ᴵ ʳᵉᵐᵉᵐᵇᵉʳ

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Ricordo l'ultima volta che ci incontrammo.

Accadde durante un fin troppo caldo giorno di luglio, con il sole che picchiava, anche troppo forte, sulla nostra pelle, come per volerci ricordare della sua presenza.
Tu stavi lì, seduto su quella piccola sedia in attesa che il tuo nome venisse chiamato.
Sembravi così fragile: i tuoi capelli, di un castano chiaro, ricordavano la sabbia bollente bagnata dalla gelata acqua del mare, e le tue mani, che venivano strofinate con nervosismo sui pantaloni neri della divisa scolastica, mi ricordavano quelle di un bambino che deve fare il primo giorno di scuola.

L'aura di pura tranquillità che ti aveva sempre avvolto era stata rimpiazzata dall'agitazione rendendoti, in questo modo, uguale a tutti noi: uguale a quelle pareti tristi e consumate, alla polvere che continuava a consumarci i polmoni, ai libri che avremmo messo presto da parte solamente per prenderne altri.
Eppure, nel momento in cui Renjun ha intrecciato le sue dita con le tue, non ho potuto non notare l'improvvisa luce nata nei tuoi occhi, il modo in cui hai preso la sua mano, stringendola delicatamente e baciandogli il dorso; il modo in cui lo guardavi come se fosse l'unica persona nella stanza, l'unica persona nella tua vita.
Lo stesso modo in cui io guardavo te.

Ricordo il sorriso che hai fatto salendo su quel vecchio palco mentre stringevi tra le mani il tuo diploma, e ricordo il modo in cui sei corso ad abbracciare il tuo ragazzo senza perdere tempo: stringevi quella minuta figura facendola scomparire tra le tue braccia e, per un momento, un unico piccolo breve momento, ho pensato a noi due.
Al modo in cui mi tenevi stretto vicino al tuo petto, al modo in cui mi annullavo ed iniziavo ad esistere insieme a te. Ho pensato a noi su quei vecchi letti del dormitorio; a noi sul giardino poco curato dell'istituto, sul gelido pavimento della biblioteca, sul solitario tetto della scuola.
Ho pensato a noi due, a me e a te, a Jaemin e Jeno.
Abbracciati sotto il cielo di capodanno, perso in quel pezzo di ricordo intrappolato nella mia memoria.

Ricordo Donghyuck che ti ha preso e portato verso di noi, mentre ridevate a qualche stupida battuta delle vostre, mostrando che nonostante il tempo passasse voi rimanevate i soliti bambini.

Ad un tratto mi hai guardato, Jeno, mi hai guardato ma restando in silenzio.
E io ancora una volta non riuscivo a capire chi fosse quell'estraneo davanti a me. Non riuscivo a capire perché mi guardasse, cosa volesse da me.
Ma poi mi hai sorriso, fu breve, quasi impercettibile, ma io ho visto, ti ho visto.
E se era bastato quel sorriso a disarmarmi, le parole che lasciarono le tue labbra dopo mi uccisero completamente:

"Io e Renjun andiamo a studiare in Cina"

Jeno, ti prego.
Ho bisogno di sapere se ricordi.
Ho bisogno di sapere che
tutto questo non è stato vano, ma
se non è così non fa nulla,
ti aiuto io a ricordare.
E ti ripeterò ogni cosa all'infinito,
ti parlerò di noi due fino alla nausea.
Ti racconterò ogni cosa come fosse
un racconto, il mio preferito.
Ma se ricordi, dimmi adesso che
è tutto inutile, che non è mai stato
importante per te e per questo hai
smesso di parlarmi, di guardarmi.
Dammi delle risposte Jeno,
perché questo silenzio fa più male
di mille parole, di mille rifiuti.
Ti prego.

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first timeᴺᵒᵐⁱⁿWhere stories live. Discover now