capelli pece disordinati e macchiati da quei candidi fiocchi; mi ricordavano la superficie increspata dell'oceano che, durante la notte, è illuminata da una miriade di stelle. E guardandoti non potevo non pensarci, come non ci riesco tutt'ora.

Il freddo trapassava le spesse pareti per insediarsi sotto la nostra pelle, eppure tu eri lì, senza cappotto, con un sorriso che già odiavo stampato sul volto e le mani nelle tasche dei pantaloni mentre, pacatamente, ti dondolavi sui tuoi piedi che avevano lasciato una scia di neve sciolta sul pavimento.
Emanavi pura tranquillità, Jeno, in contrasto con il mio stato d'animo e con quello di ogni studente presente in quella scuola.
Forse anche per questo avevo iniziato da subito a detestarti.
In realtà la tua sola presenza contrastava con l'intero edificio: con quelle pareti color ghiaccio sporco, con la polvere che aleggiava nella stanza, l'odore di chiuso e quei vecchi libri che eravamo costretti a portarci dietro. Per essere poetico: eri il sole che riscaldava la pelle dopo un inverno incessante.
Una novità che non poteva passare inosservata, e infatti alla fine delle lezioni già tutti parlavano di te, del nuovo ragazzo appena trasferito.

Eri speciale perché, al contrario di tutti quei poveri disgraziati che, come me, frequentavano quel complesso da quando hanno memoria, tu ti saresti subito solo gli anni liceali. Eri una boccata di aria fresca, una finestra su quello che accadeva al di fuori di quella scuola, e la tua bellezza non fece che accrescere la curiosità degli altri studenti.
E tra questi curiosi ne spiccava uno in particolare -non io, come ho detto prima mi stavi particolarmente sulle palle- ma Donghyuck.
Lui non perse tempo a prenderti in disparte e a farti fare un giro per l'istituto che, grande com'era, vi aveva fatto perdere tutte e cinque le ore del mattino.

Il problema di tutto questo?
Donghyuck era uno dei miei migliori amici e pranzavamo sempre insieme.

-Sono Lee Jeno.-

-Jaemin- avevo risposto.

Questa scena è cosí ben impressa nella mia mente: se chiudo gli occhi posso ancora vedere il piccolo te in quell'orribile divisa cerulea; posso ancora sentire il calore della tua mano mentre stringeva la mia, il sapore del succo alla pesca che bagnava le mie labbra.

E tu Jeno, tu ricordi?

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a/n una nomin perché amo i miei figli.

Spero sia di vostro gradimento.🙇‍♀️

first timeᴺᵒᵐⁱⁿWhere stories live. Discover now