ʸᵒᵘ ᵈᵒⁿ'ᵗ

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Una lieve risata lasciò le labbra tremanti di Jaemin.
Con le falangi tra i suoi capelli, oramai, rosa, si allontanò dall'altro ragazzo, spostando il suo sguardo verso il mite cielo di settembre.

-No, non ricordi nulla.- disse abbassando le braccia e portando le mani nelle tasche della sua felpa.
Non si era mai sentito così distante dall'altro come adesso; in quel parco vuoto, sotto un albero qualunque ㅡche avrà sicuramente ascoltato storie più interessanti di questaㅡ sembravano solamente due estranei incontratisi per caso.
L'estate, se pur prossima alla fine, era ancora percettibile nell'aria, eppure tutto quello che si poteva sentire tra di loro era il gelo più totale.
Ancora una volta, forse per un'ultima volta, si erano chiusi nel loro mondo che sembrava non appartenergli più, e a Jaemin questo faceva male, tanto male. Non sopportava quel freddo, voleva sentire il tepore della primavera che solo Jeno gli faceva provare; voleva essere avvolto da quel profumo di camomilla che tanto lo calmava, perdersi nell'oceano, perdersi con lui.

-Jaemin..- il nominato riportò la sua attenzione sull'altro ragazzo. I capelli mori erano mossi da un leggero vento e ricadevano sui suoi occhi che, neanche una volta dal loro incontro, si erano posati su di lui.
Tutto quello che Jaemin avrebbe voluto fare era andare da Jeno, spostargli quelle ciocche dal volto, e ammirarlo.
Invece rimase fermo a guardarlo, da lontano, come aveva fatto in quegli ultimi due anni.

-Non ricordi Jeno, non ricordi.- disse ripensando ad ogni momento passato con l'altro ragazzo, riguardandoli come fossero foto di un album viste e riviste.

-Come puoi dirlo? Ricordo tutto, ogni singola cosa. Ogni singola parola, ogni singolo tocco, ogni singolo sorriso, ogni singolo abbraccio, ogni singolo..-
Jeno si bloccò all'improvviso, i pugni stretti lungo i fianchi, le labbra ridotte a due linee su un viso porpora di rabbia.
-Ogni singolo cosa, Jeno?-
-Lascia stare.- disse.
Oh, ma Jaemin non avrebbe lasciato stare. Sapeva a cosa si riferiva l'altro ragazzo, lo sapeva bene.

Con lentezza straziante iniziò ad avvicinarsi a lui, fino a trovarsi a pochi centimetri l'uno dall'altro.
Messe due dita sotto il suo mento, gli alzò il viso costringendo, in questo modo, i loro sguardi ad incontrarsi per la prima volta da quelli che sembravano secoli.
-Ogni singolo cosa, Jeno?- ripetè con ansiosa tranquillità. Le sue mani tremavano leggermente, come il suo cuore, in attesa di una risposta che pesava sulle labbra di entrambi, una risposta che aspettava di essere liberata perché stanca di nascondersi.

-Ogni singolo bacio.-

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first timeᴺᵒᵐⁱⁿWhere stories live. Discover now